• Human Resources

Le foto all’asta con Ai.Bi. per aiutare i bimbi e famiglie colpite dalla guerra in Ucraina

Coinvolti fotografi e professionisti per una raccolta fondi a sostegno dei bimbi ucrainiFonte Il Cittadino Monza BrianzaAi.Bi. Associazione Amici dei Bambini, in collaborazione con PwC Italia e Goodpoint, ha chiamato a raccolta alcuni dei più brillanti fotografi e artisti italiani, che hanno messo a disposizione le loro opere. Il ricavato sarà interamente destinato ai progetti che l’Associazione realizza in Ucraina, in Moldova e in Italia per sostenere bambini e famiglie colpite dalla guerra in Ucraina.La Charity Auction Online propone soprattutto stampe di grande formato, ma anche mosaici di polaroid e una scultura di stoffe: lavori evocativi e preziosi, che si arricchiscono ulteriormente grazie alla finalità benefica per la quale sono stati donati con generosità da Niccolò Aiazzi – Giulia Bellezza – Fabio Bonanno – Stefano Bressani – Monica Cordiviola – Paco di Canto – Filippo Fior – Giorgio Galimberti – Maurizio Galimberti – Max Laudadio – Fabio Magara – Rosa Mariniello – Marco Onofri – Roberto Polillo – Fabrizio Spucches – Marzio Toniolo – Lorenzo Zoppolato.Nel corso di ormai oltre un anno di impegno, il progetto #BAMBINIxLAPACE ha raggiunto circa 1000 beneficiari direttamente in Ucraina, con consegne di beni di prima necessità e l’apertura di quattro “Punti Ai.Bi.” dove accogliere bambini e famiglie offrendo un luogo sicuro in cui proporre attività di gioco e di assistenza. Inoltre, grazie alla ludoteca itinerante “Ludobus della pace”, vengono raggiunti diversi villaggi del Paese portando attività di animazione e supporto.Nella confinante Moldova, dove Ai.Bi. è presente dal 1999, grazie al numeroso staff presente sul posto, sono state organizzate tante attività di prima accoglienza, di animazione presso biblioteche, ludoteche e campi profughi, nonché, anche qui, un Ludobus della Pace che ha raggiunto oltre 20 località a rotazione e una help line per donne in difficoltà. In totale i beneficiari raggiunti sono stati oltre 125mila.In Italia, infine, il progetto #BAMBINIxLAPACE ha consentito di accogliere, durante il corso dell’anno, per periodi variabili di tempo, 200 tra bambini e adulti che hanno trovato un luogo sicuro nei Pan di Zucchero per la Pace e presso le famiglie vicine all’associazione. Partecipare alla Charity Auction Online “OMBRA e LUCE. 20 scatti per l’Ucraina” è semplicissimo: basta andare sul sito dedicato, dove si potranno visionare le 23 opere, accedere a tutte le informazioni, registrarsi e fare un’offerta per quella o quelle a cui si è più interessati. Il sistema è quello classico delle aste: fino al 30 marzo ciascuno può fare la propria offerta e rilanciare nel caso altri facessero offerte maggiori. Si aggiudicherà l’opera chi, alle ore 20.00 del 30 marzo, avrà presentato l’offerta maggiore. Le opere saranno esposte dal 27 al 30 marzo al 27° piano della Torre PwC, disegnata da Daniel Libeskind, a Milano

