• Executive

La missione spaziale Ax-3 Voluntas e le prospettive dell'economia spaziale italiana

Grandinetti: “L’obiettivo è quello di capire come alcune sostanze o alcuni metalli o alcune leghe si comportano in microgravità”Durante l'evento "Volo umano spaziale: opportunità per le aziende italiane nella New Space economy", organizzato a Milano dall'Aeronautica Militare e da PwC Italia, sono stati discussi i risultati e le prospettive legate all'esperienza del Sistema Paese nella missione spaziale Ax-3 Voluntas, guidata dal Colonnello Walter Villadei. Questo dibattito non si è limitato alle opportunità di business per le aziende del settore spaziale, ma ha esplorato anche altre aree di interesse.Secondo un'analisi recente condotta da PwC Italia, il mercato della Space Economy sta registrando una notevole crescita, con un tasso annuo medio del +11% rispetto ai 470 miliardi di euro del 2023, con l'obiettivo di raggiungere i 1.000 miliardi di euro entro il 2030. Questa espansione coinvolge settori cruciali come l'assistenza ai satelliti, la rimozione dei detriti spaziali e la ricerca in microgravità.L'Italia si colloca come il settimo Paese al mondo per gli investimenti nello spazio in rapporto al Pil, con un totale di 4.6 miliardi di euro e un fatturato stimato di 2,5 miliardi nel 2022. Nei prossimi tre anni, sono previsti oltre 3 miliardi di euro di investimenti italiani nell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Inoltre, nel 2024 è prevista un'accelerazione degli investimenti pubblici che, entro il 2026, dovrebbero raggiungere circa 7.3 miliardi di euro, inclusi contributi destinati all'ESA, all'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ai fondi europei.L'opportunità di business nel settore potrebbe ulteriormente ampliarsi con il lancio della prima stazione spaziale commerciale della storia da parte di Axiom Space, come ha sottolineato il presidente dell'azienda aerospaziale americana, Matt Ondler, in un'intervista a askanews.Durante l'evento, Alessandro Grandinetti, Clients & Markets Leader di PwC Italia ha dichiarato “Noi abbiamo avuto già nella missione per cui il colonnello Villadei ha partecipato come astronauta e come pilota delle sperimentazioni e ci sono oggi le testimonianze delle aziende che hanno partecipato tra le quali Dallara, Pontremoli, Grana e tante altre. L’obiettivo è proprio quello di capire come alcune sostanze o alcuni metalli o alcune leghe si comportano in microgravità; quindi, in condizioni in cui sono riprodotte delle condizioni che non sono quelle che sperimentiamo sulla Terra. Queste sperimentazioni aumentano la capacità di operare di certi materiali e di certe leghe e questo può essere un valore aggiunto che viene generato attraverso queste sperimentazioni per poi renderle commercialmente esportabili anche sul mercato naturale dell’Italia”. Aggiungendo “Questo si traduce in opportunità di business in tutte le aziende ma in tutti i settori, in tanti settori, non solo i settori che abbiamo menzionato – ha precisato Grandinetti – ma possono essere anche esplorate altre opportunità. Quello che serve, come in ogni settore che sta crescendo in questo momento, è quello di investire e di farlo in modo sistemico, quindi con la collaborazione tra pubblico e privato in modo da avere un numero di risorse sufficiente per sostenere la ricerca e l’innovazione nei prossimi anni”.

