• Tax

Decreto FER X: in arrivo nuovi sistemi di incentivazione a sostegno della produzione di energia rinnovabile

Il Ministero dell'Ambiente sta sviluppando il Decreto FER X per incentivare gli impianti rinnovabili, introducendo nuove norme per l'accesso e il pagamento delle tariffe. Le disposizioni, ancora in bozza, potrebbero influenzare gli investimenti nel settore, ma potrebbero subire modifiche in base ai feedback delle autorità competenti.Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) sta attualmente elaborando il Decreto FER X, in coerenza con quanto previsto dagli articoli 6 e 7 del Decreto Legislativo n. 199 dell'8 novembre 2021, che mira a promuovere l'uso delle energie rinnovabili. Questo nuovo decreto, ancora in fase di bozza, rappresenta un'importante iniziativa volta a sostenere la realizzazione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione, come parte degli sforzi per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.Il Decreto FER X si propone di introdurre nuove misure di incentivazione, con notevoli differenze rispetto alle precedenti normative, come il DM FER 1 del 4 luglio 2019. Una delle principali novità riguarda le procedure per l'accesso agli incentivi: mentre gli impianti di piccola taglia possono accedervi tramite procedure semplificate, quelli di grande taglia devono partecipare a procedure competitive indette dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).Le tipologie di impianti ammissibili agli incentivi includono impianti solari fotovoltaici, impianti eolici, impianti idroelettrici e impianti di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione. È importante notare che gli incentivi sono disponibili sia per impianti di piccola che di grande taglia, con criteri di accesso differenziati in base alla potenza dell'impianto.Le tariffe incentivanti sono assegnate in base al tipo di impianto e possono variare anche in base a fattori come la sostituzione di materiali nocivi, come l'eternit o l'amianto, o l'installazione su determinate tipologie di coperture. È previsto anche un premio extra per gli impianti fotovoltaici realizzati su coperture di potenza fino a 1 MW.Il pagamento delle tariffe può avvenire in diversi modi, a seconda della potenza dell'impianto. Per gli impianti di potenza non superiore a 200 kW, il GSE provvede direttamente al ritiro e alla vendita dell'energia elettrica prodotta, mentre per quelli di potenza superiore, l'energia prodotta resta nella disponibilità del produttore, che la valorizza sul mercato.Per accedere agli incentivi, gli impianti devono soddisfare una serie di requisiti, tra cui possedere i necessari titoli abilitativi, avere un preventivo di connessione alla rete elettrica accettato e conformarsi alle normative ambientali nazionali e europee. Inoltre, per gli impianti fotovoltaici, è richiesto che i moduli siano immessi sul mercato da produttori aderenti a specifici sistemi di gestione.È previsto anche un aggiornamento periodico delle tariffe, basato sull'andamento dei prezzi al consumo, al fine di tener conto dell'inflazione e garantire un equo compenso per gli impianti incentivati. Inoltre, sono previste disposizioni per garantire la disponibilità di energia rinnovabile nel tempo, attraverso la definizione di contingenti e coefficienti da applicare alle offerte di riduzione del prezzo di esercizio.Tuttavia, è importante sottolineare che il Decreto FER X è ancora in fase di bozza e potrebbe subire modifiche in seguito ai feedback delle autorità competenti, come la Commissione Europea, l'ARERA e la Conferenza Unificata. Inoltre, il successo e l'impatto effettivo del decreto dipenderanno dall'efficace implementazione e dalla sua capacità di promuovere gli investimenti nelle energie rinnovabili.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Executive

Lo studio di PwC sull'impatto economico-sociale del settore vitivinicolo nell' UE