  • Legal

Riforma Cartabia: nuove norme in tema di notificazioni civili

La modifica delle disposizioni del Codice di Procedura Civile e della Legge n. 53/1994La modifica di maggior rilievo apportata alla L. n. 53/1994 riguarda l’introduzione del nuovo articolo 3 ter. In questo articolo sono state disciplinate le ipotesi in cui sorge in capo all’avvocato l’obbligo di notificare gli atti con modalità telematiche, tramite posta elettronica certificata (“PEC”) o servizio elettronico certificato qualificato(“SERCQ”).Con il decreto legislativo n. 149 del 17 ottobre 2022, il Governo ha esercitato la delega conferitagli dal Parlamento mediante la Legge delega n. 206/2021, allo scopo di efficientare il processo civile e di prevedere misure cosiddette urgenti per razionalizzare i procedimenti in materia di diritti della persona, famiglia ed esecuzione forzata, meglio conosciuta come Riforma Cartabia.Tra i numerosi interventi riformatori, sono state approvate modifiche in tema di notificazioni civili alle disposizioni del Codice di Procedura Civile e alla Legge n. 53/1994.È stato così modificato l’art. 137 c.p.c. la cui nuova formulazione prevede espressamente l’inserimento della figura dell’avvocato nel novero dei soggetti deputati ad eseguire le notificazioni degli atti del processo civile. L’avvocato è, tuttavia, chiamato ad effettuare le notificazioni, il richiamo è senza ombra di dubbio alla L. n. 53/1994, che disciplina le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali per gli avvocati.La Riforma Cartabia ha previsto anche la revisione dell’art. 147 c.p.c. che ha riguardato l’inserimento di ulteriori due comma. Il primo consacra le notificazioni “senza limiti orari” e il secondo prende in considerazione due diversi momenti per il perfezionamento della notifica.L’intervento dell’avvocato nell’esecuzione delle notifiche diviene obbligatorio in via preliminare e comporta il conseguente divieto per l’ufficiale giudiziario di svolgere l’attività di notificazione.Di conseguenza, all’obbligo di notifica telematica dell’avvocato corrisponde il divieto imposto all’Ufficiale giudiziario di eseguirla.L’Ufficiale potrà eseguire la notifica su richiesta dell’avvocato solo se quest’ultimo non deve eseguirla a mezzo PEC o SERCQ, o con altra modalità prevista dalla legge, oppure, quando vengono meno i presupposti del già menzionato obbligo, cioè non è stato possibile eseguire la notifica / non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. In questo caso l’avvocato deve formulare una dichiarazione attestante le difficoltà riscontrate, di cui l’Ufficiale darà atto nella relazione di notificazione.Le altre novità riguardano l’ampliamento del potere di certificazione di conformità, che viene steso anche al liquidatore giudiziale e la possibilità di attestare la conformità anche degli allegati alle comunicazioni telematiche.Tutti i dettagli sul sito dedicato.

  • Corporate Social Responsibility

Certificazione sulla parità di genere: una nuova opportunità per le imprese

Le principali novità introdotte a seguito dell'aggiornamento del codice delle pari opportunità (Legge 162/2021) sulla parità di genereAl fine di rafforzare la tutela delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, negli ultimi anni la normativa ha subito un’importante evoluzione. In particolare, il Codice delle pari opportunità è stato aggiornato con la Legge 162/2021 e presenta una serie di novità, tra cui l’estensione dell’obbligo di redazione, con cadenza biennale, di un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile e l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2022, della Certificazione sulla parità di genere.Sulla base della struttura della Vostra organizzazione e dei Vostri obiettivi di business, il nostro team è in grado di supportarvi in tutte le fasi del percorso finalizzato all’ottenimento della certificazione. PwC potrà inoltre fornire il suo supporto su alcuni aspetti specifici della parità di genere, tra cui quelli legati al gender pay gap.Principali riferimenti legislativi e normativi:• D.Lgs 198/2006 Codice delle pari opportunità tra uomo e donna;• L. 162/2021 Modifiche al Codice di cui al D.Lgs 198/2006 e altre disposizioni in materiadi parità tra uomo e donna in ambito lavorativo;• Decreto Interministeriale del 29 marzo 2022;• D.L. 36/2022 - Modifica al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50/2016);• UNI ISO 30415 Gestione delle risorse umane - Diversità e InclusioneIn PwC supportiamo le organizzazioni in tutte le fasi del percorso finalizzato all’ottenimento della certificazione e su alcuni aspetti specifici legati al tema della parità di genere.Per approfondire la lettura clicca qui

