
Fintech: Le nuove tendenze e la “necessaria” collaborazione con la finanza tradizionale.
Analisi dei principali segmenti in cui operano le FinTech sul mercato italiano: overview e trendNegli ultimi anni il continuo sviluppo tecnologico ha pervaso quasi ogni aspetto della quotidianità di ognuno. Nell’ambito dei sistemi produttivi il settore dei servizi finanziari è il protagonista di una rivoluzione senza precedenti nota come Fintech, termine che fa riferimento proprio all’applicazione dell’innovazione tecnologica nell’ambito del settore finanziario. Se inizialmente queste aziende si proponevano come alternativa ai servizi finanziari tradizionali, ad oggi gran parte delle fintech stanno collaborando per creare un ecosistema di collaborazione con gli stessi soggetti finanziari tradizionali, volto a sfruttare le nuove sinergie ad ampliare il portafoglio di prodotti e servizi specialistici. I più recenti insights sul settore li troviamo proprio nell’ultimo Report dell’osservatorio FinTech 2023 che si concentra sui principali segmenti in cui operano le fintech sul mercato italiano. Dall’analisi emerge che solamente in Italia il mercato delle FinTech ha raggiunto una quota pari a 882 milioni di euro ed una corrispettiva crescita del 240% degli investimenti dei Venture Capital rispetto all’intero volume di finanziamenti del 2021. Il contributo di tale crescita sembra essere merito da alcuni Mega-Round senza i quali il mercato evidenzierebbe al contrario una stabilità rispetto all’anno passato allineandosi con le tendenze globali. Tra le innumerevoli operazioni in ambito FinTech si è distinto particolarmente il segmento Payments con le acquisizioni di LIS Holding Spa per 700 milioni di euro ad opera di PostePay, del Gruppo Mooney ad opera di Enel e del 60% di BCC Paio ad opera del Fondo Strategico Italiano per 500 milioni. Quello dei Digital Payments rappresenta tuttavia un settore già alquanto maturo insieme a quello del Lending e dell’InsurTech. È certo però che il mercato delle FinTech sta inquadrando anche nuovi segmenti sempre più in crescita come, ad esempio, quello delle piattaforme e delle soluzioni di intelligenza artificiale per l’automazione dei processi di customer care, KYC, credit scoring insieme a tutte le FinTech in tema di ESG. Il nuovo scenario sembra quindi configurare un ampio spazio di crescita e collaborazione tra il mondo della finanza tradizionale e quello delle FinTech più innovative. Per saperne di più visita la pagina dedicata

ESG e finanza, opportunità da non perdere
Il mondo della finanza sta utilizzando in modo sempre più importante i criteri ESG per le proprie scelte di investimento e di creditoIl convegno organizzato a Milano da PwC e AIBE (Associazione Italiana Banche Estere), con la partecipazione di Banca d’Italia, Deutsche Bank, Société Générale, CaixaBank e Pictet Wealth Management, è servito a fare il punto sullo stato di attuazione delle politiche ESG nel settore finanziario. Il rapido cambiamento imposto dai criteri di sostenibilità richiede agli operatori finanziari una ridefinizione delle modalità di gestione del rischio di credito che deve considerare anche i rischi ESG delle imprese.Serve, inoltre, una standardizzazione dei reporting utilizzati; difficile fare un’analisi su dati mancanti, errati o non omogenei che offrono, tra l’altro, un’istantanea del passato e non riflettono il potenziale di miglioramento di un’impresa né la sua vulnerabilità a possibili rischi futuri.Infine, si è nella situazione in cui la domanda di prodotti ESG supera l’offerta e ne traina la crescita. Questo fenomeno sta innescando un processo di spostamento delle allocazioni e il riadattamento dei fondi esistenti con l’obiettivo di stare al passo con le aspettative. Secondo un’analisi di PwC, gli AUM legati all’ESG dovrebbero continuare ad aumentare nei prossimi anni, superando in modo significativo la crescita complessiva degli investimenti in asset e wealth management. Si prevede che gli AUM ESG raggiungano la cifra di 34.000 miliardi di dollari, pari al 21,5% di tutti gli asset entro il 2026.“Se le istituzioni e gli enti regolatori nazionali e sovrannazionali sono il motore, le banche rappresentano la cinghia di trasmissione per favorire il cambiamento in un’ottica di sostenibilità - ha commentato Guido Rosa, Presidente AIBE - In questo senso, il mondo finanziario rappresenta un’occasione importante per indirizzare i capitali verso modelli economici e progetti sempre più compatibili con la dimensione sociale e ambientale d’impresa. In questo senso le banche internazionali che operano nel nostro Paese non si sottraggono al loro compito e, anzi, sono all’avanguardia per impegno e metodologie applicate”.“C'è una finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per affrontare il cambiamento climatico e l'attuale tasso di decarbonizzazione è un decimo di quello che è necessario se vogliamo almeno dimezzare le emissioni del 50% entro il 2030” ha detto Jon Williams, Partner PwC, Global Banking & Capital Markets ESG Leader. Scopri di più sulla piattaforma dedicata.

