Decreto Agricoltura: stato dell’arte alla luce delle prime audizioni in Senato e in attesa della Legge di conversione
Nel 2023, l'Italia ha visto un aumento dell'energia rinnovabile, ma al di sotto degli obiettivi del PNIEC 2030. Il Decreto Agricoltura del 2024 ha imposto restrizioni sull'installazione di impianti fotovoltaici, richiedendo modifiche legislative per promuovere le energie rinnovabili.Nel 2023, l'Italia ha registrato un anno record per l'energia rinnovabile, con l'installazione di circa 5,7 GW di nuova capacità. Questo rappresenta un notevole passo avanti rispetto agli anni precedenti, quando le nuove installazioni sono state più modeste: 1,3 GW nel 2021 e 3,0 GW nel 2022. Nonostante questo progresso significativo, la quantità di capacità installata è ancora lontana dagli obiettivi di decarbonizzazione fissati nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) per il 2030, che prevedono un incremento annuale di circa 9 GW.Una delle principali ragioni di questo disallineamento è la difficoltà che i player di mercato incontrano nello sviluppo di impianti di grande taglia. Recentemente, il panorama degli ostacoli allo sviluppo di tali impianti si è arricchito con l'introduzione del Decreto Legge n. 63 del 15 maggio 2024, noto anche come "Decreto Agricoltura". Questo decreto impone limitazioni stringenti all'utilizzo del suolo agricolo per l'installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra. In particolare, l'articolo 5 del decreto stabilisce che tali impianti non possono più essere installati in aree precedentemente considerate idonee, come siti oggetto di bonifica, aree agricole vicino a zone industriali (Solar Belt) e aree non sottoposte a tutela paesaggistica.Il decreto prevede alcune eccezioni, tra cui interventi per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili e progetti PNRR, nonché procedure autorizzative già avviate. L'iter di conversione del Decreto Agricoltura è iniziato il 16 maggio con il deposito del disegno di legge n. 1138 presso il Senato, attualmente in esame presso la IX Commissione permanente.Durante le audizioni parlamentari del 28 e 29 maggio, rappresentanti di associazioni di categoria come Elettricità Futura, Italia Solare, Alleanza per il Fotovoltaico e ANIE hanno espresso preoccupazioni riguardo alle restrizioni del decreto, temendo che possano compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione europei e aumentare i costi dell'energia. Italia Solare ha criticato l'adozione del decreto-legge come una scorciatoia per introdurre divieti generalizzati in attesa del decreto ministeriale sulle aree idonee.Le associazioni hanno proposto di includere tra le deroghe al divieto la possibilità di installare impianti fotovoltaici a terra in aree agricole vicino a zone industriali, poiché queste aree sono di scarso pregio agricolo e adatte alla realizzazione di impianti. Hanno inoltre sottolineato che l'articolo 5 impatta significativamente il settore delle energie rinnovabili, impedendo l'installazione di circa l'80% delle nuove iniziative di fotovoltaico a terra, mettendo a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 e 2050. È stato anche suggerito di garantire che la tecnologia agri-voltaica sia sempre consentita, in quanto compatibile con l'attività agricola.Infine, è stato ribadito che il fotovoltaico non sottrae terreno all'agricoltura e che i grandi impianti fotovoltaici sono essenziali per ridurre i costi dell'energia elettrica, diffondere contratti PPA per le imprese manifatturiere e raggiungere i target nazionali sulle rinnovabili.L'iter di conversione del Decreto Agricoltura è ancora agli inizi, con il termine per la presentazione dei primi emendamenti fissato per il 12 giugno e la conversione in legge prevista entro il 15 luglio. Resta da vedere se e come il legislatore accoglierà le preoccupazioni sollevate dagli attori del settore, con l'obiettivo comune di promuovere la produzione di energia rinnovabile e raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione per il 2030.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Task force PNRR le principali novità e opportunità di finanziamento