L'UE guida il mercato mondiale del vino con oltre 165 milioni di ettolitri prodotti nel 2022. Il settore vinicolo europeo, oltre a rappresentare un valore economico e culturale significativo, offre lavoro a circa 2,9 milioni di persone, con un impatto sociale positivo sulle comunità localiL'Unione Europea continua a detenere il primato nel mercato mondiale del vino, con una produzione che nel 2022 ha superato i 165 milioni di ettolitri, corrispondenti al 62% della produzione globale. Questo dato sottolinea il ruolo preminente dell'UE nel panorama vinicolo internazionale. Nonostante le tendenze alla delocalizzazione che caratterizzano altri settori, l'industria vinicola europea rimane un pilastro economico, sociale e culturale di rilievo nei territori dell'Unione. La stretta connessione tra le aziende vinicole, il territorio e le comunità locali crea un tessuto economico e sociale robusto e interconnesso, in cui la produzione di vino non è soltanto un'attività economica, ma anche un patrimonio agrario che incarna la diversità e l'autenticità delle regioni europee.La catena del valore del settore vinicolo è articolata in tre fasi principali: la viticoltura, l'industria enologica e la commercializzazione. Insieme, queste fasi generano un contributo significativo al Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'UE, pari a 130 miliardi di euro, rappresentando lo 0,8% del PIL complessivo dell'Unione. L'export di vino verso 194 paesi nel 2022, con un valore di 17,9 miliardi di euro, ha svolto un ruolo chiave nel bilancio commerciale dell'UE, contribuendo a ridurre il deficit del 3,7%.In termini occupazionali, il settore vinicolo offre lavoro a circa 2,9 milioni di persone nell'UE, distribuite principalmente nelle fasi di viticoltura (21,5%), industria enologica (10%) e commercializzazione (68,5%). La produttività del settore è notevole, con un valore aggiunto per dipendente superiore rispetto alla media agricola. Le aree rurali con presenza di vigneti mostrano una maggiore resilienza demografica rispetto a quelle senza, segnalando un impatto positivo sull'economia e sulla vita delle comunità locali.Il turismo legato al vino è diventato un fattore economico significativo in molte regioni rurali, generando una filiera che include agenzie di viaggio, strutture ricettive, visite alle cantine e ai musei del vino, attività ricreative e gastronomiche. Nel 2022, circa 36 milioni di persone hanno partecipato a esperienze enogastronomiche, contribuendo a un giro d'affari di 15 miliardi di euro nel settore turistico.Il settore vitivinicolo dell'UE è impegnato attivamente in progetti di ricerca e sviluppo (R&S) volti a migliorare l'agricoltura, l'efficienza della catena del valore, la sostenibilità e la qualità del prodotto. Tuttavia, il cambiamento climatico rappresenta una sfida significativa, con effetti negativi sulla produttività, la fenologia delle viti e la stabilità delle varietà tradizionali.Per mitigare l'impatto ambientale, il settore ha adottato misure come la riduzione del peso delle bottiglie di vetro e iniziative di riutilizzo, oltre a pratiche agricole sostenibili. Nonostante ciò, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per la sostenibilità a lungo termine del settore vinicolo europeo, evidenziando la necessità di ulteriori sforzi per adattarsi e mitigare gli effetti avversi.Erika Andreetta, EMEA Fashion & Luxury Leader e Partner PwC Italia, spiega: “La vitalità del settore vitivinicolo europeo rappresenta un’eccellenza nel panorama socioeconomico e ambientale internazionale. Il mercato dell’Unione Europea vale il 62% della produzione globale e l’intera filiera impatta positivamente in molte zone rurali, sia in termini di occupazione, produttività e ricchezza, sia proteggendo e incoraggiando la biodiversità. La crescita dell’enoturismo e delle attività legate al vino, inoltre, svolgono una funzione chiave per la valorizzazione sociale e culturale dei territori, delle comunità e delle loro tradizioni. Un ulteriore valore aggiunto è dato dall’alta intensità di innovazione dell’intera catena dell’industria, che contribuisce significativamente agli investimenti in R&S nell’UE e promuove lo sviluppo di progetti che generano benefici indiretti anche sugli altri settori.”

