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La corsa all’oro: quando il metallo prezioso diventa ancora più prezioso

Negli ultimi mesi, le relazioni economiche internazionali si sono mosse in un contesto sempre più instabile, riacceso dalla svolta protezionista intrapresa dagli Stati Uniti. Lo scorso 2 aprile, l’amministrazione Trump ha inaugurato una nuova fase di tensioni commerciali introducendo una tariffa base del 10% su tutte le importazioni, accompagnata da dazi aggiuntivi su circa 60 paesi. L’intervento, presentato come risposta a rapporti commerciali “ingiusti”, ha avuto un impatto immediato sugli equilibri globali.  La Cina è stata tra i Paesi più colpiti, con un dazio del 34% che ha dato il via a un’escalation di misure ritorsive reciproche che hanno superato il 100%, costringendo entrambe le potenze a riaprire il dialogo nelle sedi di Ginevra e Londra e raggiungendo una fragile tregua. Per gli altri alleati, era stata concordata una sospensione temporanea dei nuovi dazi, in vigore fino al 9 luglio. Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza, l’incertezza è tornata a salire: negli ultimi giorni, Trump ha preannunciato dazi del 30% sull’Unione Europea a partire dal 1° agosto, riaprendo scenari di confronto aperto con Bruxelles.  Nel cuore dell’instabilità, l’oro torna a brillare. A giugno 2025, l’oro ha superato i 3.350 dollari l’oncia, segnando un nuovo massimo storico. Questo risultato non è frutto del caso, ma l’esito coerente di un lungo percorso di rivalutazione nei momenti di crisi sistemica.  Per saperne di più visita la pagina dedicata

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PwC Italia insieme a CONOU, il Consorzio Nazionale Oli Usati

Lo scorso martedì 24 giugno, CONOU - Consorzio Nazionale Oli Usati - ha presentato a Palazzo Wedekind a Roma "Made in Italy per il futuro del pianeta", un evento dedicato all'economia circolare e alla presentazione dell'ultimo Rapporto di Sostenibilità sviluppato con PwC Italia. Riconosciuto come una delle eccellenze europee nel settore, CONOU continua a promuovere pratiche sostenibili, trasparenza e innovazione nella gestione ambientale. L’incontro ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, aziende e organizzazioni, approfondendo il contributo del Made in Italy nella transizione ecologica, con particolare attenzione ai principi dell’economia circolare. Dopo l’introduzione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto Luca Bonvino, Partner di PwC, evidenziando i rischi legati al greenwashing e come certificazioni e revisioni, in continua evoluzione, siano strumenti fondamentali per contrastare questo fenomeno. Dal Rapporto emerge un dato di particolare rilievo: il 98% dell’olio minerale esausto raccolto viene rigenerato, a ulteriore conferma dell’efficacia del modello adottato. Da oltre 18 anni, CONOU pubblica volontariamente il proprio Rapporto di Sostenibilità, garantendo trasparenza e responsabilità ambientale. Nel contesto europeo, si riconosce sempre più che la transizione energetica non può basarsi esclusivamente su normative, ma deve fondarsi anche su dinamiche di mercato e sulla competitività, con il Green Deal che assume un ruolo strategico in questo scenario. Ascolta l’intervento di Luca Bonvino – Partner di PwC

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PwC Global & Italian M&A trends

Dopo il cauto ottimismo e la ripresa delle operazioni di M&A a inizio anno, il senso di incertezza generalizzato e il timore di ulteriori turbolenze di mercato hanno frenato le valutazioni e l’attività M&A su scala globale.Mercato M&A verso il minimo storico dell’ultimo decennio: a questo ritmo il 2025 si chiuderà con 46.000 operazioni a livello mondiale e meno di 1.300 a livello italiano.Calano i volumi delle operazioni di M&A nei primi 5 mesi del 2025: -9% a livello mondiale e -14% in Italia.Aumentano i valori: +13% a livello mondiale, grazie ai mega deals superiori a $1 miliardo (+18%) e a $5 miliardi (+25%).In Italia +36% a valori grazie alle M&A nei Financial Services (OPS MPS / Mediobanca e Mediobanca / Banca Generali). Escludendo il settore Financial Services, il calo sarebbe del -18% a volumi e -47% a valore.L’andamento dei principali settori:Aerospace & Defence, Chimica, Wealth Management e Utilities crescono a volumi e valori nelle transazioni a livello mondiale.Automotive, manifatturiero e farmaceutico sono i settori più impattati dai dazi, con conseguente calo delle operazioni di M&A.In Italia calano i volumi in tutti i settori, con un picco nel comparto industriale e automotive (-29%). Health Industries e Technology, Media & Telecom (“TMT”) sono gli unici settori stabili.Negli ultimi cinque anni, il mercato delle operazioni di M&A ha attraversato una fase di grande instabilità. Dopo il crollo iniziale causato dalla pandemia di COVID-19, si è assistito a una ripresa molto forte, con volumi record di operazioni. Tuttavia, questa crescita si è sviluppata in un contesto di crescente incertezza, alimentata da tassi d’interesse elevati, instabilità geopolitica e un quadro normativo in continua evoluzione.In questo scenario, le aziende si trovano a dover bilanciare con sempre maggiore attenzione gli investimenti in crescita organica (CapEx) con le operazioni di M&A, spesso orientate all’acquisizione di competenze tecnologiche e infrastrutture digitali, soprattutto in ottica di sviluppo dell’intelligenza artificiale.Per quanto riguarda il private equity, la situazione è altrettanto complessa. A livello globale, ci sono oltre 30.000 aziende nei portafogli dei fondi, quasi la metà delle quali è detenuta da più di cinque anni. Nonostante un leggero aumento delle exit nel primo trimestre del 2025, il ritmo resta insufficiente per invertire la tendenza. In Italia, la situazione appare leggermente migliore, ma anche qui una parte significativa degli investimenti ha superato i cinque anni di detenzione.In risposta a queste difficoltà, i fondi di private equity stanno adottando soluzioni innovative. Tra queste, l’uso crescente dei continuation funds, che permettono ad alcuni investitori di uscire e ad altri di restare, mantenendo l’esposizione su asset promettenti. Inoltre, si registra un forte interesse verso il private debt, con la nascita di nuovi fondi dedicati al finanziamento diretto delle imprese.Guardando ai primi cinque mesi del 2025, l’attività M&A ha subito un calo nei volumi: -9% a livello globale e -14% in Italia. Tuttavia, il valore complessivo delle operazioni è aumentato, grazie soprattutto a deal di grandi dimensioni, superiori al miliardo di dollari. In Italia, il valore è cresciuto del 36%, trainato da importanti operazioni nel settore dei servizi finanziari. Se si esclude questo comparto, però, il calo è più marcato: -18% nei volumi e -47% nel valore.Tra le operazioni più rilevanti in Italia figurano le OPS di MPS su Mediobanca, di Mediobanca su Banca Generali e di BPER su Banca Popolare di Sondrio. Altre operazioni significative includono l’ingresso di KKR in Enilive, quello di Ares in Eni Plenitude, l’acquisizione di Versace da parte di Prada e l’aumento della partecipazione di Poste Italiane in TIM. A livello internazionale, si segnalano acquisizioni da parte di Snam, MFE, Prysmian, Generali e Saipem in mercati chiave come Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito.Per saperne di più visita la pagina dedicata

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