
Bandi Pnrr, Rosa: “Dalla consulenza alla liquidità: un set completo per tutti i bisogni delle imprese”
Secondo il partner PwC Italia è “fondamentale l’apporto di strumenti digitali per permettere alle Pmi di individuare le agevolazioni più attinenti alle proprie strategie”"Al giorno d'oggi esiste una difficoltà oggettiva per le imprese poco strutturate, che non dispongono di professionisti specifici in determinati ruoli, di accedere ai bandi del Pnrr e più in generale alla finanza agevolata; secondo uno studio di Banca d’Italia, nel biennio 2018 -2019 (prima degli aiuti Covid) circa 500mila imprese hanno avuto accesso a questo tipo di finanza, per importi nella stragrande maggioranza delle erogazioni (circa due terzi) molto contenuti, inferiori ai 5mila euro. Le erogazioni inoltre sono tra l’altro concentrate su misure a favore della generalità delle imprese, quali il Fondo di garanzia per le Pmi". Le parole sono di Malko Rosa, Partner PwC Italia, che descrive le realtà con le quali si interfaccia ogni giorno la sua società, impegnata ad aiutare le aziende italiane ad accedere alle agevolazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e non solo.In un percorso fatto a tappe, il primo traguardo da raggiungere è quello rappresentato dall'individuazione dell'agevolazione più attinente alla singola impresa. In un contesto che vede la presenza di decine, se non centinaia, di bandi, l'azione è tutt'altro che semplice, soprattutto per le piccole e medie imprese. "Il mercato attualmente offre soluzioni e mette a disposizione professionisti che aiutano le imprese prima di tutto a scremare i bandi - continua Rosa - In questo percorso PwC offre strumenti specifici che permettono alle imprese di eseguire questo primo step. L'individuazione della misura è facilitata da motori di ricerca: basta inserire i dati e la piattaforma indica i bandi più congrui alle strategie dell’azienda. Abbiamo, inoltre, digitalizzato anche l'erogazione del servizio – si può accedere a una sezione all'interno della piattaforma dove viene richiesto il servizio professionale a un consulente. Questo favorisce un'esperienza utente nuova, completamente digitalizzata. La procedura diventa così più snella: il professionista gestisce la pratica e richiede all’impresa solo i documenti strettamente necessari per l’accesso al bando”.Un secondo passo è rappresentato dalla rendicontazione. "Anche su questo aspetto le aziende, soprattutto quelle più piccole e meno strutturate, spesso hanno bisogno di un aiuto specifico. Le procedure per ricevere l’agevolazione, infatti, sono molto difformi tra di loro e non esiste un percorso unico per accedervi. Ad esempio, la pubblicazione di guide e regole rendicontative successive alla data di presentazione della domanda, l’utilizzo di portali differenti per Ente erogatore, la richiesta di sottomissione informazioni per il tramite modelli rendicontazione differenti. Non ultimo, alle aziende sono imposti limiti (temporali) sia per sostenere le spese sia per rendicontarle; vincoli che nella gestione quotidiana di un’impresa rischiano di non essere rispettati andando a compromettere il lavoro di scrittura e presentazione del progetto", aggiunge il Partner PwC Italia.Ma la cornice dentro la quale l'impresa può far nascere i propri progetti ha bisogno di altri attori. Secondo Rosa infatti "uno schema completo non può prescindere da altri due soggetti: le banche, che mettono a disposizione la liquidità, e chi propone l'asset sottostante al progetto. Solo in questo modo i bisogni di un'azienda verranno indirizzati nella loro interezza”.Anche per questo PwC ha avviato, per la sezione specifica di "Bandi e incentivi", collaborazioni con primari istituti bancari per aiutare i loro clienti in questo processo. "L'evoluzione di questo sistema prevede l'allargamento a più operatori e l'obiettivo è quello di dare all'impresa un set completo che copra tutti i bisogni: dalla consulenza per l'agevolazione alla liquidità, fino alla fornitura di asset", conclude Rosa.

