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NPE, lo studio di PwC

PwC segnala che il mercato italiano dei crediti deteriorati, stimato a 300 miliardi di euro, si è ridotto rispetto al 2015, con una diminuzione degli NPE sui bilanci bancari, ma permangono sfide legate al flusso di nuovi crediti e alle dinamiche economiche.Un mare da 300 miliardi di euro: questa è la dimensione del mercato italiano dei crediti deteriorati (Non-Performing Exposures, NPE), uno dei temi centrali nel rapporto annuale di PwC Italia. Nel 2024, lo stock totale di NPE è sceso a 296 miliardi, registrando un calo del 25% rispetto ai 397 miliardi del 2015, anno del picco massimo. Le banche italiane, grazie a una strategia mirata e al supporto degli operatori specializzati, hanno ridotto i propri NPE dell’84%, passando da 324 miliardi nel 2015 a soli 55 miliardi, mentre il carico principale è ora gestito da investitori e operatori specializzati, con uno stock di 241 miliardi.Il rapporto di PwC sottolinea come, nonostante il mercato si sia ridotto, le dinamiche restano complesse. Nel primo semestre del 2024, il flusso di nuovi crediti deteriorati è leggermente aumentato, passando da 52,6 a 54,8 miliardi, e il tasso di default è cresciuto all’1,14%. L'economia reale e le politiche monetarie giocano un ruolo chiave: un calo dei tassi d’interesse previsto per il 2025 potrebbe ridurre il peso dei crediti deteriorati sui bilanci bancari, ma un’eventuale frenata economica, come quella registrata in Germania nel 2024, potrebbe invece intensificare le difficoltà.PwC evidenzia anche i cambiamenti nel panorama degli operatori: fusioni e acquisizioni tra big player hanno portato a un consolidamento del settore, segnando un passaggio significativo per il mercato europeo degli NPE. La maggiore regolamentazione, i costi fissi in aumento e la necessità di nuove soluzioni digitali spingono le aziende a ripensare i propri modelli di gestione.Il ruolo di PwC nel monitorare questi trend e fornire soluzioni innovative per la gestione dei crediti deteriorati è centrale per supportare le banche e gli operatori nel navigare queste acque agitate e affrontare le sfide del futuro.

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Investimenti immobiliari retail in Italia: crescita record nel 2024 secondo il Retail Market Report di PwC

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Investimenti immobiliari retail in Italia: crescita record nel 2024 secondo il Retail Market Report di PwC

Nel 2024, gli investimenti immobiliari nel retail in Italia sono cresciuti del 205%, raggiungendo i 2,2 miliardi di euroNel 2024, gli investimenti immobiliari nel settore retail in Italia hanno registrato un significativo aumento, raggiungendo i 2,2 miliardi di euro, con un incremento del 205% rispetto all’anno precedente, secondo il Retail Market Report di PwC Italia in collaborazione con l’ufficio studi di PwC Italia. Tra le principali operazioni dell’anno, spicca l’acquisto del palazzo storico di via Monte Napoleone a Milano da parte del gruppo Kering, per un valore di 1,3 miliardi di euro. Questo acquisto ha segnato una delle transazioni più elevate mai realizzate, in quanto l’immobile ospita marchi prestigiosi come Saint Laurent e Prada, nonché la pasticceria Cova, appartenente a LVMH.Le operazioni immobiliari hanno coinvolto diverse città, tra cui Milano e Roma, ma anche Palermo, Brescia, Novara e la città metropolitana di Venezia. Il report sottolinea che gli investitori maggiormente attivi sono i grandi gruppi, con l’acquisizione di Kering che da sola rappresenta più della metà del valore complessivo del mercato nel 2024. Le città di dimensioni medio-piccole stanno suscitando interesse, spesso per opportunità legate ai prezzi più convenienti piuttosto che per una valutazione strategica. Tra le altre operazioni degne di nota, c’è stata la vendita del centro commerciale Roma Est, che è passato dal fondo sovrano di Singapore GIC al gruppo Klépierre, con una transazione intorno ai 220-230 milioni di euro.La ripresa degli investimenti nel settore retail è stata in parte alimentata dalla progressiva riduzione dei tassi d’interesse, ma le previsioni per il 2025 sono ancora caute, soprattutto considerando la crisi dei consumi che sta influenzando anche il settore del lusso. Nonostante ciò, il mercato immobiliare retail resta positivo, con gli investitori che pianificano cautamente, soprattutto perché spesso ci vuole del tempo prima che un immobile acquistato venga trasformato in un punto vendita operativo. Per molti gruppi, l’investimento immobiliare rappresenta una soluzione a lungo termine per contrastare i risultati altalenanti delle vendite nei negozi fisici.In questo scenario, il modello dei centri commerciali sta subendo un’evoluzione importante. I centri commerciali tradizionali non sono più sufficienti a soddisfare la domanda dei consumatori, che cercano esperienze più diversificate. Secondo Antonio Martino, partner di PwC Italia, il futuro dei centri commerciali dovrà includere non solo un’ampia scelta di prodotti, ma anche una vasta gamma di servizi, come il benessere e la cura personale, fruibili sia attraverso il negozio fisico che online. Il concetto di multichannel è diventato quindi essenziale per attirare consumatori e investitori. Inoltre, i centri commerciali di fascia medio-alta sono quelli che stanno attirando maggiormente gli investimenti, mentre i parchi commerciali più deboli necessitano di ingenti investimenti per essere rilanciati.Le vie dello shopping tradizionali (high street) stanno vivendo una vera e propria rinascita, grazie all’afflusso di turisti internazionali e all’aumento dei canoni di locazione. In questo contesto, le formule di affitto più flessibili hanno permesso di coinvolgere sia brand medio-piccoli che grandi marchi, grazie anche al fenomeno dei temporary store. Un esempio significativo è il temporary store di Louis Vuitton a Manhattan, un spazio distribuito su cinque piani che combina moda, arte e cultura, pensato per durare solo un paio d'anni, giusto il tempo di rinnovare il flagship store dell'azienda sulla Fifth Avenue. Questo tipo di investimenti flessibili sta contribuendo a rendere l’immobiliare retail più dinamico e redditizio.Per approfondire la lettura leggi il report

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