Top 500 Bergamo | La Classifica
Malgrado l’enorme incertezza che ha caratterizzato quasi tutto il 2022 (commodity, guerra, energia, inflazione) la produzione industriale bergamasca ha segnato un altro anno record dopo quello, straordinario, del 2021.Il valore registrato nella crescita annua (5,7%) suona eclatante per almeno tre motivi: • arriva dopo la performance spettacolare del 2021 (17,4%); • era da quindici anni che la produzione industriale non raggiungeva una crescita così significativa • è stata raggiunta in controtendenza in un anno ricco di complessità e prospettato come parzialmente recessivo.La previsione per il 2023 formulata dai centri di ricerca segnala per il nostro territorio un assestamento nella crescita del Pil e del valore aggiunto, con una marcata divaricazione tra variabili reali e nominali, ad evidenziare un ruolo cruciale del deflatore anche sull’anno che ci aspetta. L’industria, in particolare, dovrebbe vedere un ulteriore rallentamento nella dinamica del valore aggiunto, che in termini reali potrebbe scendere in territorio negativo nel confronto con il 2022.Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia cliccando qui

Marchetti, Cucinelli e gli altri «amici di moda» di Re Carlo pioniere green
Oggi, attraverso la Fashion Taskforce guidata da Federico Marchetti, SMI ha rivelato il Manifesto per la moda rigenerativa, ufficializzando una serie di impegni concreti che contribuiscono alla transizione in ottica sostenibile.PwC Italia supporta Federico Marchetti nel coordinamento della Fashion Task Force del progetto "The Sustainable Markets Initiative" del Re Carlo III d’Inghilterra, che coinvolge già più di trecento amministratori delegati di diversi settori.La Sustainable Markets Initiative è stata inizialmente lanciata al World Economic Forum 2020 Annual Meeting a Davos con la missione di dare il via ad azioni audaci e fantasiose nel prossimo decennio. Lo SMI mira a guidare e accelerare la transizione del mondo verso un futuro sostenibile coinvolgendo e sfidando i settori pubblico, privato e filantropico per portare valore economico in armonia con la sostenibilità sociale e ambientale.Articolo completo su l'economia del Corriere della Sera.

F&B e la sostenibilità della filiera. I dati PwC Italia
Oggi, un amministratore delegato su due, di aziende dell’industria del Food&Beverage, vede delle debolezze nella propria supply chain, e uno su tre è convinto che la sua azienda non potrà essere economicamente sostenibile tra 10 anni.Le motivazioni principali di queste insicurezze riguardano i crescenti rischi geopolitici, le tensioni economiche connesse all’inflazione e i cambiamenti climatici. Questo è lo scenario riflesso nei dati PwC, presentati mercoledì 29 marzo durante l’ultimo appuntamento di Factory Voice, format firmato da AzzurroDigitale in collaborazione con PwC Italia.Sul palco dell’evento, Omar Cadamuro, partner di PwC Italia, ha reso noti gli ultimi insights raccolti nell’ambito della “26st Global CEO Survey 2022”, indagine lanciata a livello globale a cui hanno preso parte 4419 CEO, 363 dei quali rappresentanti del consumer market, sulle recenti trasformazioni nel mondo del Food&Beverage, della sua supply chain e delle molte sfide da affrontare per ottimizzare completamente tutta la filiera, per renderla più innovativa, sostenibile e capace di evolversi, per non farsi trovare impreparata di fronte ai cambiamenti.Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono molteplici i fenomeni che hanno impattato sul modo di fare impresa delle aziende del settore Food e non solo. Tra le principali preoccupazioni vissute dagli imprenditori del settore, al primo posto troviamo le tensioni inflazionistiche, segnalate da più della metà del campione intervistato (53%) e presente anche nelle indagini condotte sui consumatori. Per far fronte a questa minaccia, unita anche ad una sempre più crescente volatilità macroeconomica (evidenziata dal 35% degli intervistati), i CEO delle aziende stanno mettendo in campo diverse strategie, come ad esempio la riduzione delle spese di gestione (92%), ricerca di fornitori alternativi (88%), aumento dei prezzi di prodotti e servizi (85%) e rallentamento generale degli investimenti (55%).«Per quanto riguarda il settore agroalimentare, sicuramente le aziende hanno in parte trasferito a valle i maggiori costi connessi all’elevata inflazione dei fattori produttivi, conferma Omar Cadamuro di PwC Italia . A causa di ciò, a livello di mercato finale, stiamo assistendo a una polarizzazione dei consumi: da un lato i consumatori dei beni di lusso continuano ad acquistare in questa fascia e la domanda resta inelastica; dall’altro, abbiamo consumatori che di solito consumano prodotti di fascia media, che oggi si ritrovano costretti a scegliere dei sostitutivi di fascia inferiore. Al fine di rispondere a questo fenomeno, le imprese devono mettere in campo una serie di azioni finalizzate all’efficientamento dei costi e alla messa in sicurezza della filiera».I processi aziendali e di tutta la filiera del food sono resi complicati dai conflitti geopolitici, segnalati dal 34% dei CEO: la crisi ucraina, infatti, ha segnato un record nel Food Price Index (un indice FAO globale che misura l’andamento mensile di alcune importanti commodity alimentari) con un picco a maggio 2022 del +58% rispetto al riferimento 2014-2016. Non c’è quindi da stupirsi se per affrontare queste difficoltà, la maggioranza dei vertici delle aziende (73%) ha deciso di riconfigurare le proprie supply chains, oltre a tentare di espandersi in nuovi mercati e consolidare gli attuali (59%) e diversificare l’offerta di prodotti e servizi (47%). Da segnalare è inoltre la tendenza a prevedere investimenti in cybersecurity e privacy dei dati (riportata dal 47% degli intervistati).Ultimo ma non per importanza, il cambiamento climatico si conferma come un’altra delle grandi sfide da affrontare per gli imprenditori, come segnalano il 21% dei ceo del campione. L’agroalimentare in particolare, è oggi tra i principali settori che impattano l’ambiente: da segnalare è sicuramente il consumo d’acqua, poiché il 70% dei prelievi globali di acqua dolce viene utilizzato per uso agricolo. Un dato da tenere a mente, considerato il grave contesto di siccità nel quale ci troviamo oggi e a causa del quale è necessario monitorare i nostri consumi d’acqua e ridurre al minimo gli sprechi.Inoltre si stima che un terzo del cibo prodotto, equivalente a 1,3 miliardi di tonnellate venga sprecato a causa di problematiche e inefficienze nella raccolta, trasformazione, distribuzione e vendita al dettaglio. Recuperare queste perdite può portare enormi benefici al comparto, sia in termini di riduzione di emissioni di gas serra e dell’uso del suolo ma anche in termini economici per le imprese.Per lavorare su queste inefficienze sono molte le strade che possono essere intraprese. Una su tutte è sicuramente l’agricoltura di precisione, che permette di massimizzare la resa. Un discorso a parte meritano le nuove tendenze di settore che si prevede avranno tassi di crescita significativi nel prossimo decennio quali l’agricoltura verticale o il plant-based food, a minor impatto ambientale e costo di produzione.