È online l’ultima newsletter realizzata dalla Task Force PNRR di PwC sulle principali novità e opportunità di finanziamento nazionali ed europee. Questo mese segnaliamo: TOP NEWS:Sviluppo Agrivoltaico:Pubblicate le Regole Operative GSE che disciplinano le procedure per l’accesso alle tariffe incentivanti sull’energia immessa in rete e ai contributi in conto capitale sui costi ammissibili.Le istanze di partecipazione potranno essere presentate su specifici canali del GSE a partire dal 4 giugno 2024 e fino al 2 settembre 2024.Mini contratti di sviluppo:Approvata in Consiglio dei Ministri l’introduzione di un nuovo strumento a sostegno di investimenti in tecnologie digitali e “deep tech”, tecnologie green e biotecnologie, produzione di medicinali critici e relativi componenti;Con una dotazione iniziale di 300 mln €, lo strumento sosterrà investimenti produttivi compresi tra 5 mln€ e 20 mln € effettuati da imprese di ogni dimensione localizzate nel Mezzogiorno.TOP ULTERIORI BANDICEF AFIF:Ancora aperto il bando CEF AFIF che prevede diverse opportunità di finanziamento per progetti che intendano realizzare infrastrutture per i combustibili alternativi per il trasporto stradale, marittimo e aereo.Il bando del valore di 1 mld € e scadrà il 17 dicembre 2025, con scadenze intermedie fissate al 24 settembre 2024 e al 11 giugno 2025.Per rimanere sempre aggiornato visita la pagina dedicata
PwC diventa il principale cliente e rivenditore di ChatGPT Enterprise di OpenAI.
PwC diventerà il principale cliente e primo rivenditore del prodotto aziendale di OpenAI, una startup di intelligenza artificiale, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.L'accordo prevede che PwC utilizzi ChatGPT Enterprise, una versione del chatbot di OpenAI supportata da Microsoft, progettata per grandi aziende. PwC fornirà ChatGPT Enterprise a oltre 100.000 dipendenti: 75.000 negli Stati Uniti e 26.000 nel Regno Unito.«L'accordo con OpenAI fa parte del miliardo di dollari che PwC ha annunciato lo scorso anno di voler investire nella tecnologia di intelligenza artificiale generativa», ha dichiarato un portavoce.Questo investimento di un miliardo di dollari in tre anni punta a rafforzare l'uso dell'AI nelle principali aziende di consulenza e mira a creare nuovi accordi con le aziende tecnologiche, per offrire ai clienti strumenti avanzati e all’avanguardia.PwC negli Stati Uniti e nel Regno Unito venderà direttamente ai propri clienti i prodotti di OpenAI, diventando il primo rivenditore del prodotto ChatGPT Enterprise per uso aziendale.«L'accordo renderà anche PwC il più grande utilizzatore di questo innovativo strumento di intelligenza artificiale per il business», ha affermato Joe Atkinson, vicepresidente di PwC US.PwC vede l'uso di ChatGPT Enterprise come un modo per testare e applicare la tecnologia internamente prima di formare i clienti sull’uso nelle loro società. Il 95% della forza lavoro di PwC negli Stati Uniti ha già dedicato oltre 360.000 ore ad attività e formazione sull'intelligenza artificiale generativa.PwC ha anche sviluppato un proprio chatbot, ChatPwC, basato sul modello GPT-4 di OpenAI, utilizzato da oltre 100.000 dipendenti in tutto il mondo. I dipendenti che utilizzano ChatPwC hanno riportato un aumento della produttività dal 20% al 40%. Entrambi i chatbot, ChatGPT Enterprise e ChatPwC, saranno disponibili per i dipendenti, anche se molti inizieranno ad usare ChatGPT Enterprise man mano che verrà implementato.Per OpenAI, la collaborazione con PwC rappresenta uno dei primi sforzi per vendere le proprie tecnologie alle aziende tramite un partner diverso da Microsoft, il principale finanziatore.«Dall'introduzione pubblica di ChatGPT nel 2022, OpenAI ha incrementato le vendite aziendali, con una crescente attenzione verso il mercato enterprise a causa della forte domanda», ha dichiarato Brad Lightcap, chief operating officer di OpenAI.PwC ha già riscontrato un maggior impiego dell'intelligenza artificiale tra le aziende dei servizi finanziari, del settore sanitario e in settori che dipendono fortemente dal servizio clienti. PwC è attivamente coinvolta nell'AI generativa con 950 dei suoi 1.000 principali clienti di consulenza negli Stati Uniti.PwC collabora anche con altri fornitori tecnologici come Microsoft, Amazon e Google, che hanno le loro piattaforme di intelligenza artificiale generativa. La società offrirà «consulenza obiettiva» ai clienti su quali soluzioni di intelligenza artificiale utilizzare.«Implementando ChatGPT internamente, il nostro obiettivo è di risparmiare ai clienti qualsiasi difficoltà che potremmo incontrare», ha concluso Atkinson.
