AI Act: verso l'approvazione europea
In seguito all'accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo nel dicembre scorso, l'Unione Europea sta procedendo verso l'approvazione definitiva del primo Regolamento completamente dedicato all'Intelligenza Artificiale (AI). Le sfide normative legate a questa disciplina emergente si concentrano attualmente su questioni come il copyright e il trattamento legittimo dei grandi quantitativi di dati necessari per l'addestramento degli algoritmi.PwC Italia ha avviato una serie di incontri per facilitare il dialogo tra le aziende e i responsabili delle decisioni durante i due anni precedenti l'entrata in vigore dell'AI Act.Secondo Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia, la classe dirigente di questo paese deve valutare attentamente la propria propensione al cambiamento: "Vediamo un rischio che incrementa proporzionalmente sulla base della velocità del cambiamento stesso, quindi in questo momento in cui il modo di lavorare sta cambiando in modo molto veloce, credo che tutto possa essere distillato sul concetto di lavorare per ridurre al massimo gli impatti della resistenza al cambiamento, che è un fatto umano. Tutti noi dobbiamo tenere la mente aperta e pensare out of the box, per cercare di trovare il modo di accelerare il più possibile e tenere il passo".Il dubbio principale è legato allo svantaggio competitivo che una normativa troppo rigida potrebbe imporre alle aziende europee, in confronto ad altri ecosistemi più permissivi, come in parte sono gli Stati Uniti ed in assoluto è la Cina.Secondo Andrea Lensi Orlandi, Legal Partner NewLaw PwC TLS Avvocati e Commercialisti, è importante però anche tenere conto della prospettiva da cui si osserva il problema della competizione.La necessità di una normazione europea sul trattamento dei dati è riconosciuta come fondamentale, e allo stesso tempo, è essenziale che tali normative siano sempre aggiornate. La responsabilità istituzionale, e non solo, di proteggere questi dati è evidente e tangibile. La cybersecurity emerge come un elemento indispensabile nell'ecosistema dell'intelligenza artificiale, richiedendo un progresso parallelo a livello tecnologico e normativo.
Decreto Agrivoltaico “innovativo”: incentivi e contributi a valere sul PNRR in arrivo
Sostenibilità, Innovazione e Agricoltura: Il Decreto per l'Agrivoltaico e gli obiettivi energetici 2030-2050Il Decreto recentemente firmato dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica mira a promuovere la diffusione degli impianti agrivoltaici innovativi per incrementare la quota di energia rinnovabile nel consumo finale lordo, contribuendo così agli obiettivi nazionali ed europei al 2030 e al 2050.L'iniziativa punta a installare oltre 1,04 gigawatt di sistemi agrivoltaici innovativi, offrendo incentivi sotto forma di contributi in conto capitale coprenti fino al 40% dei costi e tariffe incentivanti sulla produzione di energia elettrica immessa in rete. Gli impianti agrivoltaici dovrebbero privilegiare soluzioni costruttive innovative, consentendo la coesistenza di più usi del suolo e migliorando la redditività, con particolare attenzione a strutture verticali e moduli ad alta efficienza. I partecipanti alle aste devono possedere titolo abilitativo, preventivo di connessione accettato, continuità delle attività agricole sottostanti, e dichiarazione di capacità finanziaria. Le procedure pubbliche per l'accesso agli incentivi saranno gestite dal GSE nel corso del 2024, e le centrali di produzione di energia elettrica dovranno essere realizzate entro il 30 giugno 2026. Le tariffe di riferimento variano in base alla potenza dell'impianto e alla zona geografica, con costi massimi ammissibili specificati nel decreto. L'entrata in vigore avverrà dopo la pubblicazione ufficiale e l'avviso sulla Gazzetta Ufficiale, seguita dalla definizione delle regole operative da parte del GSE e dalla pubblicazione del primo avviso pubblico entro 15 giorni.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Linee Guida AGCOM Influencer