  • Finance

Private capital, 2022 miglior anno di sempre con 23,6 miliardi investiti

Gli investimenti totali lo scorso anno sono risultati in crescita del 61%. le previsioni per il 2023 sono più caute a causa delle tensioni bancarie a livello internazionale e il rialzo dei tassi di interesse.Da parecchi anni PwC è partner strategico di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital) con cui sviluppa importanti iniziative tra le quali:Italian Private Equity and Venture Capital Industry Survey: condotta ogni sei mesi per mezzo di questionari online, coinvolge gli operatori di private equity presenti nel mercato italiano. PwC supporta AIFI nella revisione e nell’analisi dei dati.L'impatto economico del Private Equity e del Venture Capital in Italia: lo studio è progettato per investigare le performance delle società target relativamente a un periodo di holding definito (dall’anno successivo a quello di acquisizione all’anno di disinvestimento). La ricerca si focalizza su venture capital, includendo start up expansion, e sul segmento dei buy-out.«Il 2022 è stato il miglior anno di sempre con investimenti totali per 23,659 miliardi con una crescita del 61%. Tanti capitali in più sono affluiti sulle nostre imprese e anche sul sistema infrastrutturale per un totale di 848 operazioni. Nel dettaglio sono raddoppiato i buy out, che hanno raggiunto gli 11 miliardi dai 5,4 miliardi del 2021 in 185 deal, mentre le operazioni del settore infrastrutture hanno toccato i 10,7 miliardi in 52 operazioni. A livello di numero di deal la fa da padrone il venture capital con 547 operazioni». Questo il quadro disegnato da Anna Gervasoni, direttrice generale di Aifi, in occasione della presentazione dei risultati dell'analisi condotta dall’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, in collaborazione con PwC Italia – Deals, sul mercato italiano del capitale di rischio.«Buon andamento soprattutto degli investimenti - ha commentato il presidente di Aifi Innocenzo Cipolletta - con una presenza a carattere internazionale. Gli investitori internazionali stanno facendo operazioni dirette e allo stesso tempo investono nei nostri fondi. Questo evidenzia una carenza di investitori italiani».«Ci aspettiamo un 2023 leggermente diverso rispetto allo scorso anno. Private equity e venture capital stanno risentendo della situazione congiunturale internazionale. Il clima è cambiato e c’è una minore propensione a prendere rischi, inoltre in prospettiva ci sarà una riduzione della liquidità. Tutto questo si ripercuoterà anche sul nostro mercato, soprattutto nel settore venture capital. L’Europa può reagire attraverso gli operatori pubblici, che possono supportare i mercati» osserva Cipolletta.Sulle difficoltà per il 2023 concorda anche Francesco Giordano, partner PwC: «Dall’operatività di tutti i giorni vediamo difficoltà nelle operazioni medio-grandi a causa del contesto finanziario, soprattutto per l’aumento dei tassi e la carenza liquidità. Alcune operazioni, quindi, potrebbero essere spostate più avanti nell’anno».«Nel 2022 a livello internazionale si è registrata una riduzione nella raccolta del 22% a livello di ammontari e del 49% a livello di operatori. Sono aumentati anche i mesi necessari per arrivare al closing, sono necessari ora circa 20 mesi» illustra Francesco Giordano, che aggiunge: «Un’ulteriore contrazione si è registrata a livello di investimenti a 6.575 deal. Più marcato il calo in Europa, con una riduzione del 53%, contro l’8% degli stati Uniti. Inoltre hanno visto una forte riduzione anche i disinvestimenti pari al 47% a livello di ammontare e 45% a numero con le Ipo che si sono ridotte del 73%, mentre le vendite a operatori industriali del 33%».Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Executive