Energy & Utilities – Rassegna di aggiornamento sui principali temi normativi e regolatori
Il DL Agricoltura vieta il fotovoltaico a terra in aree agricole con alcune eccezioni. Il MASE ha approvato un decreto per la capacità energetica e incentivi agrivoltaici. L'Emilia-Romagna ha nuovi criteri per il fotovoltaico agricolo. Terna e Lazio collaborano sulle infrastrutture elettriche.Il 16 maggio è iniziato al Senato l'iter di conversione del DL Agricoltura. Il governo ha presentato il disegno di legge 1138 per convertire il decreto, pubblicato come numero 63/2024 in Gazzetta Ufficiale. Una delle modifiche principali riguarda il divieto di installare impianti fotovoltaici a terra in aree agricole produttive, con eccezioni per siti già esistenti, cave dismesse, siti delle Ferrovie dello Stato, aeroporti, aree industriali e zone adiacenti alla rete autostradale. Sono previste deroghe per progetti di Comunità energetiche rinnovabili e interventi del PNRR.Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha approvato il decreto ministeriale n. 180 del 9 maggio 2024, che disciplina la remunerazione della capacità produttiva di energia elettrica, permettendo lo svolgimento di aste per il 2025-2028. Il decreto stabilisce un obiettivo di adeguatezza del sistema elettrico nazionale di 3 ore/anno di inadeguatezza e definisce il livello di 6 ore/anno come significativamente inadeguato. Terna dovrà informare periodicamente il MASE sullo stato di avanzamento della nuova capacità contrattualizzata e presentare un'analisi entro il 31 dicembre 2026 per l'eventuale sistema di remunerazione post 2028.Il 21 maggio sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE le raccomandazioni 1343/2024 e 1344/2024 sulla semplificazione delle autorizzazioni e le aste per i progetti FER. La Commissione Europea suggerisce procedure autorizzative più favorevoli, semplificate per le comunità energetiche, e criteri di selezione nelle aste oltre al prezzo, come qualità, capacità di realizzazione, sicurezza e benefici per le comunità locali.L'Emilia-Romagna ha approvato, con la delibera 693/2024, criteri per individuare aree con coltivazioni certificate e controllare la presenza di queste colture, limitando l'installazione di impianti fotovoltaici a terra solo nelle aree "solar belt" e rispettando un limite del 10% nelle altre aree agricole.Il 16 maggio il MASE ha pubblicato le regole operative per accedere agli incentivi per l'agrivoltaico, con contributi fino al 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante per l'energia elettrica. Le domande potranno essere presentate dal 4 giugno al 2 settembre.Il MASE presenterà al Consiglio dei Ministri uno schema di decreto legislativo per riordinare le normative sulle autorizzazioni per impianti FER, semplificando le procedure per promuovere la diffusione delle energie rinnovabili.Il 17 maggio, Terna e la Regione Lazio hanno firmato un protocollo d'intesa per migliorare la programmazione e localizzazione di nuove infrastrutture elettriche, coinvolgendo amministrazioni locali e stakeholder per garantire una rete elettrica più efficiente e sostenibile.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Prima attuazione delle agevolazioni amministrative e fiscali previste per investimenti nelle Zone Logistiche Semplificate (“ZLS”)
La legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, commi 61 e seguenti, prevede la possibilità di istituire Zone Logistiche Semplificate (ZLS) nelle aree portuali delle regioni più sviluppate, con l'obiettivo di favorire nuovi investimenti.In attuazione di questa normativa, è entrato in vigore il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 marzo 2024, n. 40, che istituisce le ZLS. Questo decreto stabilisce:Le modalità di istituzione delle ZLS, comprese le ZLS interregionali;La durata delle ZLS;I criteri per l'identificazione e delimitazione delle ZLS;Le misure organizzative e di funzionamento delle ZLS;Le misure di semplificazione applicabili alle ZLS.Le ZLS già istituite in Italia includono il Porto e Retroporto di Genova e il Porto di Venezia-Rodigino, ma non sono ancora pienamente operative. Proposte per nuove ZLS sono in attesa di approvazione per Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, con un ulteriore studio per una ZLS nel Mar Ligure Orientale.Misure di Semplificazione AmministrativaLe semplificazioni amministrative mirano a facilitare le attività economiche nelle ZLS. Le principali misure includono:Autorizzazione Unica: Un processo semplificato che integra tutte le autorizzazioni necessarie per progetti economici nelle ZLS. Le domande di autorizzazione possono essere presentate allo sportello unico del lavoro regionale o al SUAP.Riduzione dei Tempi: Riduzione dei termini procedimentali fino a un terzo per varie autorizzazioni ambientali e edilizie, e alla metà per altri permessi e concessioni, con termini perentori.Benefici DoganaliNelle ZLS possono essere create zone franche doganali, che permettono il deposito e la lavorazione di merci senza pagare immediatamente i diritti doganali, facilitando ulteriormente le operazioni commerciali.Credito d'Imposta per Investimenti nelle ZLSIl credito d'imposta per gli investimenti nelle ZLS è concesso per acquisti di macchinari, impianti, attrezzature e immobili fino al 31 dicembre 2023. Le modalità di fruizione del credito sono specificate dall'Agenzia delle Entrate e il credito è utilizzabile in compensazione tramite modello F24.Il DL 7 maggio 2024, n. 60, estende per il 2024 il credito d'imposta anche alle nuove ZES Unica e alle ZLS per investimenti in beni strumentali, con un limite di spesa di 80 milioni di euro. Gli investimenti devono avere un valore minimo di 200 mila euro e massimo di 100 milioni di euro.Queste misure mirano a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo delle imprese e l'attrazione di nuovi investimenti nelle ZLS, contribuendo così alla crescita economica delle regioni interessate.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Linee guida per la digitalizzazione del risparmio gestito in Italia
Assogestioni ha sviluppato le "Linee Guida sui Fondi Italiani Digitali" con PwC Italia e il Politecnico di Milano per promuovere l'innovazione nel risparmio gestito. Trasmesse alle autorità, mirano a creare standard per l'adozione delle tecnologie digitali, garantendo sicurezza ed efficienza nel settore.Assogestioni, l'associazione italiana per il risparmio gestito, ha intrapreso un ambizioso percorso per definire standard condivisi e promuovere l'innovazione nell'industria del risparmio gestito attraverso la digitalizzazione. Questo impegno ha portato alla creazione delle "Linee Guida sui Fondi Italiani Digitali", un documento fondamentale che stabilisce i principi e le direttive per l'adozione delle tecnologie decentralizzate nel settore.Il progetto è stato avviato più di due anni fa e ha coinvolto una collaborazione strategica con PwC Italia e l'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano. L'obiettivo principale di queste linee guida è quello di fornire un punto di riferimento chiaro e condiviso per l'implementazione delle tecnologie digitali nell'industria del risparmio gestito.Una delle principali ambizioni di Assogestioni è quella di posizionare l'industria italiana del risparmio gestito come leader nella trasformazione digitale del settore finanziario, fungendo da promotore di innovazione e di valore per i risparmiatori. Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, ha sottolineato l'importanza di queste linee guida nel contribuire a creare un ambiente favorevole alla digitalizzazione e all'adozione di tecnologie innovative nel settore.Le Linee Guida sono state trasmesse alle autorità competenti, tra cui il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Banca d'Italia e la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), con l'obiettivo di influenzare il dibattito normativo e favorire l'adozione di politiche volte a sostenere la trasformazione digitale dell'industria del risparmio gestito.Il processo di sviluppo delle linee guida ha visto una stretta collaborazione con Milano Hub, il centro di innovazione istituito dalla Banca d'Italia per sostenere l'evoluzione digitale del mercato finanziario. Questa partnership ha consentito di approfondire due aree chiave di applicazione delle tecnologie decentralizzate: la tokenizzazione delle quote di fondi e l'investimento dei Fondi in Attività digitali.Le Linee Guida si articolano in quattordici punti e sono strutturate in quattro parti principali, ognuna delle quali fornisce linee guida specifiche per l'operatività dei Fondi Italiani Digitali, Cripto e DLT (Distributed Ledger Technology). Particolare attenzione è stata dedicata alla definizione delle modalità di svolgimento del ruolo del depositario, specialmente nel contesto dei Fondi Italiani Cripto, al fine di coordinare la normativa di settore con le nuove regolamentazioni sui registri distribuiti.Roberta D’Apice, direttrice affari legali e regolamentari di Assogestioni, ha sottolineato che le Linee Guida mirano a fornire un quadro chiaro e coerente per l'operatività dei fondi digitali, contribuendo così a garantire la sicurezza e l'efficienza del settore.Gli allegati alle Linee Guida offrono un ulteriore livello di dettaglio e approfondimento, fornendo uno spazio di lavoro fondamentale per lo sviluppo di un ecosistema digitale robusto e sicuro. Questi allegati consentono di esplorare in modo più approfondito concetti e temi cruciali per la trasformazione digitale del settore del risparmio gestito.Marco Giorgino, direttore scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, fa notare: “In questa prospettiva vanno le indicazioni fornite sulle funzioni che ciascuna delle entità coinvolte nell’operatività dei Fondi Italiani Digitali potrà svolgere all’interno della DLT e, soprattutto, sulle operazioni che possono essere codificate su uno o più smart contract”. Osserva infine Mauro Panebianco, partner di PwC Italia: “Nella medesima prospettiva si pongono inoltre le considerazioni svolte sulle modalità di regolamento on-chain delle operazioni dei Fondi Italiani Digitali, anche mediante la descrizione di due processi di sottoscrizione e rimborso di quote digitali di fondi italiani aperti, distinti a seconda dell’asset di regolamento utilizzato”.In conclusione, le Linee Guida sui Fondi Italiani Digitali rappresentano un importante passo avanti nell'ambito della digitalizzazione del risparmio gestito in Italia. Attraverso la collaborazione con importanti attori del settore e l'adozione di approcci innovativi, Assogestioni si propone di guidare l'industria verso un futuro digitale, sostenibile e all'avanguardia.