Financial Regulatory Outlook
Normativa nazionale – Strumenti finanziari digitali e sperimentazione FintechNell’ambito del Digital Finance Package, il Consiglio dei Ministri del 16 marzo ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di emissioni e circolazione di determinati strumenti finanziari in forma digitale e di semplificazione della sperimentazione FinTech. L'obiettivo del regime pilota è consentire agli operatori di mercato di sperimentare l'utilizzo di nuove tecnologie in un ambiente controllato a registro distribuito, assicurando un livello di affidabilità delle trasmissioni finanziarie a tutela dei risparmiatori. Il provvedimento introduce anche una misura di semplificazione della sperimentazione Fintech volta al perseguimento dell'innovazione di servizi e di prodotti nei settori finanziario, creditizio, assicurativo e dei mercati regolamentati.Con tale intervento, si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri reso lo scorso 16 marzo, sono state stabilite le “norme necessarie per dare attuazione al regolamento (UE) 2022/858, relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla “tecnologia a registro distribuito” o DLT pilot regime, cioè su un archivio di informazioni in cui sono registrate le operazioni relative a strumenti finanziari e digitali e che è condiviso da dispositivi o applicazioni informatiche in rete e sincronizzato tra di essi”.In altri termini, con il decreto in esame si è dato seguito al primo effettivo approccio normativo, in ambito nazionale, di apertura del settore finanziario all’offerta e negoziazione di token rappresentativi di asset class tradizionali, come azioni, obbligazioni, diritti, obblighi e loro derivati, ovvero asset class alternativi.Le disposizioni del decreto-legge riguardano quindi gli aspetti relativi alle emissioni e alla circolazione dei sopra richiamati strumenti finanziari digitali, tra cui:l’emissione degli strumenti finanziari digitali, che deve avvenire mediante scritturazioni su un registro per la circolazione digitale;i requisiti dei registri per la circolazione digitale;l’individuazione dei responsabili di tali registri e gli obblighi in capo a tali soggetti.Inoltre, il decreto-legge affida a Consob (d’intesa con Banca d’Italia) il compito di adottare un Regolamento attuativo – entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto e quindi entro il 17 maggio 2023 – che definisca una serie di disposizioni sulla materia tra cui, inter alia, i principi e i criteri relativi alla formazione e alla tenuta dell’elenco dei responsabili dei registri per la circolazione digitale ed eventuali ulteriori strumenti che gli emittenti possono assoggettare alla disciplina del presente decreto.Il decreto è in vigore dal 18 marzo 2023.Per saperne di più visita il sito dedicato

Top 500 Piacenza | La Classifica
I numeri di questa edizione di Top 500 fotografano la rinascita dell’economia piacentina dopo il crollo legato alla pandemia. Il fatturato delle aziende, nel 2021, è risultato in forte crescita rispetto al 2020, anno in cui le imprese avevano subito la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale.Ad un anno di distanza si può affermare che le aziende della provincia piacentina non si sono limitate al mero rimbalzo, ma hanno saputo riprendere a correre, e correre forte. Lo slancio del 2021 è stato reale e percepibile nella vita quotidiana delle imprese. La crisi pandemica ha costretto le imprese a riorganizzarsi, essere flessibili e ampliare i loro organici. Oggi parliamo di “piena occupazione” per quanto riguarda i profili tecnici offerti dal territorio piacentino. L’ennesimo ribaltamento di fronte nel giro di pochi mesi - stavolta fortunatamente positivo - a cui questa nuova normalità ci ha abituati. Nonostante tutte le difficoltà l’industria ha confermato la crescita, seppur inferiore, anche nel 2022. Piacenza chiude l’anno con il sorriso, ma affaticata dai tanti ostacoli che ha dovuto superare.Scopri la classifica delle prime 500 aziende della provincia cliccando qui

Top 200 Abruzzo e Molise | La Classifica