  • Legal

Rinnovato il contratto collettivo per il settore terziario, distribuzione e servizi: riconoscimento di una tantum e di aumenti contrattuali tra le principali novità

L'accordo del 22 marzo 2024 tra Confcommercio e sindacati per il rinnovo del CCNL Commercio porta importanti novità, incluso un aumento salariale e cambiamenti nelle disposizioni contrattuali, beneficiando oltre 2 milioni di lavoratoriIl 22 marzo 2024, Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno raggiunto un accordo cruciale per il rinnovo del contratto collettivo (CCNL) Commercio, che interessa oltre 2 milioni di lavoratori del Terziario, Commercio, Distribuzione e Servizi Confcommercio, il cui termine era scaduto il 31 luglio 2019.Tra le innovazioni più significative dell'accordo vi è l'aumento della retribuzione dei minimi tabellari per i dipendenti. L'incremento, fissato a 240,00 € per i lavoratori al 4° livello, sarà erogato in diverse tranche. È stato inoltre stabilito che tali aumenti potrebbero essere assorbiti in specifiche circostanze, come previsto da accordi sindacali o da aumenti concessi dalle aziende.È stata modificata la procedura di rinnovo del CCNL, stabilendo che in mancanza di un accordo entro sei mesi dalla scadenza, i lavoratori riceveranno un'indennità denominata "vacanza contrattuale" per 14 mensilità.In aggiunta, è stato concordato di riconoscere un'indennità una tantum ai lavoratori impiegati al momento della sottoscrizione dell'accordo, al fine di compensare il periodo senza contratto. Tale indennità, fissata a 350,00 € per i lavoratori al IV livello, sarà pagata in due tranche nel luglio 2024 e nel luglio 2025.L'accordo contempla anche disposizioni in merito all'assistenza sanitaria integrativa e alle modalità di assunzione a tempo determinato, introducendo nuove causali e invitando alla contrattazione di secondo livello per stabilizzare i lavoratori a tempo determinato. Per i contratti part-time, è stata prevista un'indennità aumentata a partire dal 1° gennaio 2025.Per quanto riguarda il congedo parentale, è stato ridotto il preavviso richiesto da 15 a 5 giorni. Inoltre, per le donne vittime di violenza di genere, è stata estesa la durata del congedo retribuito con ulteriori 90 giorni e sono state introdotte altre misure di protezione e sostegno.Infine, è stata istituita una Commissione per promuovere la parità di genere e ridurre eventuali disparità, con il compito di diffondere iniziative come la certificazione di parità.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Investments

Private Equity e Venture Capital nel 2023: AIFI Segnala una Riduzione delle Grandi Operazioni e una Dimezzamento della Raccolta

Dopo due anni eccezionali in termini di investimenti, soprattutto nel settore delle infrastrutture, il 2023 registra una diminuzione delle grandi operazioni. Questa è la principale conclusione dell'analisi condotta da AIFI sul mercato italiano del capitale di rischio. Nel 2023, gli investimenti di private equity e venture capital in Italia diminuiscono drasticamente del 66% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 8.162 milioni di euro. Nel 2022, il mercato italiano aveva segnato un record con 23.659 milioni di euro, trainato da operazioni di grandi dimensioni nei buy out e nelle infrastrutture.Tuttavia, nel 2023, si osserva una significativa riduzione degli investimenti di grande entità, con solo 6 large deal e 4 mega deal che rappresentano il 36% del totale investito, mentre le operazioni di minori dimensioni (small e medium deal) attraggono il secondo valore più alto mai registrato.Gli investimenti nell'early stage subiscono una contrazione del 16% in numero e del 35% in ammontare, mentre i buy out rimangono la categoria principale con 5.469 milioni di euro investiti. Gli investimenti in espansione quasi raddoppiano, arrivando a 941 milioni di euro.Le infrastrutture registrano un crollo del 91%, con solo 937 milioni di euro investiti. L'interesse degli operatori internazionali rimane alto, rappresentando il 64% degli investimenti totali, pari a 5.248 milioni di euro.Per quanto riguarda l’ammontare disinvestito delle partecipazioni al costo di acquisto, nel 2023, ha raggiunto un totale di 1.730 milioni di euro, con un calo del 61% rispetto ai 4.398 milioni dell’anno precedente.