In un contesto di rapida evoluzione nel panorama mediatico digitale, gli influencer, protagonisti della comunicazione attraverso i social media, hanno guadagnato crescente importanza, rivoluzionando strategie di marketing e sollevando questioni etiche e legali. In risposta a queste sfide, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente approvato le Linee Guida il 10 gennaio. Queste norme mirano a regolamentare l'attività degli influencer, ponendo un'enfasi particolare sulla trasparenza nelle comunicazioni commerciali. Le Linee Guida AGCOM cercano di garantire il rispetto delle disposizioni del Testo Unico sui Servizi di Media Audiovisivi, allineando l'Italia con le regolamentazioni europee e seguendo l'esempio della Francia, che ha introdotto una legge simile nel giugno 2023. Questo segna un punto di svolta nella comunicazione digitale in Italia.Tra i punti salienti delle Linee Guida AGCOM si annoverano:in primo luogo, la definizione regolamentare di “influencer“ (anche chiamati nel linguaggio corrente “vlogger”, “streamer”, “creator”, “uploader”) dovendosi considerare tali coloro che “creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi, sui quali esercitano responsabilità editoriale, tramite piattaforme per la condivisione di video e social media”.Con riferimento ai destinatari di tale provvedimento, nell’ambito della categoria più ampia di influencer, le Linee Guida AGCOM sono dirette in particolare ai cd. “grandi influencer“, i quali raggiungono, tra l’altro, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2% (con almeno un milione di follower e un engagement rate pari o superiore al 2%).Ancora, un aspetto fondamentale, oltreché fil rouge dell’intervento dell’AGCOM, è rappresentato dal rafforzamento dell’obbligo di rendere evidente la natura pubblicitaria dei contenuti pubblicizzati.Più nel dettaglio, le Linee Guida AGCOM prevedono che alcune disposizioni del TUMSA siano immediatamente applicabili agli influencer dovendosi tenere in considerazione le caratteristiche proprie dell’attività svolta, ossia la diffusione di contenuti audiovisivi autoprodotti, come ad esempio le disposizioni a tutela dei principi generali di informazione, dei diritti fondamentali della persona e dei minori, nonché le norme in materia di comunicazioni commerciali.Infine, sempre nella stessa direzione, le Linee Guida AGCOM prevedono l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di adottare un codice di condotta ad hoc per gli influencer, attraverso anche la partecipazione di soggetti che, pur non rientrando nel perimetro normativo e regolamentare dell’Autorità, operano quali intermediari tra i brand e gli influencer stessi, in modo da creare un quadro di riferimento chiaro e condiviso per tutte le parti coinvolte.L'applicazione del TUSMA agli influencer e ai content creator solleva questioni complesse riguardo alle modalità e alle conseguenze di questa equiparazione ai fornitori di servizi audiovisivi. Se da un lato le misure rappresentano un passo necessario verso la professionalizzazione dell'attività degli influencer dopo anni di vuoto normativo, dall'altro, associazioni come l'Associazione Italiana Content & Digital Creator (AICDC) esprimono preoccupazioni e chiedono il coinvolgimento delle piattaforme social nella definizione di regole condivise.Le Linee Guida AGCOM segnano un passo significativo verso una maggiore regolamentazione del settore digitale. Mentre il settore si adatta a queste nuove norme, si avvicina un'era in cui l'attività online sarà soggetta a standard e aspettative simili a quelli dei media tradizionali, rappresentando un'evoluzione fondamentale nella gestione e percezione del digitale. Il nuovo quadro normativo, con la definizione di influencer e l'istituzione di un tavolo tecnico per un codice di condotta, mira a garantire maggiore trasparenza e responsabilità nel mondo dell'influencer marketing, affrontando le sfide etiche e legali generate dall'evoluzione di questo settore in rapida crescita.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Space economy: mercato da mille miliardi nel 2030