Capacità di crescere sapendo adattare il proprio business ai cambiamenti per cogliere le nuove opportunità di mercato: è il profilo comune delle duecento aziende abruzzesi e molisane leader per fatturato nel 2021, che emerge dalla ricerca Top 200 Abruzzo e Molise condotta da PwC e dal Dipartimento di economia aziendale dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ricerca che evidenzia la significativa ripresa nel post emergenza Covid 19 e l’ottima capacità di affrontare le nuove sfide derivanti dagli impatti economici del conflitto in Ucraina e dalla transizione digitale ed ecologicaComplessivamente le Top 200 generano un fatturato di 21,6 miliardi di euro, mostrando un generale e sostenuto trend di crescita rispetto al 2020 per l’87% del campione e un tasso di crescita dei ricavi delle vendite del 14%. In particolare, i ricavi mostrano una crescita del 10% e del 20% rispettivamente per il 68% e il 47% delle aziende.Scopri la classifica delle prime 200 aziende della provincia cliccando qui

Tempi di attesa lunghi e poca semplificazione: le difficoltà delle aziende alle prese con il Pnrr
Le aziende hanno subito percepito il piano come un'opportunità, ma si sono dovute confrontare con scadenze ravvicinate e la quantità e complessità della documentazione da produrre, spiega Silvia Morera, Partner PwC ItaliaFonte La Repubblica.itAumento dei prezzi delle materie prime, caro energia e inflazione hanno remato contro la realizzazione dei progetti previsti con il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza. A queste difficoltà, legate anche alle tensioni geopolitiche, si sono aggiunte quelle amministrative, come la documentazione da presentare e le scadenze ravvicinate per la partecipazione ai bandi. Per le imprese quindi, che fin dall'inizio hanno considerato il Pnrr come una grande opportunità per ridare slancio all'economia del Paese, la strada per l'impiego dei fondi non è stata certo priva di ostacoli. "Il piano ha generato tanto interesse e partecipazione, le aziende hanno risposto, lo hanno percepito e lo considerano ancora come un volano, un acceleratore", ci spiega Silvia Morera, Partner PwC Italia, sottolineando che "le imprese hanno presentato le loro proposte progettuali e i piani di investimento. Tuttavia, oltre ai tempi per conoscere l'esito della graduatoria finale, le realtà che sono state ritenute idonee e giudicate finanziabili sono state, e alcune rimangono in attesa, di linee guida puntuali per l'attuazione".Come ricorda l'esperta di PwC, al 31 dicembre del 2022, il piano ha raggiunto quasi tutti gli obiettivi ed è stata inviata alla Commissione la richiesta di pagamento della III rata da 19 miliardi: "Questo ha consentito al Paese di ottenere l'erogazione di 67 miliardi di euro, un anticipo e due tranche. Quello che ci attende è un 2023 sfidante, e in questo primo trimestre, vale a dire entro marzo, è previsto il raggiungimento di ulteriori 27 obiettivi per ottenere la IV rata del Pnrr (più di 18 miliardi)".Intanto va avanti il dibattito sulla possibile revisione del piano, alla luce dell'emergenza energetica, della guerra in Ucraina e dell'impennata di costi. "E il nuovo decreto sul Pnrr, approvato a febbraio, è intervenuto sulla governance, rendendola più unitaria, con l'obiettivo di rafforzare l'efficacia delle azioni della Pa e snellire le procedure amministrative", commenta Silvia Morera.Fin dall'adozione del Pnrr, la società di consulenza PwC è stata vicina al mondo delle imprese per fornire supporto in diverse fasi dell'attuazione del Piano: ha creato una Task Force Pnrr dedicata e momenti di incontro per poter dialogare con i diversi attori in campo. "Dal nostro osservatorio abbiamo potuto riscontrare che il Piano è andato avanti, i bandi sono stati pubblicati, i fondi vengono erogati ma ci sono ancora alcuni obiettivi prefissati da completare", ci dice l'esperta. Mentre sul lato delle imprese, sono stati diversi gli ostacoli fronteggiati dalle aziende che hanno presentato i loro progetti di innovazione digitale e trasformazione ecologica. In particolare, sul piano della semplificazione amministrativa: "Uno degli aspetti più rilevati dalle imprese è stata la quantità e la complessità della documentazione da produrre per la partecipazione a un bando. E poi ancora, le scadenze ravvicinate: i tempi tra la data di partecipazione e quella di chiusura per la presentazione del progetto erano troppo stretti, creando difficoltà aggiuntive in fase di predisposizione dei piani", fa notare Morera.Altre problematiche hanno riguardato invece i tempi di attesa: "Ci sono stati alcuni bandi che hanno pubblicato