  • Corporate Social Responsibility

Moda e Parità: Piano d'Azione per ridurre il Gender Pay Gap in Italia ed Europa

La moda si mobilita per ridurre il gender pay gap nella filiera italiana ed europea, presentando un piano d'azione condiviso tra Gfa, CNMI e PwC, mirando a promuovere equità salariale e leadership femminileLa moda si unisce per ridurre il gender pay gap nella filiera italiana ed europea attraverso un progetto presentato a Milano da GFA-Global Fashion Agenda, CNMI-Camera Nazionale della Moda Italiana e PwC Business Services Srl. Questo progetto coinvolge un gruppo di marchi e aziende del settore, con l'obiettivo di ridurre il divario retributivo tra uomini e donne nelle manifatture. Si tratta di un piano d'azione che mira a dimostrare il ruolo dei marchi e dei loro partner produttivi nell'assicurare pratiche di acquisto responsabili, diritti dei lavoratori ed equità salariale.L'iniziativa inizia in Italia con la raccolta di dati sulla filiera e sui terzisti che lavorano con i brand, che verranno presentati al fashion summit a Copenaghen. L'obiettivo è creare programmi e una metodologia comune per affrontare il divario di genere, e fare pressione sui legislatori per incentivare lo sviluppo delle carriere femminili attraverso training, assunzioni e promozioni.Secondo il rapporto Women in Work 2023 di PwC, in Europa serviranno 50 anni per colmare il divario retributivo di genere. Attualmente, un terzo delle donne europee sono manager nel settore moda. In Italia, le donne che lavorano per i principali marchi di moda guadagnano in media il 5,5% in meno degli uomini. Tuttavia, PwC ha notato che molte donne sono impiegate nelle PMI che costituiscono una grande parte della catena di approvvigionamento dei marchi del lusso, e che la riorganizzazione post-Covid ha reso la filiera più compatta, trasparente e sicura.Nel 2023, nel settore del lusso italiano, il numero di donne in ruoli di leadership è aumentato, con il 30,9% delle donne impiegate in ruoli dirigenziali e il 27% nei consigli di amministrazione. Questi dati indicano un progresso verso l'equità di genere nel settore della moda italiana.«La percentuale di crescita ci indica un trend positivo», ha aggiunto a MFF Erika Andreetta, Emea fashion & luxury leader e partner PwC Italia. «La moda è sulla buona strada rispetto altri settori. Tante pratiche sono nate dai brand del lusso soprattutto negli ultimi 2-3 anni, mi aspetto che questo lavoro si possa amplificare per espandersi lungo la filiera». Sempre per la società di consulenza, le donne rappresentano il 59,5% nel tessile-abbigliamento in Italia (-0,3% nel 2021 sul 2020), una quota doppia rispetto al 28,6% che occupano nell’intera manifattura. «Uno dei dati positivi è il tema dell’artigianalità di prodotto. La creazione di valore passa attraverso le mani delle donne nella moda, dalle sarte, alle artigiane, alle prototipiste. C’è ancora necessità di manualità e di saper fare femminile».

  • Finance

PwC Global and Italian M&A Trends Industrial Manufacturing & Automotive – Trends 2023 e Outlook 2024

PwC Italia ha realizzato lo studio “Global and Italian M&A Trends Industrial Manufacturing & Automotive – Trends 2023 e Outlook 2024”, analizzato i trend M&A globali e nazionali.Sulla base dell’analisi, per il 2024, si prospetta un recupero dell’M&A nel settore manifatturiero italiano grazie al parziale miglioramento della situazione finanziaria macroeconomica e un incremento della fiducia degli investitori sulle prospettive italiane di medio periodo.Sarà fondamentale per le aziende italiane avere la capacità di trasformare il proprio modello di business per rimanere competitive, aumentare l’efficienza produttiva, espandere la propria presenza sul mercato e assicurarsi una crescita sostenibile nel lungo periodo.“Il transformational M&A sarà fondamentale nel 2024, molti operatori industriali guarderanno alla crescita per linee esterne per accrescere le loro competenze a livello di automazione e robotica con particolare focus sul settore dei servizi industriali a valore aggiunto. In particolare, mi aspetto che vengano create nuove opportunità di M&A in settori dinamici che stanno vivendo rapidi progressi collegati alla transizione energetica e l’evoluzione tecnologica”Nicola Anzivino, Global & EMEA Industrial Manufacturing and Automotive Deals Leader, Partner PwC ItaliaPer saperne di più visita la pagina dedicata