Crescita annuale stimata del +11% rispetto ai 470 miliardi di euro del 2023. Italia: settimo paese al mondo per investimenti in relazione al Pil. I dati sono emersi oggi nel corso del webinar di PwC Italia: “Aerospace: il know how italiano nella missione internazionale Ax-3”Il mercato della space economy prevede di raggiungere i 1000 miliardi di euro nel 2030, con una crescita media annuale del +11% rispetto ai 470 miliardi di euro del 2023. Settori come l'osservazione della Terra, le comunicazioni satellitari e l'in-orbit servicing potrebbero crescere del 15%. L'Italia gioca un ruolo chiave a livello internazionale, posizionandosi al settimo posto al mondo per gli investimenti nello spazio in rapporto al Pil. Gli investimenti italiani ammontano a 4.6 miliardi di euro, con un fatturato stimato di 2.5 miliardi di euro nel settore aerospaziale nel 2022. Il budget nazionale, integrato con fondi come il Pnrr e la partecipazione al programma Artemis, prevede oltre 3 miliardi di euro di investimenti italiani nell'Agenzia Spaziale Europea nei prossimi tre anni.Il webinar organizzato da PwC Italia, intitolato "Aerospace: il knowhow italiano nella missione internazionale Ax-3", ha evidenziato diversi aspetti cruciali del mercato della space economy. Il colonnello Walter Villadei dell'Aeronautica Militare, pilota della missione Ax-3, insieme a imprenditori e manager di aziende coinvolte, ha approfondito le caratteristiche uniche di questa prima missione spaziale commerciale italiana, tra cui: Andrea Pontremoli, ad di Dallara Automobili, Corinna Sperandini, ad di Spacewear, Riccardo Ceccarelli, founder di Mental Economy, Matteo Molteni, partner PwC Italia Digital Innovation e Andrea Masina, ad di GVM Assistance.Durante la fase preparatoria e le due settimane a bordo della stazione spaziale internazionale, le aziende partecipanti si concentreranno su attività di sperimentazione per comprendere la fisiologia umana sulla Terra e in orbita. Questo sforzo mira a rafforzare e promuovere le competenze tecnologiche italiane per le attività commerciali in Low Earth Orbit.Il mercato della space economy mostra un notevole interesse da parte di industrie e privati, con un aumento degli investimenti globali nel settore stimato a circa 50 miliardi di euro nel periodo 2015-2022. La concentrazione del mercato è evidente, con grandi aziende che dominano sia nel settore upstream (lanciatori, moduli pressurizzati, accesso allo spazio) che nel downstream (osservazioni dalla terra, tecnologie satellitari).Alessandro Grandinetti, markets & clients leader di PwC Italia ha sottolineato: “L’ Italia è un player importante a livello internazionale nella space economy, ma non c’è ancora una legge sullo spazio, aspetto fondamentale per favorire la crescita del settore e lo sviluppo di un ecosistema abilitante. Per il 2024 ci si aspetta che venga redatta la nuova legge sullo spazio, grazie all’impegno del governo. Ciò consentirebbe di chiarire il regime regolatorio, semplificare il framework e definire gli impegni in ambito finanziario, assicurativo e autorizzativo. La normativa potrà agevolare lo sviluppo di nuovi modelli di business e favorire l’ingresso di nuovi soggetti nei diversi segmenti di mercato. Il prossimo ottobre Milano ospiterà la settantacinquesima edizione dell’International Astronautical Congress (Iac), la più importante manifestazione mondiale nel settore dello Spazio, un risultato che premia le eccellenze italiane e riconosce il ruolo di primo piano dell’Italia nella space economy globale”.L'incontro ha evidenziato l'importanza di potenziare l'ecosistema attraverso collaborazioni tra grandi soggetti, imprese/startup e partnership internazionali. Si prevede che entro il 2026 ci saranno ulteriori investimenti italiani nel settore, stimati a €7,3 miliardi, provenienti da ESA, ASI, Pnrr e fondi europei.