gli esiti, e quindi le graduatorie finali, dopo diversi mesi: una tendenza che può avere un impatto sui tempi di realizzazione dei progetti, anche perché hanno lasciato le imprese in un limbo di incertezza", continua l'esperta.Grazie alla Task Force istituita per il Piano, PwC ha supportato le aziende nella definizione dei loro progetti imprenditoriali, nell'analisi dei loro fabbisogni di fonti di finanziamento e nella partecipazione ai bandi di gara. "E ora le stiamo assistendo anche nella fase realizzativa, quella del monitoraggio e della rendicontazione", precisa Morera.Per i prossimi mesi, gli operatori si aspettano altri tre importanti passi per favorire l'avanzamento del Piano. In primo luogo, la pubblicazione di nuovi bandi: "Servono a impegnare le risorse che ad oggi sono ancora disponibili. Ad esempio, bandi sulla Missione 2 del Pnrr, quella della transizione ecologica con opportunità sulle filiere dell’idrogeno, agrovoltaico e impianti eolici/fotovoltaici off-shore". Poi ancora, aumenterà il contatore della spesa: "Dalla fine del 2023 ci aspettiamo crescenti volumi di spesa, perché saremo nella fase realizzativa dei progetti che sono stati finanziati", spiega l'esperta di PwC.E infine il completamento delle riforme: "Finora ne sono state realizzate circa 31 delle 63 previste. Tra quelle che mancano, ci sono per citarne solo alcune: la riforma del pubblico impiego, la riforma completa del codice degli appalti, nonché la riforma del processo civile e penale", continua Morera, facendo notare poi che le aziende si aspettano "nuove opportunità" e "maggior semplificazione e dialogo con le istituzioni".Il ridotto numero di professionalità con competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali specifiche per l’utilizzo dei Fondi europei è un dibattito che da tempo riguarda la Penisola, ancor prima dell'istituzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono diverse le competenze richieste per questi interventi, da quelle di tipo programmatorio per l'accesso alle risorse comunitarie, a quelle di tipo ingegneristico ed economico per la messa a terra e il monitoraggio di progettualità complesse."Nei miei incontri con le aziende, ho riscontrato in diversi casi strutture imprenditoriali competenti su questi temi: in tante realtà, infatti, non c'era un problema di competenza ma la difficoltà a creare il progetto dentro il perimetro individuato dai bandi e a predisporre poi la documentazione relativa", ci dice l'esperta di PwC. "Poi è chiaro che ci sono altre imprese che sono più a digiuno su questa materia, e abbiamo cercato di affiancarle in ogni modo: abbiamo messo a disposizione la nostra conoscenza del piano e dei meccanismi attuativi, fornendo supporto nella predisposizione dei progetti. E io credo che al prossimo giro saranno decisamente più autonome".

Le foto all’asta con Ai.Bi. per aiutare i bimbi e famiglie colpite dalla guerra in Ucraina
Coinvolti fotografi e professionisti per una raccolta fondi a sostegno dei bimbi ucrainiFonte Il Cittadino Monza BrianzaAi.Bi. Associazione Amici dei Bambini, in collaborazione con PwC Italia e Goodpoint, ha chiamato a raccolta alcuni dei più brillanti fotografi e artisti italiani, che hanno messo a disposizione le loro opere. Il ricavato sarà interamente destinato ai progetti che l’Associazione realizza in Ucraina, in Moldova e in Italia per sostenere bambini e famiglie colpite dalla guerra in Ucraina.La Charity Auction Online propone soprattutto stampe di grande formato, ma anche mosaici di polaroid e una scultura di stoffe: lavori evocativi e preziosi, che si arricchiscono ulteriormente grazie alla finalità benefica per la quale sono stati donati con generosità da Niccolò Aiazzi – Giulia Bellezza – Fabio Bonanno – Stefano Bressani – Monica Cordiviola – Paco di Canto – Filippo Fior – Giorgio Galimberti – Maurizio Galimberti – Max Laudadio – Fabio Magara – Rosa Mariniello – Marco Onofri – Roberto Polillo – Fabrizio Spucches – Marzio Toniolo – Lorenzo Zoppolato.Nel corso di ormai oltre un anno di impegno, il progetto #BAMBINIxLAPACE ha raggiunto circa 1000 beneficiari direttamente in Ucraina, con consegne di beni di prima necessità e l’apertura di quattro “Punti Ai.Bi.” dove accogliere bambini e famiglie offrendo un luogo sicuro in cui proporre attività di gioco e di assistenza. Inoltre, grazie alla ludoteca