L’AI trasforma i settori: produttività in crescita e premi salariali più alti, la ricerca di PwC
I settori con maggiore uso di AI hanno una produttività cinque volte superiore rispetto agli altri e offrono premi salariali fino al 25%, evidenziando la necessità di aggiornare rapidamente le competenzeLa ricerca PwC’s 2024 Global AI Jobs Barometer evidenzia che i settori con una maggiore penetrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) stanno sperimentando una crescita della produttività del lavoro quasi cinque volte superiore (4.8x) rispetto agli altri settori. Questa significativa crescita della produttività è accompagnata da prospettive positive per l’implementazione su larga scala dell’AI, sia per le aziende che per i lavoratori coinvolti nei settori più esposti all’AI, così come per l’economia globale.PwC ha esaminato oltre mezzo miliardo di annunci di lavoro provenienti da 15 paesi diversi. Secondo l’analisi, l’AI contribuirà a risolvere molte delle principali sfide economiche globali. Questa tecnologia aiuterà le economie nazionali a uscire dall’attuale contesto di bassa crescita della produttività, favorendo invece uno sviluppo economico più sostenuto. Entro il 2023, si prevede che l’AI contribuirà con 15,7 trilioni di dollari all’economia globale, con un potenziale aumento del PIL nelle economie locali fino al 26%. L’aumento della produttività associato all’AI avrà inoltre benefici indiretti, migliorando la ricchezza sociale aggregata e gli standard di vita degli individui.Per quanto riguarda il mercato del lavoro, lo studio evidenzia un aumento significativo nel numero di annunci di lavoro che richiedono competenze specifiche nell’AI. Per ogni offerta di lavoro che richiedeva competenze specialistiche in AI nel 2012, oggi ce ne sono sette. Questo incremento sottolinea l’opportunità economica legata alle professioni che richiedono competenze in AI, con un premio salariale medio che può arrivare fino al 25% in alcuni mercati.Sin dal 2016, ben prima che ChatGPT e altre innovazioni simili attirassero nuova attenzione sul potenziale dell’AI, le offerte di lavoro nel campo dell’AI sono cresciute 3,5 volte più velocemente rispetto alle altre professioni. Questa diffusione accelerata dell’AI ha aumentato la velocità con cui le competenze diventano obsolete, rendendo necessario un rapido aggiornamento delle stesse. Le competenze richieste dalle aziende per le professioni legate all’AI stanno cambiando a un ritmo del 25% più veloce rispetto alle professioni meno esposte all’AI, con vecchie competenze che scompaiono e nuove che vengono introdotte.Alessandro Caridi, Partner PwC Italia e PwC Digital Innovation Leader, afferma: “L’AI sta trasformando il mercato del lavoro e rappresenta un’opportunità per l’economa globale ostacolata da profonde sfide economiche e preoccupazioni sulla sostenibilità e redditività aziendale nel lungo periodo. Per molte economie, che sperimentano carenze di manodopera e bassa crescita della produttività, i risultati evidenziano un ottimismo intorno alla tecnologia, che impatterà positivamente sulla crescita dell’economie locali e sulla creazione di posti di lavoro e di nuove industrie.I settori maggiormente esposti all’Intelligenza Artificiale (AI), come i servizi finanziari, ICT e servizi professionali, stanno sperimentando una crescita della produttività del lavoro quasi cinque volte superiore rispetto ai settori meno esposti. Questo trend positivo evidenzia l'impatto dell’AI sui mercati del lavoro e sulla produttività globale.I lavori che richiedono competenze in AI offrono premi salariali più alti. Nei principali mercati del lavoro (USA, Regno Unito, Canada, Australia e Singapore), questi lavori comportano un premio salariale significativo, fino al 25% in media negli Stati Uniti. Ad esempio, negli USA, il premio varia dal 18% per i contabili al 49% per gli avvocati.L'adozione dell'AI sta aumentando rapidamente nei settori del lavoro intellettuale. Nei servizi finanziari, la quota di lavori che richiedono competenze in AI è 2,8 volte superiore rispetto ad altri settori, nei servizi professionali è 3 volte superiore e nel settore ICT è 5 volte superiore.Le competenze richieste dai datori di lavoro nelle professioni più esposte all’AI stanno cambiando ad un ritmo del 25% superiore rispetto alle professioni meno esposte. Secondo la 27° Annual Global CEO Survey 2024 di PwC, il 69% dei CEO prevede che l’AI richiederà nuove competenze alla loro forza lavoro, percentuale che sale all’87% tra i CEO che hanno già implementato l’AI.La progressiva automazione di competenze meccaniche, analitiche e cognitive di base da parte dell’AI mette in evidenza la necessità di risorse predisposte all’apprendimento continuo. È fondamentale che aziende, lavoratori e policy maker collaborino per sviluppare le competenze necessarie attraverso programmi di upskilling e reskilling. Oltre alle competenze tecniche, sarà sempre più importante