Top 500 Verona | La classifica

Nel 2021 le aziende veronesi sono cresciute sia dal punto di vista dei volumi che della marginalità, con un rimbalzo del 17,6%, che ha permesso loro di colmare il calo di fatturato che avevano evidenziato nel 2020. Per reagire a un 2022 caratterizzato da instabilità e incertezza le imprese hanno spinto sullo sviluppo e sugli investimenti in persone e tecnologie. Nel 2023, con l’obiettivo di mantenere marginalità, le imprese mireranno alla crescita, soprattutto attraverso acquisizioni internazionali e di competenze di manager con una visione più ampia del mondo e punteranno su strategie ESG, sulla trasformazione digitale, sull’ottimizzazione delle attività in portfolio in funzione del ritorno sul capitale investito e, soprattutto, sulle strategie di prezzo.Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia

  • Executive

Top 500 Vicenza | La classifica

Dimenticare il 2020. Sembra sia stato questo l’obiettivo che si sono date le aziende vicentine nel 2021, l’anno della ripartenza. E il risultato è arrivato, condensato in un numero: 8,9 miliardi. A tanto ammonta l'aumento registrato dal fatturato cumulato delle 500 maggiori società vicentine inserite in questo inserto tra l’anno dello scoppio della pandemia e quello della riscossa. Per la precisione, le 500 “top” sono passate dai 32,7 miliardi del 2020 ai 41,6 del 2021. I dati mostrano una crescita di fatturato significativa, ancora maggiori sono i recuperi sui margini e la crescita di investimenti e patrimonio. Il merito va riconosciuto a tutti, però. Non soltanto alle aziende industriali, ma anche a quelle artigiane, al mondo del commercio e dei servizi. È tutta l’economia che si è rimessa in moto.Le 500 più grandi società con sede in provincia sono passate nel complesso dai 32,7 miliardi di fatturato del 2020 ai 41,6 del 2021 Una ripresa che vale 9 miliardi.Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia

  • Executive

Top 500 Bologna | La classifica

Il 2021 è stato un anno di riscatto per il paese, con una crescita economica importante nonostante le difficoltà non siano mancate. In questo quadro, le imprese bolognesi hanno ottenuto risultati mai visti prima. L’aspettativa per i prossimi due esercizi è di una possibile flessione della redditività, ma dopo un 2023 di crescita bassa si spera che il sistema riprenda a correre in futuro.Elementi come l'internazionalizzazione, trasformazione digitale e sostenibilità rappresentano oggi leve strategiche che le imprese bolognesi possono e devono utilizzare per crescere e aumentare la propria competitività sul mercato nei prossimi anni.Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia

  • Executive

Top 500 Firenze | La classifica

Le imprese fiorentine hanno registrato mediamente, nel 2021, una crescita del fatturato pari al 29%, una variazione superiore a quella nazionale. Per il 2023, dal punto di vista dell’impatto dell’aumento dei prezzi energetici sul fatturato delle aziende, i settori più impattati saranno probabilmente quello sanitario, cartario e del cemento. Fra i segni positivi per il futuro, ci sono invece le opportunità di finanza agevolata, agevolazioni fiscali, crediti d’imposta o finanziamenti a tassi agevolati. Diverse misure sono previste anche tra gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia

  • Investments

Dal green al digitale: ottimismo sul Paese. Leggi l'approfondimento di Giovanni Andrea Toselli