itinerante “Ludobus della pace”, vengono raggiunti diversi villaggi del Paese portando attività di animazione e supporto.Nella confinante Moldova, dove Ai.Bi. è presente dal 1999, grazie al numeroso staff presente sul posto, sono state organizzate tante attività di prima accoglienza, di animazione presso biblioteche, ludoteche e campi profughi, nonché, anche qui, un Ludobus della Pace che ha raggiunto oltre 20 località a rotazione e una help line per donne in difficoltà. In totale i beneficiari raggiunti sono stati oltre 125mila.In Italia, infine, il progetto #BAMBINIxLAPACE ha consentito di accogliere, durante il corso dell’anno, per periodi variabili di tempo, 200 tra bambini e adulti che hanno trovato un luogo sicuro nei Pan di Zucchero per la Pace e presso le famiglie vicine all’associazione. Partecipare alla Charity Auction Online “OMBRA e LUCE. 20 scatti per l’Ucraina” è semplicissimo: basta andare sul sito dedicato, dove si potranno visionare le 23 opere, accedere a tutte le informazioni, registrarsi e fare un’offerta per quella o quelle a cui si è più interessati. Il sistema è quello classico delle aste: fino al 30 marzo ciascuno può fare la propria offerta e rilanciare nel caso altri facessero offerte maggiori. Si aggiudicherà l’opera chi, alle ore 20.00 del 30 marzo, avrà presentato l’offerta maggiore. Le opere saranno esposte dal 27 al 30 marzo al 27° piano della Torre PwC, disegnata da Daniel Libeskind, a Milano

Riforma Cartabia: nuove norme in tema di notificazioni civili
La modifica delle disposizioni del Codice di Procedura Civile e della Legge n. 53/1994La modifica di maggior rilievo apportata alla L. n. 53/1994 riguarda l’introduzione del nuovo articolo 3 ter. In questo articolo sono state disciplinate le ipotesi in cui sorge in capo all’avvocato l’obbligo di notificare gli atti con modalità telematiche, tramite posta elettronica certificata (“PEC”) o servizio elettronico certificato qualificato(“SERCQ”).Con il decreto legislativo n. 149 del 17 ottobre 2022, il Governo ha esercitato la delega conferitagli dal Parlamento mediante la Legge delega n. 206/2021, allo scopo di efficientare il processo civile e di prevedere misure cosiddette urgenti per razionalizzare i procedimenti in materia di diritti della persona, famiglia ed esecuzione forzata, meglio conosciuta come Riforma Cartabia.Tra i numerosi interventi riformatori, sono state approvate modifiche in tema di notificazioni civili alle disposizioni del Codice di Procedura Civile e alla Legge n. 53/1994.È stato così modificato l’art. 137 c.p.c. la cui nuova formulazione prevede espressamente l’inserimento della figura dell’avvocato nel novero dei soggetti deputati ad eseguire le notificazioni degli atti del processo civile. L’avvocato è, tuttavia, chiamato ad effettuare le notificazioni, il richiamo è senza ombra di dubbio alla L. n. 53/1994, che disciplina le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali per gli avvocati.La Riforma Cartabia ha previsto anche la revisione dell’art. 147 c.p.c. che ha riguardato l’inserimento di ulteriori due comma. Il primo consacra le notificazioni “senza limiti orari” e il secondo prende in considerazione due diversi momenti per il perfezionamento della notifica.L’intervento dell’avvocato nell’esecuzione delle notifiche diviene obbligatorio in via preliminare e comporta il conseguente divieto per l’ufficiale giudiziario di svolgere l’attività di notificazione.Di conseguenza, all’obbligo di notifica telematica dell’avvocato corrisponde il divieto imposto all’Ufficiale giudiziario di eseguirla.L’Ufficiale potrà eseguire la notifica su richiesta dell’avvocato solo se quest’ultimo non deve eseguirla a mezzo PEC o SERCQ, o con altra modalità prevista dalla legge, oppure, quando vengono meno i presupposti del già menzionato obbligo, cioè non è stato possibile eseguire la notifica / non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. In questo caso l’avvocato deve formulare una dichiarazione attestante le difficoltà riscontrate, di cui l’Ufficiale darà atto nella relazione di notificazione.Le altre novità riguardano l’ampliamento del potere di certificazione di conformità, che viene steso anche al liquidatore giudiziale e la possibilità di attestare la conformità anche degli allegati alle comunicazioni telematiche.Tutti i dettagli sul sito dedicato.