  • Legal

Concessioni idroelettriche: primi tentativi di apertura al mercato, tra spinte europeiste e tutela degli asset strategici

L'apertura al mercato delle concessioni idroelettriche solleva preoccupazioni per gli operatori energetici regionali, con controversie legali che ritardano le procedure. Questo scenario evidenzia la necessità di una riforma normativa per garantire uno sviluppo sostenibile, bilanciando interessi nazionali, europei e settoriali.La prossima apertura al mercato delle concessioni idroelettriche nazionali ha generato preoccupazioni nel settore energetico. Le regioni sono chiamate a riesaminare le concessioni, seguendo la Legge sulla concorrenza del 2022. Tuttavia, la Regione Abruzzo ha avviato una procedura per assegnare in concessione tre grandi derivazioni idroelettriche, suscitando contestazioni da importanti società del settore.Queste contestazioni riguardano la conformità della procedura regionale alla normativa nazionale sulle concessioni idroelettriche e i criteri di valutazione delle offerte, specialmente il vantaggio dato agli autoproduttori. Le pressioni hanno portato alla sospensione della procedura, evidenziando le incertezze normative che minacciano lo sviluppo economico ed energetico del paese.Il settore idroelettrico italiano è in evoluzione con frequenti modifiche normative per bilanciare la concorrenza di mercato con la tutela degli interessi nazionali. Recentemente, è stato incluso nella "golden power" il controllo delle grandi derivazioni idroelettriche per prevenire l'acquisizione da parte di investitori stranieri.Alcune proposte di riforma, come l'estensione delle concessioni scadenti e la proroga delle gare di assegnazione, sono state discusse ma non ancora approvate. Queste proposte tengono conto delle preoccupazioni sul controllo delle risorse energetiche nazionali e della necessità di bilanciare gli obblighi europei con la sicurezza energetica nazionale.Il COPASIR ha sottolineato l'importanza strategica dell'idroelettrico per la sicurezza energetica nazionale e ha evidenziato la mancanza di omogeneità normativa tra gli Stati membri dell'UE. Questo porta a considerazioni sulla protezione dei player nazionali e sulla compatibilità con le normative europee sulla concorrenza.L'idroelettrico rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico ed energetico dell'Italia e ha un ruolo significativo nelle politiche di decarbonizzazione e nella progressiva autonomia energetica del paese. È essenziale definire chiaramente il quadro normativo per favorire gli investimenti e lo sviluppo di politiche energetiche sostenibili.L’auspicio è quello di un intervento riformista che assicuri una regolazione uniforme degli aspetti della materia, ponendo al contempo attenzione ad alcuni aspetti fondamentali per lo sviluppo del settore, quali: lo studio di misure e azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica e decarbonizzazione;l’adozione di strategie per lo sviluppo economico ed industriale dei territori, unitamente alla salvaguardia dell’ambiente;la valorizzazione della concorrenzialità del mercato come incentivo agli investimenti privati per l’ammodernamento, il potenziamento e l’estensione degli impianti;la generazione di effetti positivi diretti e indiretti in favore della filiera delle imprese, dell’occupazione e dei consumatori;l’assunzione di misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico quale strumento per l’attuazione della progressiva autonomia energetica dello Stato.Resta inteso che il raggiungimento di questi obiettivi non potrà prescindere dall’instaurazione di un confronto collaborativo tra gli organi di governo nazionale e territoriale, i partner, gli stakeholders e le istituzioni europee, quali attori del medesimo processo decisionale.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Legal