È lo Stato di identificazione estero a determinare se l’OSS sia utilizzabile per versare l’IVA italiana su operazioni effettuate prima della data di adesione al regime
Con la risposta n. 253/2023, dello scorso 17 marzo 2023, l’Agenzia delle Entrate ha fornito riscontro all’istanza d’interpello presentata da una società stabilita nell’Unione EuropeaL’Agenzia delle Entrate nel periodo d’imposta 2016-2021, ha effettuato, tra le altre, prestazioni di servizi elettronici ai sensi dell’articolo 7 del Regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011, verso committenti non soggetti passivi, assoggettando erroneamente ad IVA tali operazioni nel proprio Stato di stabilimento anziché nel luogo in cui il cessionario è stabilito oppure ha l’indirizzo permanente o la residenza abituale, come previsto dell’art. 58 della Direttiva 2006/112/CE.Riferendo di aver aderito al regime One Stop Shop (c.d. “OSS”) dal 1° gennaio 2022, la società istante chiedeva autorizzazione a pagare l’IVA dovuta per il periodo 20162021 mediante la prima dichiarazione OSS utile, evitando di registrarsi in Italia.Con il proprio parere, l’Agenzia delle Entrate osserva come il legislatore italiano abbia recepito la Direttiva 2008/8/CE con il D.lgs. n. 42/2015 e che, con lo stesso decreto, è stato anche reso operativo in Italia, a partire dal 1° gennaio 2015, il regime speciale Mini One Stop Shop (c.d. “MOSS”), che offriva, ai soggetti che effettuano prestazioni di servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici (anche noti come “TTE”) nei confronti di consumatori finali (B2C) domiciliati all’interno dell’UE, la possibilità di identificarsi in un unico Stato membro al fine di adempiere agli obblighi relativi all’assolvimento dell’IVA per le prestazioni rese in ciascuno Stato membro.Tramite il nuovo sportello unico, che comprende i regimi c.d. “OSS” e “iOSS” (i.e., import One Stop Shop), risulta quindi possibile dichiarare e versare l’IVA relativa alle vendite intraunionali di beni e servizi solo nello Stato membro di registrazione.Inoltre, l’Agenzia delle Entrate specifica che alle violazioni commesse nell’ambito del regime speciale MOSS si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni generali in materia di sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie contenute nel D.lgs. n. 472/1997.Pertanto, la società istante dovrebbe verificare con il proprio Stato di identificazione la possibilità di una tardiva iscrizione al MOSS, finalizzata a regolarizzare l’imposta dovuta in Italia, nei limiti di quanto ammesso dal citato articolo 13 del d.lgs. n. 472/1997. Se la registrazione tardiva fosse possibile, la società istante potrebbe versare l’imposta nel proprio Stato di stabilimento, tramite (M)OSS, e versare interessi e sanzioni ridotte in Italia mediante Modello F24, previa acquisizione di un codice fiscale italiano (senza identificazione ai fini IVA). Qualora, invece, tale opzione di registrazione tardiva non fosse percorribile, per effettuare i predetti adempimenti, contabili e di versamento, la società istante dovrà registrarsi ai fini IVA in Italia secondo quanto previsto dagli articoli 17, comma 3 e 35-ter del d.P.R. n. 633/1972.Approfondisci la lettura visitando la pagina dedicata

PwC Italia e OverIT insieme per migliorare il field service management delle imprese
La soluzione prevede anche una definizione del target operating model, organizzazione a supporto e relativa governance e customer experienceLe soluzioni di Field Service svolgono un ruolo essenziale nel supportare le operazioni di assegnazione e ottimizzazione delle attività nonché di mobilizzazione dei tecnici verso località remote o direttamente verso i clienti per eseguire interventi di installazione, riparazione e manutenzione degli asset. Lo scenario asset-driven si caratterizza per essere solitamente complesso, con diagnosi articolate e pianificazione di risorse necessarie per definire i relativi work order. La risoluzione “in the field” da parte dello staff tecnico o del contractor richiede un significativo tempo e/o supporto.PwC Italia e OverIT hanno sottoscritto un accordo strategico per sviluppare una soluzione digitale in ambito field service management e rispondere al meglio alle esigenze delle imprese industriali che intraprendono un percorso di trasformazione digitale. Da uno studio di PwC sono emersi i principali benefici rilevati dalle aziende dopo l’adozione organica di un Digital Field Servicing: diminuisce in maniera significativa il tasso di incidenti (-10/15%), si riducono i tempi di intervento (-15/20%) e i costi di manutenzione (-5/10%), mentre aumentano i ricavi (+15/20%) e gli utilizzi tecnici (+20%).PwC Italia aveva già avviato un programma specifico di intelligent people caring, studiato coniugando