Certificazione sulla parità di genere: una nuova opportunità per le imprese
Le principali novità introdotte a seguito dell'aggiornamento del codice delle pari opportunità (Legge 162/2021) sulla parità di genereAl fine di rafforzare la tutela delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, negli ultimi anni la normativa ha subito un’importante evoluzione. In particolare, il Codice delle pari opportunità è stato aggiornato con la Legge 162/2021 e presenta una serie di novità, tra cui l’estensione dell’obbligo di redazione, con cadenza biennale, di un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile e l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2022, della Certificazione sulla parità di genere.Sulla base della struttura della Vostra organizzazione e dei Vostri obiettivi di business, il nostro team è in grado di supportarvi in tutte le fasi del percorso finalizzato all’ottenimento della certificazione. PwC potrà inoltre fornire il suo supporto su alcuni aspetti specifici della parità di genere, tra cui quelli legati al gender pay gap.Principali riferimenti legislativi e normativi:• D.Lgs 198/2006 Codice delle pari opportunità tra uomo e donna;• L. 162/2021 Modifiche al Codice di cui al D.Lgs 198/2006 e altre disposizioni in materiadi parità tra uomo e donna in ambito lavorativo;• Decreto Interministeriale del 29 marzo 2022;• D.L. 36/2022 - Modifica al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50/2016);• UNI ISO 30415 Gestione delle risorse umane - Diversità e InclusioneIn PwC supportiamo le organizzazioni in tutte le fasi del percorso finalizzato all’ottenimento della certificazione e su alcuni aspetti specifici legati al tema della parità di genere.Per approfondire la lettura clicca qui

Private capital, 2022 miglior anno di sempre con 23,6 miliardi investiti
Gli investimenti totali lo scorso anno sono risultati in crescita del 61%. le previsioni per il 2023 sono più caute a causa delle tensioni bancarie a livello internazionale e il rialzo dei tassi di interesse.Da parecchi anni PwC è partner strategico di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital) con cui sviluppa importanti iniziative tra le quali:Italian Private Equity and Venture Capital Industry Survey: condotta ogni sei mesi per mezzo di questionari online, coinvolge gli operatori di private equity presenti nel mercato italiano. PwC supporta AIFI nella revisione e nell’analisi dei dati.L'impatto economico del Private Equity e del Venture Capital in Italia: lo studio è progettato per investigare le performance delle società target relativamente a un periodo di holding definito (dall’anno successivo a quello di acquisizione all’anno di disinvestimento). La ricerca si focalizza su venture capital, includendo start up expansion, e sul segmento dei buy-out.«Il 2022 è stato il miglior anno di sempre con investimenti totali per 23,659 miliardi con una crescita del 61%. Tanti capitali in più sono affluiti sulle nostre imprese e anche sul sistema infrastrutturale per un totale di 848 operazioni. Nel dettaglio sono raddoppiato i buy out, che hanno raggiunto gli 11 miliardi dai 5,4 miliardi del 2021 in 185 deal, mentre le operazioni del settore infrastrutture hanno toccato i 10,7 miliardi in 52 operazioni. A livello di numero di deal la fa da padrone il venture capital con 547 operazioni». Questo il quadro disegnato da Anna Gervasoni, direttrice generale di Aifi, in occasione della presentazione dei risultati dell'analisi condotta dall’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, in collaborazione con PwC Italia – Deals, sul mercato italiano del capitale di rischio.«Buon andamento soprattutto degli investimenti - ha commentato il presidente di Aifi Innocenzo Cipolletta - con una presenza a carattere internazionale. Gli investitori internazionali stanno facendo operazioni dirette e allo stesso tempo investono nei nostri fondi. Questo evidenzia una carenza di investitori italiani».«Ci aspettiamo un 2023 leggermente diverso rispetto allo scorso anno. Private equity e venture capital stanno risentendo della situazione congiunturale internazionale. Il clima è cambiato e c’è una minore propensione a prendere rischi, inoltre in prospettiva ci sarà una riduzione della liquidità. Tutto questo si ripercuoterà anche sul nostro mercato, soprattutto nel settore venture capital. L’Europa può reagire attraverso gli operatori pubblici, che possono supportare i mercati» osserva Cipolletta.Sulle difficoltà per il 2023 concorda anche Francesco Giordano, partner PwC: «Dall’operatività di tutti i giorni vediamo difficoltà nelle operazioni medio-grandi a causa del contesto finanziario, soprattutto per l’aumento dei tassi e la carenza liquidità. Alcune operazioni, quindi, potrebbero essere spostate più avanti nell’anno».«Nel 2022 a livello internazionale si è registrata una riduzione nella raccolta del 22% a livello di ammontari e del 49% a livello di operatori. Sono aumentati anche i mesi necessari per arrivare al closing, sono necessari ora circa 20 mesi» illustra Francesco Giordano, che aggiunge: «Un’ulteriore contrazione si è registrata a livello di investimenti a 6.575 deal. Più marcato il calo in Europa, con una riduzione del 53%, contro l’8% degli stati Uniti. Inoltre hanno visto una forte riduzione anche i disinvestimenti pari al 47% a livello di ammontare e 45% a numero con le Ipo che si sono ridotte del 73%, mentre le vendite a operatori industriali del 33%».Per saperne di più visita la pagina dedicata