Regolamento DORA: finalizzato dalle ESAs il primo set di norme tecniche
Ad esito della consultazione pubblica tenutasi tra giugno e settembre 2023, le Autorità di Vigilanza europee (EBA, ESMA, EIOPA, nel complesso le c.d. “ESAs”) hanno pubblicato, in data 17 gennaio 2024, le bozze finali di alcuni set di norme tecniche da svilupparsi ai sensi del Regolamento DORA (Regolamento (UE) 2022/2554, Digital Operational Resilience Act).Il Regolamento DORA, pubblicato il 27 dicembre 2022 sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e in vigore dal 17 gennaio 2025, stabilisce un quadro normativo europeo per la resilienza operativa digitale nel settore finanziario. L'obiettivo è garantire la sicurezza dei sistemi informatici e di rete delle entità finanziarie regolamentate.Le Autorità Europee di Sorveglianza (ESAs) sono incaricate di sviluppare norme tecniche di regolamentazione (RTS) e norme di attuazione (ITS), oltre a fornire orientamenti su vari aspetti della normativa. Tali norme saranno esaminate e adottate dalla Commissione europea tramite atti delegati e di esecuzione.Il Regolamento prevede che il primo set di norme tecniche sia presentato alla Commissione entro il 17 gennaio 2024, mentre un secondo gruppo deve essere finalizzato entro il 17 luglio 2024. Le ESAs hanno rispettato questa tempistica, presentando le bozze finali delle norme tecniche alla Commissione, che riguardano la gestione del rischio ICT, la classificazione degli incidenti legati alle TIC, i modelli per il registro delle informazioni e la politica sui servizi ICT forniti da terzi.La Commissione europea procederà all'adozione di questi primi standard tecnici nei prossimi mesi conformemente alle disposizioni del Regolamento.Per saperne di più visita la pagina dedicata
Dirigenti globali in allerta: il sondaggio PwC rivela preoccupazioni su IA, cambiamenti climatici e futuro aziendale
I dirigenti globali sono sempre più preoccupati per la redditività a lungo termine delle loro aziende, aumentano i rischi legati all'AI e al clima.Il sondaggio di PwC, prima del World Economic Forum a Davos, rivela una crescente preoccupazione tra i dirigenti globali per la redditività a lungo termine delle loro aziende. Circa il 45% dei 4.700 CEO intervistati teme che le proprie aziende non sopravviveranno senza cambiamenti significativi nei prossimi dieci anni. L'intelligenza artificiale generativa (IA) e i cambiamenti climatici sono le principali fonti di pressione. ”Nel giro di tre anni l’Intelligenza artificiale generativa cambierà il modo in cui l’impresa genera valore secondo il 70% dei ceo mondiali(il 59% in Italia) e per questo dobbiamo imparare ad imparare sempre di più, ovvero accompagnare al sapere tecnico le capacità di analisi strategiche e le competenze umanistiche per acquisire uno spirito critico con un orizzonte di medio periodo” spiega Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato PwC Italia."C'è un 55% che pensa di non dover cambiare radicalmente, e direi che è un po' ingenuo perché il mondo sta cambiando così velocemente intorno a loro", ha detto il Presidente di PwC Global Bob Moritz al Reuters Global Markets Forum (GMF) prima dell'incontro annuale del World Economic Forum a Davos.L'IA generativa è una delle preoccupazioni principali, con il 75% degli intervistati che prevede cambiamenti significativi nei prossimi tre anni. Si prevede che l'IA richiederà nuove competenze per i dipendenti, con preoccupazioni su cybersicurezza e pregiudizi. L'indagine di PwC ha anche mostrato una maggiore attenzione alle preoccupazioni ambientali che fanno pressione sui margini, con quattro dirigenti su dieci che hanno dichiarato di accettare rendimenti più bassi per gli investimenti rispettosi del clima.PwC evidenzia una crescente attenzione alle preoccupazioni ambientali che influiscono sui margini aziendali, con il 40% dei dirigenti disposti ad accettare rendimenti inferiori per investimenti sostenibili. Meno del 50% ha segnalato progressi nell'integrazione dei rischi climatici nella pianificazione finanziaria, mentre il 31% non ha intenzione di farlo. Nonostante un'ottimistica prospettiva sulla crescita globale, le aziende si mostrano meno fiduciose riguardo alla crescita dei ricavi nell'anno successivo, con il 37% che esprime fiducia, rispetto al 42% nel 2023."La capacità di aumentare le tariffe e i prezzi non è così facile come in passato... questa sarà una tendenza che probabilmente vedremo nei prossimi due o tre anni", ha detto Moritz.Il sondaggio di PwC ha rilevato che la Gran Bretagna è il Paese principale in cui investire, con quasi un terzo degli Amministratori Delegati statunitensi che hanno scelto il Paese tradizionalmente popolare come obiettivo principale.La posizione della Gran Bretagna tra gli Amministratori Delegati cinesi è aumentata drasticamente, raggiungendo il sesto posto, rispetto al sedicesimo dello scorso anno.Tuttavia, l'ex membro dell'Unione Europea è diventato leggermente meno importante dal punto di vista strategico per i CEO globali, scendendo di un posto al quarto dietro la Germania, mentre gli Stati Uniti e la Cina hanno mantenuto rispettivamente il primo e il secondo posto.