Il nuovo credito d’imposta previsto nell’ambito del Piano Transizione 5.0

Il decreto PNRR IV istituisce il Piano Transizione 5.0 per incentivare investimenti in efficienza energetica, energie rinnovabili e formazione aziendale tramite crediti d'impostaÈ ufficialmente entrato in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.52 del 2 marzo 2024 – il c.d. decreto PNRR IV (D.L. n.19/2024) – recante Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il decreto prevede all’art. 38 l’istituzione del nuovo “Piano Transizione 5.0”, che rappresenta un nuovo programma volto a promuovere investimenti finalizzati all’efficientamento energetico, all’utilizzo di energie rinnovabili ed alla formazione del personale dipendente.Il nuovo Piano introduce infatti incentivi sotto forma di crediti d’imposta, per investimenti effettuati lungo l’arco temporale 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2025, a favore delle imprese che investono in:acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0;acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili;spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Legal

Costi della manodopera e ribasso in sede di gara: i giudici amministrativi fanno chiarezza

Il Decreto Legislativo 31 marzo 2023 n. 36, conosciuto come "Codice dei Contratti Pubblici", solleva un'importante questione riguardante la possibilità per gli operatori economici di ridurre i costi della manodopera stimati dalla Stazione Appaltante nelle gare pubbliche. Il concetto di costo della manodopera include il costo del lavoro insieme ad altri oneri legali e specifici dell'appalto, ed è determinato annualmente in base a tabelle ministeriali che considerano la contrattazione collettiva nazionale, le norme previdenziali e assistenziali, i diversi settori merceologici e le diverse aree territoriali.Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici prevede che la Stazione Appaltante debba individuare i costi della manodopera e separarli dall'importo assoggettato a ribasso. Tuttavia, vi è una disputa interpretativa riguardo alla possibilità per gli operatori economici di dimostrare che il ribasso offerto derivi da una gestione aziendale più efficiente rispetto alla valutazione della Stazione Appaltante.Questa controversia ha portato a interpretazioni contrastanti da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione, sollevando un dibattito che è finito nelle aule giudiziarie. Il Consiglio di Stato ha sottolineato che, sebbene i costi della manodopera siano separati dall'importo assoggettato a ribasso, gli operatori possono ancora dimostrare una maggiore efficienza aziendale. Tuttavia, il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria ha stabilito che i costi della manodopera devono essere distinti dall'importo totale, evitando una sottovalutazione delle retribuzioni dei lavoratori.Inoltre, il Tribunale Amministrativo Regionale ha chiarito che, nonostante i costi della manodopera debbano essere separati dall'importo assoggettato a ribasso, gli operatori possono comunque proporre costi inferiori a quelli stimati dalla Stazione Appaltante, purché dimostrino una gestione aziendale più efficiente. Questo dibattito rimane al centro dell'attenzione e viene continuamente analizzato e interpretato nelle aule giudiziarie.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata

  • Operations

PwC: Global and Italian M&A Trends Industrial Manufacturing & Automotive

Il 2023 registra una diminuzione delle operazioni M&A globali, ma l'Italia si prepara al recupero nel 2024. Scopri le strategie di trasformazione e le opportunità di crescita nel report di PwC.Nel 2023, il settore manifatturiero ha registrato una diminuzione delle operazioni di M&A a livello mondiale, con un calo sia nei volumi (-3%) che nei valori (-24%). Secondo il report "Global and Italian M&A Trends Industrial Manufacturing & Automotive - Trends 2023 e Outlook 2024" di PwC, questa tendenza si è riflesso anche nelle operazioni completate, con un calo più significativo (-7% a volumi e -48% a valori), mentre i megadeal sopra i 5 miliardi di dollari sono diminuiti del 46% rispetto al 2022. Tuttavia, il settore Aerospace & Defence è risultato in controtendenza, registrando un aumento del 13% a livello globale, mentre l'Engineering & Construction ha subito una contrazione dell'11%.In Italia, le operazioni di M&A nel settore manifatturiero hanno subito una diminuzione più contenuta (-3% a volumi) nel 2023. Il report evidenzia che le dimensioni inferiori, la minore esposizione alle tensioni geopolitiche e i limitati problemi di financing hanno favorito i deal domestici, che hanno rappresentato il 63% del mercato italiano. I settori più performanti in Italia sono risultati essere Aerospace & Defence e Engineering & Construction. Inoltre, si è osservato un aumento della presenza dei fondi di Private Equity nel mercato M&A italiano, concentrati principalmente sui settori Manufacturing e Business Services.PwC prevede un recupero dell'M&A nel settore manifatturiero italiano nel 2024, grazie al miglioramento della situazione finanziaria macroeconomica rispetto all'anno precedente. Si prevede che le aziende italiane si concentreranno sulla trasformazione del proprio modello di business per rimanere competitive, con un focus sull'acquisizione di competenze tecnologiche, l'automazione e digitalizzazione dei processi, e gli investimenti ESG per raggiungere obiettivi di sostenibilità. Si prevedono inoltre numerose operazioni di ristrutturazione e consolidamento per affrontare incertezze nelle supply chain e problematiche finanziarie.Nicola Anzivino, Global & EMEA Industrial Manufacturing and Automotive Deals Leader, Partner PwC Italia: "Ci sono segnali di una forte ripartenza dell’attività M&A nell’IM&A in Italia, con un focus sulla individuazione di opportunità di value creation e su processi di razionalizzazione del portafoglio e di disinvestimento di asset considerati non-core. Il transformational M&A sarà fondamentale nel 2024, molti operatori industriali guarderanno alla crescita per linee esterne per accrescere le loro competenze a livello di automazione e robotica, con particolare attenzione sul settore dei servizi industriali a valore aggiunto. Ci aspettiamo che vengano create nuove opportunità di M&A in settori dinamici che stanno vivendo rapidi progressi collegati alla transizione energetica e all’evoluzione tecnologica".

  • Legal

Legge di delegazione europea 2022-2023

La Legge di delegazione europea 2022-2023, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2024 (Legge n. 15/2024), affida al Governo l'incarico di adottare i decreti legislativi per recepire le Direttive europee e attuare gli atti dell'Unione europea nel quadro di criteri, procedure e tempi definiti.Per quanto di interesse per il settore dei Financial Services, le deleghe affidate al Governo riguardano:Il recepimento delle seguenti Direttive europee:Direttiva (UE) 2022/2555 relativa a misure per un livello comune elevato di cybersicurezza nell’Unione (Direttiva NIS 2) (art. 3);Direttiva (UE) 2022/2557 relativa alla resilienza dei soggetti critici (art. 5);Direttiva (UE) 2021/2167 relativa ai gestori di crediti e agli acquirenti di crediti (art. 7);Direttiva (UE) 2022/2464 riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (Direttiva CSRD) (art. 13).L’adeguamento ai seguenti Regolamenti europei:Regolamento (UE) 2022/2036 riguardante il trattamento prudenziale degli enti di importanza sistemica a livello mondiale con strategia di risoluzione a punto di avvio multiplo (art. 14);Regolamento (UE) 2018/1672 relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nell’Unione o in uscita dall’Unione (art. 15);Regolamento (UE) 2022/2554 relativo alla resilienza operativa digitale per il settore finanziario (Regolamento DORA) (art. 16);Regolamento (UE) 2022/868 relativo alla governance europea dei dati (art. 17);Regolamento (UE) 2023/1113 riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività (Regolamento TFR) (art. 18);Regolamento (UE) 2023/1114 relativo ai mercati delle cripto-attività (Regolamento MiCAR) (art. 19).La Legge entra in vigore il 10 marzo 2024 e stabilisce le tempistiche per l'adozione dei decreti legislativi, che dipendono dai termini di recepimento indicati nelle Direttive europee o sono specificati nei singoli articoli della stessa Legge di delegazione europea.Per quanto riguarda le tempistiche per l’adozione dei decreti legislativi di recepimento delle Direttive, la Legge di riferimento (Legge n. 234/2012) prevede quanto segue: “il Governo adotta i decreti legislativi entro il termine di quattro mesi antecedenti a quello di recepimento indicato in ciascuna delle direttive; per le direttive il cui termine così determinato sia già scaduto alla data di entrata in vigore della legge di delegazione europea, ovvero scada nei tre mesi successivi, il Governo adotta i decreti legislativi di recepimento entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della medesima legge; per le direttive che non prevedono un termine di recepimento, il Governo adotta i relativi decreti legislativi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di delegazione europea.”.Le tempistiche per l’adozione dei decreti legislativi di adeguamento ai Regolamenti europei, invece, sono stabilite nei singoli articoli della Legge di delegazione europea. A tal proposito, pare utile evidenziare che il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni:del Regolamento DORA: entro il 10 settembre 2025 (diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della Legge);del Regolamento TFR: entro il 10 marzo 2025 (dodici mesi dalla data di entrata in vigore della Legge);del Regolamento MICAR: entro il 10 settembre 2024 (sei mesi dalla data di entrata in vigore della Legge).Con riferimento all’adeguamento nazionale alle norme europee sulle cripto-attività (MICAR e TFR), il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha avviato la consultazione con il mercato in data 22 febbraio 2024 (consultazione aperta fino al 22 marzo 2024).Legge 21 febbraio 2024, n. 15. Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata

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Il project financing nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici: la semplificazione procedimentale e le criticità applicative

Il Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36, comunemente noto come il "Codice", ha introdotto importanti modifiche nella normativa sui contratti pubblici, concentrandosi soprattutto sui modelli alternativi di finanziamento delle opere pubbliche che coinvolgono il settore privato. Queste modifiche sono finalizzate a incentivare la collaborazione tra enti pubblici e imprese, semplificando in particolare il partenariato pubblico-privato (PPP) e il project financing, che consiste nel finanziamento e nella realizzazione di opere pubbliche o servizi da parte di soggetti privati, con il conseguente beneficio economico derivante dalla gestione dell'opera nel tempo.L'articolo 193 del Codice, inserito nella sezione relativa ai contratti di concessione e al partenariato pubblico-privato, ha introdotto diverse novità rispetto alla normativa precedente. Innanzitutto, permette agli investitori istituzionali di presentare proposte di project financing in modo autonomo, differenziandosi dalla normativa precedente che richiedeva il possesso dei requisiti tecnici e professionali già nella fase di presentazione della proposta. Inoltre, consente la modifica o l'integrazione della configurazione giuridica del soggetto proponente fino alla presentazione delle offerte, semplificando così le procedure e facilitando il coinvolgimento di investitori.Altra novità riguarda la semplificazione delle garanzie richieste al proponente: non è più richiesta una garanzia provvisoria o un impegno a corredo della proposta, né una cauzione per il rimborso delle spese sostenute dal miglior offerente.È importante sottolineare che, nonostante queste modifiche, persistono alcune criticità che potrebbero ostacolare l'effettivo sviluppo del project financing. Tra queste vi sono la mancanza di competenze specialistiche nelle amministrazioni aggiudicatrici, le lungaggini procedurali che scoraggiano gli operatori privati, le difficoltà nell'equilibrare il rischio tra privati e garanzie pubbliche e l'esposizione al rischio di contenziosi, responsabilità e risarcimenti.Recentemente, la giurisprudenza amministrativa ha aperto la possibilità di attribuire responsabilità precontrattuali alle amministrazioni che non affidano progetti valutati positivamente, qualora si dimostri un ragionevole affidamento da parte dei concorrenti. In tal caso, il risarcimento del danno deve coprire sia le spese sostenute che il mancato guadagno.In sintesi, il Codice ha apportato importanti cambiamenti al panorama dei contratti pubblici, agevolando il project financing come strumento di attrazione degli investimenti privati, ma persistono delle sfide che richiedono ulteriori miglioramenti e adattamenti normativi.Per approfondire la lettura visita la pagina dedicata

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