Ci sono più 191 miliardi di euro da impiegare entro il 2026 "Aziende consapevoli delle opportunità offerte dal Pnrr"Fonte La Repubblica.«L’importanza del Pnrr risiede nell’impatto significativo che avrà sull’intera collettività e sulla crescita economica dell'Italia. Sono ottimista perché il Paese sta reagendo più che bene». Dal suo osservatorio, costituito da imprese di ogni tipo e settore. Giovanni Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia, prova a guardare il bicchiere mezzo pieno per il futuro del maxipiano di investimento e riforme che può cambiare la prospettiva economica dell'Italia nei prossimi anni. Ci sono più 191 miliardi di euro sul piatto, tra prestiti e risorse a fondo perduto, da impiegare entro il 2026. E sei missioni da portare a termine, dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, che si articolano in centinaia di progetti su tutto il territorio, da Nord a Sud. Nel 2021-22 sono state erogate due tranche di finanziamenti pari a 66,9 miliardi di euro. Il governo italiano è ora in attesa della valutazione della Commissione europea in merito alla richiesta per il pagamento della terza rata da 21 miliardi di euro. Risorse che si andranno ad aggiungere a quelle già incassate negli scorsi mesi e che serviranno a finanziare la costruzione di ferrovie, piste ciclabili, asili nido, ma anche per diffondere la tecnologia 5G e per avviare opere infrastrutturali che sono cruciali per il Paese. «I fondi del Pnrr vedono un'applicazione importante a progetti che fanno leva sull'ammodernamento delle infrastrutture e altri immobili, oltre che sull'energia e sulla digitalizzazione. Sono tutti aspetti che hanno indubbiamente grande rilevanza per il bene comune. Inoltre, vedo una forte consapevolezza da parte delle imprese e sono convinto che molti progetti possono ancora prendere vita», assicura Toselli che sul tema si è già pronunciato due settimane fa durante il secondo appuntamento dell'anno, dedicato al Pnrr, di “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa": la piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell'impresa promossa da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi. Il punto di vista di Toselli è quello del mercato. E lui sa bene che il Pnrr rappresenta una "straordinaria occasione" di rilancio del nostro tessuto imprenditoriale, impegnato oggi a ripensare i propri modelli di business in chiave sostenibile. «Dall'analisi delle risposte della nostra PwC Ceo Survey 2023, circa il 65% degli intervistati ritiene che il proprio modello di business sarà oggetto di revisioni sostanziali per essere sostenibile nei prossimi 10 anni -conferma Toselli - Se è vero che la determinazione di un investimento si basa anzitutto sui ritorni ipotizzati nel momento in cui si esegue, allora, vivendo in un mondo mutevole, è impossibile definire progetti oggi che richiederanno investimenti nel lungo periodo senza prevedere revisioni periodiche dell'approccio». Insieme alla sostenibilità, l'altra grande sfida del Pnrr è proprio la digitalizzazione (Missione I). L'obiettivo di questo intervento è promuovere la transizione digitale della PA e del settore privato, favorendo la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. La dotazione è di circa 41 miliardi di euro, di cui circa 10 miliardi per la PA (migrazione al cloud dell'infrastruttura pubblica, estensione del servizi digitali ai cittadini, rafforzamento delle difese di cybersecurity): 24 miliardi per le imprese (digitalizzazione del sistema produttivo, investimenti in tecnologie 4.0, riforma della proprietà industriale, innovazione digitale, internazionalizzazione delle Pmi e realizzazione di una infrastruttura nazionale di connettività in banda ultralarga): 7 miliardi per il turismo e cultura 4.0. «Innanzitutto, senza una copertura di rete adeguata, la digitalizzazione vera non può esistere», premette Toselli. Che ammette: «C'è ancora molto da fare perché, senza una connettività idonea, non saremo nelle condizioni di utilizzare tecnologie evolute ed innovative, come ad esempio il Metaverso, che offrono opportunità dal punto di vista relazionale e della produttività. Grazie ad una rete sempre più performante otterremo grandi processi di efficientamento. Il dialogo è oggi soprattutto incentrato su smart working e laureati Stem, ma la vera sfida è trovare il modo di spiegare cosa significa vivere e pensare digitale». A proposito di digitalizzazione, Toselli conclude con una «riflessione imprescindibile sulla cybersecurity»: «In Italia abbiamo aziende strategicamente preparate, ma c'è ancora molto da fare. Sono convinto che, con l'implementazione del processi produttivi digitali, le imprese saranno sempre più esposte a questi rischi che dovranno essere attentamente gestiti». - v.dc.

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