Le modifiche legislative alla tassazione delle persone fisiche
I nuovi criteri di collegamento della residenza delle persone fisiche e la loro incidenza sui vigenti regimi fiscali di vantaggioIl Decreto Legislativo del 27 dicembre 2023, n. 209, noto come "Attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale", ha introdotto importanti modifiche ai criteri di collegamento per determinare la residenza fiscale delle persone fisiche. Il nuovo articolo 2 del Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, n. 917, in vigore dal 1 gennaio 2024, stabilisce che sono fiscalmente residenti in Italia coloro che, per la maggior parte dell'anno fiscale (oltre 183 giorni), hanno domicilio, residenza o presenza fisica nel paese. Inoltre, si presume residente chi è iscritto per la maggior parte dell'anno nelle anagrafi della popolazione residente, ma questa presunzione può essere confutata.Un cambiamento rilevante riguarda l'eliminazione del riferimento al codice civile nella definizione di domicilio, con maggiore enfasi sulle relazioni personali e familiari rispetto agli interessi economici e lavorativi.Dal 1 gennaio 2024, è stato introdotto un nuovo criterio di presenza fisica in Italia per determinare la residenza.Il decreto ha, inoltre, apportato modifiche al regime fiscale dei neo-residenti e dei lavoratori impatriati. Tali modifiche includono nuovi requisiti e condizioni per il regime impatriati, che si applica ai redditi da lavoro dipendente o autonomo prodotti in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza fiscale in Italia. I redditi in questione, entro il limite di seicentomila euro annui, sono ridotti del 50% ai fini della formazione del reddito complessivo per i primi quattro anni.Il regime impatriati richiede che i lavoratori si impegnino a risiedere fiscalmente in Italia per almeno quattro periodi d'imposta, non siano stati residenti in Italia nei tre periodi precedenti al trasferimento, e soddisfino requisiti di qualificazione o specializzazione.Il decreto ha anche introdotto un aumento dell'aliquota dell'IVIE (Imposta sul Valore degli Immobili all'Estero) dall'0,76% all'1,06%, con effetto dal periodo d'imposta 2024. Inoltre, l'aliquota dell'IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all'Estero) è aumentata dall'0,2% allo 0,4% per le attività detenute in Paesi a fiscalità privilegiata, con effetto dal periodo d'imposta 2024, ad eccezione della Svizzera che rimane soggetta all'aliquota dell'0,2%.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata
Legge Bilancio 2024
Le principali novità Payroll e GiuslavoristicheLa Legge di Bilancio n. 213/2023, approvata il 29 dicembre 2023, introduce diverse novità in ambito Payroll e Giuslavoristico. Tra le principali modifiche, il comma 15 reintroduce un esonero parziale dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti nel periodo dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024. L'esonero varia dal 6% al 7% della quota dei contributi IVS, a seconda della retribuzione imponibile mensile, con incrementi percentuali riconosciuti senza impatti sul rateo di tredicesima.Fringe benefit 2024 – Incremento della soglia di esenzione – Art. 1, commi 16 – 17I commi 16 e 17 della Legge di Bilancio 2024 introducono, per l'anno fiscale 2024, una disciplina migliorativa riguardante l'esclusione dal reddito imponibile da lavoro dipendente o assimilato del valore dei "fringe benefits" (benefici aggiuntivi) forniti dal datore di lavoro. In particolare, viene aumentato il limite di esenzione da €258,23 a:€2.000 per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico, previa dichiarazione al datore di lavoro e indicazione dei codici fiscali dei figli;€1.000 per tutti gli altri lavoratori dipendenti o percettori di reddito assimilato.Questi limiti di esenzione si applicano anche alle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per pagamenti come utenze domestiche, servizio idrico integrato, energia elettrica, gas naturale, affitto della prima casa e interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Le esenzioni, secondo il regime transitorio, influenzano anche la base imponibile della contribuzione previdenziale.Proroga dell’ISCRO per l’anno 2024 – Art. 1, commi 142 – 