sviluppare le competenze trasversali, sociali, interazionali ed emotive, non automatizzabili, che saranno cruciali per gestire con successo la trasformazione in atto.Alessandro Caridi conclude: “Per prosperare in un’economia globale e un mercato del lavoro trasformati dall’AI le aziende dovranno assicurarsi di investire in un approccio orientato alle competenze. Allo stesso tempo, per le professioni del futuro, i lavoratori dovranno sviluppare nuove skills, non solo tecniche, ma anche trasversali e strategiche. Tra queste saranno sempre più rilevanti la capacità di gestire progettualità complesse, l’abilità di identificare possibili criticità di progetto e proporre multipli approcci alla loro gestione, nonché la capacità di valutare diverse soluzioni possibili di natura tecnologica o meno. Oltre a trovare le soluzioni ai problemi sarà anche fondamentale saper monitorare efficacemente l’implementazione della soluzione scelta, risolvendo tempestivamente eventuali imprevisti e comunicando in modo regolare gli avanzamenti. La capacità di comunicare sarà sempre più importante per valorizzare i risultati positivi dei progetti gestiti e garantire la giusta visibilità del contributo del team di lavoro alle performance aziendali”.
Private equity, i ricavi delle società gestite crescono più del Pil italiano
L'indagine di PwC Italia sui bilanci 2022 delle società sostenute dal private equity ha rilevato un forte aumento dei ricavi (+5,6%) e dell'occupazione, con il tasso di crescita più alto dal 2018. Il CAGR medio dei ricavi è salito al 7,5%, mentre l'occupazione è cresciuta del 6,9%, superando il benchmark delle società private italiane.Si è registrato un forte aumento dei ricavi e del tasso di crescita dell'occupazione, con valori mai visti dal 2018. Questo è quanto emerge dall'indagine condotta da PwC Italia sui bilanci del 2022 delle società sostenute dal private equity, basata sugli ultimi risultati finanziari disponibili. Nel dettaglio, i ricavi delle società gestite da fondi di private equity sono cresciuti del 5,6%, superando l'aumento del PIL italiano. Il tasso annuo di crescita composto (CAGR) medio delle società partecipate dai fondi è salito al 7,5% nel 2022 (rispetto al 6,5% del 2021). Anche il benchmark, costituito da società private italiane di medie e grandi dimensioni, ha mostrato una crescita positiva rispetto agli anni precedenti, sebbene inferiore a quella delle società sostenute dal private equity, con un CAGR del 2,2% nel 2022. Il divario di performance tra le società sostenute dai fondi e il benchmark è rimasto stabile intorno al 5% nel 2022 (da +5,2 punti percentuali nel 2021 a +5,3 punti percentuali nel 2022).Il tasso di redditività delle aziende sostenute dal private equity ha registrato una lieve contrazione, con un CAGR medio del 7,1% nel 2022 (-0,3% rispetto al 2021). Questo calo è stato influenzato dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dei servizi di pubblica utilità nel contesto dell'inflazione globale. Tuttavia, la redditività delle società in portafoglio dei fondi di private equity è rimasta superiore a quella del benchmark delle aziende private, con un gap positivo di 5,8 punti percentuali nel 2022.Anche l'occupazione è cresciuta. Nelle società in portafoglio ai fondi di private equity, il tasso di crescita dell'occupazione è aumentato con un CAGR medio del 6,9% nel 2022 (+0,9% rispetto al 2021), strettamente legato alla forte crescita dei ricavi registrata.Il tasso di crescita dell'occupazione in queste società ha superato quello del benchmark, con un divario che si è allargato a 6,7 punti percentuali nel 2022 (rispetto ai 6 punti percentuali del 2021), raggiungendo il differenziale più alto degli ultimi cinque anni.Il private equity ha creato circa 41.000 posti di lavoro in Italia nel campione di società analizzate tra il 2018 e il 2022. Inoltre, l'indice manageriale è aumentato: il numero di amministratori nelle società sostenute dai fondi di private equity è cresciuto del 10,7% nel 2022 (rispetto al 5,3% del 2021).“Lo studio ha evidenziato una performance rilevante delle società partecipate da private equity, confrontando anno di investimento e anno di disinvestimento, evidenziando valori di crescita record in particolare in termini di ricavi e tassi occupazionali, entrambi superiori rispetto al benchmark di società private similari analizzate, confermando il focus che i private equity hanno nello sviluppo del business anche tramite la crescita della forza lavoro” è il commento di Francesco Giordano, private equity leader di PwC Italia.E poi aggiunge: “L’analisi delle tematiche Esg ha confermato inoltre la progressiva rilevanza che le tematiche ambientali, sociali e di governance stanno assumendo nelle strategie dei private equity che, nel campione di società analizzate quest’anno, hanno fatto registrare un miglioramento degli indici di emissioni di CO2 e del gender balance ratio durante l’holding period”.