  • Information Technology

Proiezioni per il 2028: Il Mercato dell'Intelligenza Artificiale nel Settore Alimentare raggiungerà i 43,4 miliardi di Dollari

Il Nord America guida il mercato globale con 3,5 miliardi. La logistica è il segmento in cui è impiegata di più (2,8 miliardi), tra magazzino intelligente e la gestione centralizzata dei dati.Entro il 2028, il mercato globale dell'Intelligenza Artificiale (IA) nell'industria alimentare raggiungerà i 43,4 miliardi di dollari, rispetto ai 8,2 miliardi del 2023, secondo una ricerca di PwC Italia. L'incremento dell'uso dell'IA è guidato da fattori come le normative sulla privacy dei dati e la crescita prevista del 36% nella forza lavoro qualificata entro il 2031. L'IA promette di migliorare l'efficienza operativa, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile attraverso l'automazione dei processi.Nel 2023, il Nord America ha dominato il mercato dell'IA alimentare con una quota del 42,7%, prevedendo di raggiungere il 43,4% entro il 2028, seguito dall'Europa al 27% e dall'Asia-Pacifico al 21%. La logistica rappresenta il 34,5% del mercato dell'IA, seguita dal controllo qualità, proiettato a raggiungere 6,2 miliardi di dollari nel 2028. In Italia, l'IA è la tecnologia più adottata tra le startup del settore Food Tech, seguita da Machine Learning, biotecnologie, Internet of Things, blockchain e robotica.

  • Legal

Regolamento MICA: proseguono i lavori per l’elaborazione delle norme tecniche e degli Orientamenti

ESMA pubblica nuovi documenti per l'implementazione del Regolamento MICA, delineando norme e procedure per i prestatori di servizi di cripto-attività secondo il quadro giuridico europeo.L'ESMA ha pubblicato due documenti il 25 marzo 2024, entrambi riguardanti il Regolamento MICA (Market in Crypto-Assets Regulation o MICAR), che è stato adottato il 31 maggio 2023. Questo regolamento è progettato per affrontare la frammentazione normativa delle cripto-attività nell'Unione Europea e stabilire una disciplina armonizzata per l'ammissione alla negoziazione e i prestatori di servizi ad esse collegati.Sebbene il Regolamento MICA entrerà in vigore completamente il 30 dicembre 2024, alcuni requisiti specifici per i token collegati ad attività (ART) e per i token di moneta elettronica (EMT) saranno applicati già dal 30 giugno 2024.Per garantire la piena attuazione del MICAR, l'ESMA e l'EBA stanno elaborando norme tecniche di regolamentazione (RTS), norme tecniche di attuazione (ITS) e orientamenti. Questo lavoro è stato suddiviso in tre pacchetti di consultazioni.Il primo pacchetto di consultazione (Consultation Package 1) si è svolto tra luglio e settembre 2023. L'ESMA ha ora pubblicato le bozze finali delle norme relative a questo pacchetto, che riguardano vari aspetti dei prestatori di servizi per le cripto-attività (CASP), come la notifica delle intenzioni di fornire servizi, le domande di autorizzazione e il trattamento dei reclami.Le norme finali relative ai requisiti per le politiche e le procedure sulla gestione dei conflitti di interesse saranno pubblicate successivamente, per garantire l'allineamento con i requisiti dell'EBA.Il secondo pacchetto di consultazione (Consultation Package 2) si è svolto tra ottobre e dicembre 2023.I documenti recentemente pubblicati il 25 marzo 2024, inclusi nel "Consultation Package 3", comprendono bozze di RTS e orientamenti su tematiche come la prevenzione degli abusi di mercato e i requisiti per i prestatori di servizi di cripto-attività.Infine, due ulteriori bozze di orientamenti relative alla "reverse solicitation" e alla qualificazione delle cripto-attività come strumenti finanziari sono state sottoposte a consultazione pubblica fino al 29 aprile 2024.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Finance

La diffidenza degli investitori verso i Bilanci di sostenibilità: il 94% sospetta greenwashing e fugge. Lo studio di PwC