155L'Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO), riconosciuta per l'intero anno 2024, è destinata sperimentalmente a tutela dei liberi professionisti che contribuiscono alla Gestione separata INPS. Introdotta dalla Legge di Bilancio per il 2021, viene erogata a coloro che:Non sono titolari di trattamento pensionistico diretto e non sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;Non beneficiano dell'Assegno di Inclusione;Hanno un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi degli ultimi due anni, dichiarato nell'anno precedente alla richiesta;Dichiarano un reddito annuo non superiore a €12.000, rivalutato annualmente;Sono in regola con i contributi previdenziali obbligatori;Hanno una partita IVA attiva da almeno 3 anni per l'attività in corso.La domanda per accedere all'ISCRO va presentata online all'INPS entro il 31 ottobre di ogni anno di fruizione, con autocertificazione dei redditi prodotti negli anni di interesse. La percezione dell'indennità è legata alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale e dura sei mensilità. L'importo è pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti, con limite massimo di 800 euro mensili e minimo di €250. Gli importi sono annualmente rivalutati. L'ISCRO, che non attribuisce contribuzione figurativa, inizia a decorrere dal giorno successivo alla presentazione della domanda e concorre alla formazione del reddito ai sensi del TUIR. La cessazione dell'attività o della partita IVA durante l'erogazione comporta l'immediato stop dell'indennità, con recupero di eventuali pagamenti successivi alla data di chiusura dell'attività.Disposizioni in materia pensionisticaI commi 125-140 contengono disposizioni su pensione di vecchiaia, pensione anticipata, APE Sociale, “Quota 103” e “Opzione Donna”. In particolare, il diritto alla pensione di vecchiaia in presenza di 20 anni di contributi potrà essere conseguito se l'importo mensile è almeno pari all'assegno sociale. Per la pensione anticipata (con almeno 20 anni di contributi), l'importo mensile deve essere almeno 3 volte l'assegno sociale, 2,8 volte per le donne con un figlio, e 2,6 volte per le donne con due o più figli. È stata introdotta una finestra di 3 mesi per l'accesso alla pensione anticipata. Nel 2024, il requisito anagrafico per l'accesso all'APE sociale è innalzato a 63 anni e 5 mesi. Nel 2024, per l'accesso a "Opzione Donna" saranno necessari 61 anni di età, confermando i requisiti di anzianità contributiva e riduzione dell'età parametrata alla presenza di figli. Confermata per il 2024 la "Quota 103" con calcolo interamente contributivo e importo massimo pari a 4 volte il trattamento minimo INPS, con finestra di 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico. Infine, il comma 141 proroga le agevolazioni contributive per i lavoratori del settore poligrafico, autorizzando spese aggiuntive per il 2024-2027 per l'accesso in deroga con almeno 35 anni di contributi.Per scoprire tutte le novità introdotte visita la pagina dedicata
PwC sulle principali novità e opportunità di finanziamento nazionali ed europee
È online l’ultima newsletter realizzata dalla Task Force PNRR di PwC sulle principali novità e opportunità di finanziamento nazionali ed europeePNRR: Il Consiglio degli Affari Economici e Finanziari (ECOFIN) ha ratificato la proposta di revisione del PNRR avanzata dall’Italia, già approvata dalla Commissione Europea lo scorso 24 Novembre. Con la nuova versione del Piano, le risorse assegnate all’Italia aumentano da € 191,6 mld a €194,4 mld. PNRR: La Commissione Europea ha versato all’Italia la quarta rata del PNRR per un importo di € 16,5 mld. Il pagamento porta il totale delle risorse PNRR finora ottenute a circa € 102 mld. PN JUST TRANSITION FUND: È stato pubblicato il primo calendario degli inviti a presentare proposte nell’ambito del Piano Nazionale Just Transition Fund, strumento finanziario nel quadro della politica di coesione per il sostegno dei territori della provincia di Taranto e del Sulcis Iglesiente. Il calendario mira a fornire informazioni sulle opportunità che verranno messe a disposizione, specificando destinatari, tempistiche e risorse destinate a ciascun avviso.Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla Newsletter