Nel mondo della moda, più del 50% della forza lavoro è femminile, tuttavia, solo il 30% occupa posizioni nei consigli di amministrazione
Nel settore della moda, le donne costituiscono la maggioranza della forza lavoro ma sono sottorappresentate nei ruoli decisionali. Tuttavia, nelle imprese artigiane emergono segnali positivi. Restano sfide come la promozione di pari opportunità e il supporto alla genitorialità.Nel settore della moda, esiste una marcata discrepanza di genere tra la composizione della forza lavoro e la sua rappresentanza ai livelli decisionali. Nonostante le donne costituiscano la maggioranza dei lavoratori, sono sottorappresentate nei ruoli di leadership e nei consigli di amministrazione. Questa disuguaglianza si manifesta anche a livello globale, con l'Italia che mostra una presenza femminile ai vertici aziendali inferiore rispetto ad altre nazioni come Francia, Stati Uniti e Regno Unito.Tuttavia, nelle imprese artigiane, c'è un segnale positivo: la maggior parte dei CEO sono donne e il numero di aziende con una forte presenza femminile sta crescendo. Questo suggerisce che le realtà più piccole e flessibili potrebbero essere più inclini alla diversità di genere rispetto alle grandi corporation.A fotografare la situazione è l’Osservatorio «Donne e Moda: il Barometro 2024», promosso dall’Ufficio Studi di PwC Italia - in collaborazione con Il Foglio della Moda. «A quattro anni dalla prima edizione dell’Osservatorio Donne e Moda la presenza femminile negli organi societari delle imprese del settore è aumentata di 3 punti percentuali, segno di un lieve cambiamento, ma è fondamentale implementare nelle aziende vere politiche di gender equality. In questo ambito l’Italia è allineata alla media europea, ma ancora distante da quanto avviene ad esempio negli Stati Uniti che hanno già raggiunto il 40% di donne nei cda», evidenzia Erika Andreetta, Partner PwC Italia EMEA Luxury Community Leader.Nel settore tessile e dell'abbigliamento, nonostante le donne siano la maggioranza della forza lavoro, sono principalmente impiegate in ruoli impiegatizi e operai, con una scarsa rappresentanza nei ruoli di quadro e dirigenziali, che diminuisce ulteriormente ai vertici aziendali.Nonostante alcuni segnali positivi, come l'età media inferiore delle donne in posizioni dirigenziali rispetto ai colleghi maschi e il rifiuto da parte della maggior parte delle aziende di ammettere disparità salariali di genere, restano sfide significative. Queste includono la promozione di pari opportunità di selezione e il supporto alla genitorialità, con una maggiore attenzione alle esigenze delle lavoratrici.La prevalenza del lavoro part-time tra le donne, insieme alla mancanza di adeguate politiche di welfare per la genitorialità, evidenzia ulteriori disparità di genere nel mondo del lavoro. In conclusione, sebbene vi siano segnali di progresso, è evidente che molto resta da fare per garantire una reale parità di genere nel settore della moda e oltre.