I Bilanci di sostenibilità, originariamente strumenti di trasparenza sui temi ambientali e sociali, sono ora soggetti a crescente diffidenza e sospetto di greenwashing, secondo il Global Investor Survey di PwC. Questa sfiducia ha portato a una fuga degli investimenti sostenibili, mettendo le aziende sotto pressione per dimostrare la propria autenticità e riconquistare la fiducia degli investitoriI Bilanci di sostenibilità, concepiti per evidenziare l'impegno delle aziende su tematiche ambientali, sociali e di governance, si trovano ora in una situazione ambivalente. Introdotti negli ultimi due decenni con l'obiettivo di comunicare in modo trasparente le pratiche aziendali su questi importanti fronti, stanno purtroppo diventando oggetto di crescente diffidenza. Esiste il timore diffuso che possano essere strumentalizzati come esempi di greenwashing, ovvero la pratica di presentare un'immagine falsamente positiva delle azioni aziendali in materia di sostenibilità.Il Global Investor Survey di PwC ha rivelato che ben il 94% degli investitori nutre dubbi sulla trasparenza e l'accuratezza dei Bilanci di sostenibilità. C'è una percezione diffusa che tali documenti non riflettano pienamente le reali attività aziendali in ambito ESG, contribuendo a un'immagine ingannevolmente positiva delle imprese.Questo scetticismo ha conseguenze dirette sull'attività di investimento. Nel 2023, gli investimenti nei fondi sostenibili hanno registrato un calo significativo, come documentato dal New York Times e dal report Esma Trv Risk Monitor. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è osservata una fuga di capitali dagli investimenti sostenibili, con una diminuzione di 13 miliardi di dollari, e un numero maggiore di chiusure rispetto alle aperture di fondi ESG sostenibili.Questa situazione rappresenta una sfida per le aziende. Quello che dovrebbe essere uno strumento cruciale per comunicare i propri valori e le iniziative in materia di sostenibilità si è trasformato in un elemento a doppio taglio. Le aziende si trovano ora a dover affrontare l'onere della prova, cercando di dissipare i dubbi e riconquistare la fiducia degli investitori e del pubblico. In pratica, gli acquirenti sono sempre più propensi a partire dall'assunzione che l'azienda non sia stata trasparente o sincera nei suoi rapporti, e spetta alle aziende dimostrare il contrario.