le competenze dei professionisti e tecnologie di ultima generazione, per migliorare l’efficientamento operativo delle attività quotidiane delle imprese industriali e la salvaguardia di operatori e asset sul campo, con la diminuzione dei fattori di rischio e la prevenzione di incidenti. La soluzione congiunta di field service management, connubio dell’expertise PwC in ambito business e user experience, e delle competenze tecnologiche avanzate di OverIT con il prodotto Next-Gen Fsm Platform, nasce come risposta sempre più concreta a queste evidenze di mercato. L’offerta di Field Service Management mira al nuovo paradigma di service proattivo, guidato dai dati attraverso le tecnologie più evolute e l’utilizzo di wearable devices e di altre funzionalità avanzate. La soluzione, altamente configurabile e facilmente integrabile con sistemi e software terzi (Eam, Mes, Gis, Bi ed IoT) è conforme alle politiche di sicurezza dei dati e offre, inoltre, un ambiente collaborativo per presentare il prodotto e formare il personale, consentendo agli operatori di eseguire attività sul campo e risolvere problemi in modo sicuro, anche a distanza e in assenza di connettività. L’applicazione della soluzione prevede anche una definizione del target operating model, ovvero il disegno di processi di business e policy collegate, organizzazione a supporto e relativa governance e customer experience. A monitorare il funzionamento della piattaforma un programme management rigoroso, in grado di gestire pianificazione ed esecuzione di successivi sprint funzionali, aggiornare la leadership dell’iniziativa e facilitare l’adozione della nuova piattaforma. In particolare, la soluzione facilita l’adozione grazie a numerosi scenari già configurati e adattabili a varie industry tra cui energy & utilities, oil & gas, industrial manufacturing e transportation.«L’accordo raggiunto con OverIT ci permette di potenziare i servizi a supporto della transizione digitale dei nostri clienti su scala globale, ottimizzando i processi operations legati al field service attraverso una soluzione che combina in maniera organica best practices di vari settori» afferma Ivan Lavatelli, partner di PwC Italia e head of core operations.«Siamo molto orgogliosi dell’accordo con un player quale PwC Italia. Vogliamo guidare i clienti nei loro percorsi di trasformazione digitale e innovazione, mediante soluzioni ad elevato valore aggiunto» dichiara Paolo Bergamo, CEO e chairman di OverIT. «Riteniamo che questa collaborazione metta a fattor comune l’esperienza di PwC Italia in ambito business transformation e user experience, insieme al software Fsm di OverIt e la nostra competenza sui processi di mercato».Per saperne di più, visita la pagina dedicata

Bandi Pnrr, Rosa: “Dalla consulenza alla liquidità: un set completo per tutti i bisogni delle imprese”
Secondo il partner PwC Italia è “fondamentale l’apporto di strumenti digitali per permettere alle Pmi di individuare le agevolazioni più attinenti alle proprie strategie”"Al giorno d'oggi esiste una difficoltà oggettiva per le imprese poco strutturate, che non dispongono di professionisti specifici in determinati ruoli, di accedere ai bandi del Pnrr e più in generale alla finanza agevolata; secondo uno studio di Banca d’Italia, nel biennio 2018 -2019 (prima degli aiuti Covid) circa 500mila imprese hanno avuto accesso a questo tipo di finanza, per importi nella stragrande maggioranza delle erogazioni (circa due terzi) molto contenuti, inferiori ai 5mila euro. Le erogazioni inoltre sono tra l’altro concentrate su misure a favore della generalità delle imprese, quali il Fondo di garanzia per le Pmi". Le parole sono di Malko Rosa, Partner PwC Italia, che descrive le realtà con le quali si interfaccia ogni giorno la sua società, impegnata ad aiutare le aziende italiane ad accedere alle agevolazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e non solo.In un percorso fatto a tappe, il primo traguardo da raggiungere è quello rappresentato dall'individuazione dell'agevolazione più attinente alla singola impresa. In un contesto che vede la presenza di decine, se non centinaia, di bandi, l'azione è tutt'altro che semplice, soprattutto per le piccole e medie imprese. "Il mercato attualmente offre soluzioni e mette a disposizione professionisti che aiutano le imprese prima di tutto a scremare i bandi - continua Rosa - In questo percorso PwC offre strumenti specifici che permettono alle imprese di eseguire questo primo step. L'individuazione della misura è facilitata da motori di ricerca: basta inserire i dati e la piattaforma indica i bandi più congrui alle strategie dell’azienda. Abbiamo, inoltre, digitalizzato anche l'erogazione del servizio – si può accedere a una sezione all'interno della piattaforma dove viene richiesto il servizio professionale a un consulente. Questo favorisce un'esperienza utente nuova, completamente digitalizzata. La procedura diventa così più snella: il professionista gestisce la pratica e richiede all’impresa solo i documenti strettamente necessari per l’accesso al bando”.Un secondo passo è rappresentato dalla rendicontazione. "Anche su questo aspetto le aziende, soprattutto quelle più piccole e meno strutturate, spesso hanno bisogno di un aiuto specifico. Le procedure per ricevere l’agevolazione, infatti, sono molto difformi tra di loro e non esiste un percorso unico per accedervi. Ad esempio, la pubblicazione di guide e regole rendicontative successive alla data di presentazione della domanda, l’utilizzo di portali differenti per Ente erogatore, la richiesta di sottomissione informazioni per il tramite modelli rendicontazione differenti. Non ultimo, alle aziende sono imposti limiti (temporali) sia per sostenere le spese sia per rendicontarle; vincoli che nella gestione quotidiana di un’impresa rischiano di non essere rispettati andando a compromettere il lavoro di scrittura e presentazione del progetto", aggiunge il Partner PwC Italia.Ma la cornice dentro la quale l'impresa può far nascere i propri progetti ha bisogno di altri attori. Secondo Rosa infatti "uno schema completo non può prescindere da altri due soggetti: le banche, che mettono a disposizione la liquidità, e chi propone l'asset sottostante al progetto. Solo in questo modo i bisogni di un'azienda verranno indirizzati nella loro interezza”.Anche per questo PwC ha avviato, per la sezione specifica di "Bandi e incentivi", collaborazioni con primari istituti bancari per aiutare i loro clienti in questo processo. "L'evoluzione di questo sistema prevede l'allargamento a più operatori e l'obiettivo è quello di dare all'impresa un set completo che copra tutti i bisogni: dalla consulenza per l'agevolazione alla liquidità, fino alla fornitura di asset", conclude Rosa.

Financial Regulatory Outlook
Normativa nazionale – Strumenti finanziari digitali e sperimentazione FintechNell’ambito del Digital Finance Package, il Consiglio dei Ministri del 16 marzo ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di emissioni e circolazione di determinati strumenti finanziari in forma digitale e di semplificazione della sperimentazione FinTech. L'obiettivo del regime pilota è consentire agli operatori di mercato di sperimentare l'utilizzo di nuove tecnologie in un ambiente controllato a registro distribuito, assicurando un livello di affidabilità delle trasmissioni finanziarie a tutela dei risparmiatori. Il provvedimento introduce anche una misura di semplificazione della sperimentazione Fintech volta al perseguimento dell'innovazione di servizi e di prodotti nei settori finanziario, creditizio, assicurativo e dei mercati regolamentati.Con tale intervento, si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri reso lo scorso 16 marzo, sono state stabilite le “norme necessarie per dare attuazione al regolamento (UE) 2022/858, relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla “tecnologia a registro distribuito” o DLT pilot regime, cioè su un archivio di informazioni in cui sono registrate le operazioni relative a strumenti finanziari e digitali e che è condiviso da dispositivi o applicazioni informatiche in rete e sincronizzato tra di essi”.In altri termini, con il decreto in esame si è dato seguito al primo effettivo approccio normativo, in ambito nazionale, di apertura del settore finanziario all’offerta e negoziazione di token rappresentativi di asset class tradizionali, come azioni, obbligazioni, diritti, obblighi e loro derivati, ovvero asset class alternativi.Le disposizioni del decreto-legge riguardano quindi gli aspetti relativi alle emissioni e alla circolazione dei sopra richiamati strumenti finanziari digitali, tra cui:l’emissione degli strumenti finanziari digitali, che deve avvenire mediante scritturazioni su un registro per la circolazione digitale;i requisiti dei registri per la circolazione digitale;l’individuazione dei responsabili di tali registri e gli obblighi in capo a tali soggetti.Inoltre, il decreto-legge affida a Consob (d’intesa con Banca d’Italia) il compito di adottare un Regolamento attuativo – entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto e quindi entro il 17 maggio 2023 – che definisca una serie di disposizioni sulla materia tra cui, inter alia, i principi e i criteri relativi alla formazione e alla tenuta dell’elenco dei responsabili dei registri per la circolazione digitale ed eventuali ulteriori strumenti che gli emittenti possono assoggettare alla disciplina del presente decreto.Il decreto è in vigore dal 18 marzo 2023.Per saperne di più visita il sito dedicato