  • Executive

M&A nel Consumer Markets: calano volumi (-17%) e valori (-48%). Il report di PwC

M&A nel Consumer Markets ha subito una complessa evoluzione, con un calo globale del 17% e del 4% in Italia rispetto al picco del 2021. Nonostante l'incertezza, l'M&A rimane una priorità per molti CEO, mentre si prevede una stabilizzazione nel 2024 con un aumento delle operazioni trainate da iniziative di investimento e trasformazione.Negli ultimi due anni, le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) nel settore dei mercati di consumo hanno subito una complessa evoluzione, come riportato dallo studio PwC Global & Italian M&A Trends in Consumer Markets. Si è registrato un calo del 17% a livello globale e del 4% in Italia rispetto al picco del 2021 in termini di volumi di operazioni completate. Questo declino è stato ancora più marcato in termini di valore, con una diminuzione del 48% a livello globale e del 51% in Italia, principalmente a causa della riduzione delle grandi operazioni sponsorizzate dai fondi e finanziate con leva, rispetto alle operazioni di middle market promosse da operatori industriali.Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Consumer Markets & Markets Deals Leader, commenta: "Anche se ci sono segnali di calo dei tassi di inflazione e di interesse, nel Consumer Markets stimiamo sia necessario più tempo agli investitori per fare chiarezza sull’evoluzione dei prossimi mesi con riferimento in particolare alle dinamiche inflattive su costi, energia, prezzi di vendita e sulla capacità di mantenere nel medio termine i livelli di marginalità del 2023. Questa situazione di incertezza si tradurrà in un minor numero di operazioni e maggiore cautela nei multipli da applicare".Nonostante l'incertezza, l'attività di M&A rimarrà una priorità strategica per molti CEO nel settore, con il 52% delle aziende di Consumer Markets che dichiara l'intenzione di completare almeno un'acquisizione nei prossimi tre anni.Nel 2023, il mercato italiano dell'M&A nel settore consumer ha registrato un calo del 4.4% delle operazioni completate, con una diminuzione del 14% nel comparto Food & Beverages, compensata da una ripresa nel settore Hospitality & Leisure (+15%).Nel settore Food & Beverages, le operazioni più significative del 2023 sono state guidate dalla strategia di crescita internazionale, con aziende che hanno acquisito per entrare in nuovi mercati o ampliare il proprio portafoglio di brand.Nel settore Fashion si osserva una crescente polarizzazione tra i brand del lusso e gli altri operatori, con i primi che hanno registrato una performance di crescita significativa. Nel 2024 ci si aspetta una "normalizzazione" dei tassi di crescita, con una crescita più sostenuta per i top player.Nel settore della salute e della bellezza, si prevede una crescita costante trainata dall'export e da una forte domanda interna, con un aumento delle operazioni di M&A nel 2024.Nel comparto retail, si osserva una tendenza al consolidamento del mercato e all'investimento in canali digitali per migliorare l'accesso e il coinvolgimento del consumatore.Il settore Pet e Vet presenta opportunità di investimento, con un mercato in crescita trainato dalla premiumization e da una maggiore attenzione al benessere degli animali.Nel settore dell'ospitalità e del tempo libero, si prevede un ulteriore sviluppo grazie al ritorno dei viaggiatori internazionali e all'attenzione crescente delle generazioni più giovani e maturi alle esperienze turistiche.Infine, la pressione regolamentare e l'attenzione verso aspetti ESG stanno guidando gli investimenti in materiali e processi sostenibili, con aspettative di dismissioni selettive e investimenti in player che si distinguono per la loro sostenibilità nel 2024."Nel 2024, conclude Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Consumer Markets & Markets Deals Leader, ci attendiamo una stabilizzazione del contesto macroeconomico generale, che avrà un impatto positivo sulla propensione al consumo e di conseguenza sulla fiducia degli investitori nel settore. Le operazioni di M&A sono attese in crescita sotto l’impulso delle iniziative di investimento e trasformazione degli operatori strategici, ma anche di dismissioni rese necessarie da tematiche di cassa e di razionalizzazione del portafoglio prodotti o della rete".

  • Legal

Bonifici istantanei in euro: Regolamento in Gazzetta Ufficiale dell’UE

Rivoluzione nei pagamenti: norme UE promuovono bonifici istantanei in euro per una maggiore rapidità e sicurezza finanziaria. Adeguamento dei prestatori di servizi di pagamento richiesto entro scadenze variabili.Il 19 marzo 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il Regolamento (UE) 2024/886 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che riguarda i bonifici istantanei in euro. Questo regolamento, in vigore dall'8 aprile 2024, modifica i regolamenti esistenti e le direttive per garantire la rapidità e la sicurezza dei trasferimenti di fondi.Le nuove norme si ispirano alla "Strategia sui pagamenti al dettaglio" inclusa nel Digital Finance Package della Commissione Europea del settembre 2020.Le principali novità riguardano il Regolamento SEPA, che ora include disposizioni specifiche per i pagamenti istantanei in euro. Le regole richiedono ai prestatori di servizi di pagamento (PSP) di offrire un servizio di bonifico istantaneo disponibile 24/7, con trasferimenti eseguiti entro 10 secondi dall'ordine e fondi immediatamente disponibili per il beneficiario.Inoltre, i costi dei bonifici istantanei non devono superare quelli dei bonifici tradizionali, e sono previste misure di sicurezza per contrastare le frodi. Queste includono l'identificazione del destinatario, limiti massimi impostabili per i trasferimenti istantanei e procedure di screening per evitare transazioni con persone o entità soggette a sanzioni dell'UE.I PSP devono adeguarsi a queste nuove disposizioni entro un periodo di tempo variabile a seconda della loro localizzazione nell'Eurozona o altrove.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata

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