• Marketing & Sales

PwC: Il Mercato Italiano dell'Entertainment & Media crescerà fino a 58,4 Miliardi entro il 2028

Il mercato italiano dell'Entertainment & Media crescerà fino a 58,4 miliardi di euro nel 2028, spinto dalla trasformazione digitale e dall'innovazione nei contenuti.Il mercato italiano dell’Entertainment & Media (E&M) è in crescita e si prevede che raggiungerà 58,4 miliardi di euro entro il 2028, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3,1% tra il 2023 e il 2028. Nel 2023, il settore ha registrato ricavi di 50,1 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2022), nonostante le sfide macroeconomiche globali. La spesa dei consumatori ha raggiunto i 38,1 miliardi, trainata dal settore video e dalle scommesse online.Il mercato pubblicitario ha generato 12 miliardi di euro (+9,3% rispetto al 2022), con l'online che rappresenta oltre la metà dei ricavi. Si prevede che i ricavi pubblicitari cresceranno a 15,1 miliardi di euro entro il 2028 (CAGR del 4,7%).Il cinema ha visto una crescita significativa (+61,6% nel 2023), sostenuta da film di successo e un pubblico giovane. Anche il mercato delle scommesse e dei giochi online è in espansione, con ricavi di 4,8 miliardi di euro nel 2023 e un CAGR previsto del 10,9%, raggiungendo 8 miliardi di euro nel 2028, grazie soprattutto alle scommesse sportive e ai casinò online.Maria Teresa Capobianco, Partner PwC Italia e TMT Leader, ha commentato: "Il mercato E&M italiano raggiungerà i 58,4 miliardi di euro nel 2028, crescendo con un CAGR del 3,1%. Il settore, influenzato da dinamiche globali, è caratterizzato da una forte connessione tra cultura, informazione e interessi. Gli operatori devono cogliere le opportunità di un mercato in evoluzione, proponendo contenuti e strumenti innovativi per attrarre e mantenere l’attenzione dei consumatori".Il report sottolinea anche il ruolo della trasformazione digitale, con la componente digitale che rappresenta l'84% dei ricavi totali del 2023 e destinata a crescere ulteriormente. Gli investimenti in tecnologie come l'Intelligenza Artificiale (IA), la Realtà Virtuale (VR) e Aumentata (AR), insieme al Metaverso, saranno cruciali per sostenere la crescita del settore nei prossimi anni.Filippo Schemoz, Partner TMT PwC Italia, ha aggiunto: “Il mercato delle scommesse e dei giochi online continuerà il proprio trend positivo, con gli operatori impegnati a offrire esperienze digitali di alta qualità in un contesto sempre più mobile-oriented. Le trasformazioni digitali già in atto nel settore E&M possono servire da modello per i player del mercato”.

  • Information Technology

Space Economy: servono più investimenti dei privati nel settore spaziale

Nel 2023, il mercato globale della Space Economy ha toccato i 400 miliardi di dollari, evidenziando una crescita continua. Tuttavia, gli investimenti privati sono diminuiti, scendendo dai 49,1 miliardi del 2021 a 17,9 miliardi, a causa dell'incertezza economica e politica e di un approccio più selettivo da parte degli investitori. Ora l'attenzione si concentra su aziende che dimostrano la sostenibilità dei loro modelli di business, rendendo il settore più focalizzato e competitivo.La tipologia degli investitori sta diventando più variegata. I fondi di Venture Capital continuano a dominare, puntando in particolare sulle start-up e sulle prime fasi di crescita delle aziende. A questi si aggiungono nuovi partecipanti, come fondi tecnologici specializzati, fondi deep tech, grandi fondi di buyout e investitori aziendali provenienti da settori diversi, tra cui trasporti, media e assicurazioni. La crescita dei finanziamenti si è concentrata principalmente nei round early-stage, mentre i finanziamenti di serie C e D+ sono rimasti stabili, con diverse società più mature che hanno preferito raccogliere fondi attraverso i mercati pubblici.Gli accordi SPAC, molto diffusi nel 2021, non hanno raggiunto le aspettative, spingendo molte società a considerare un ritorno alla proprietà privata e a optare per strategie di consolidamento per affrontare le sfide del mercato. La capitalizzazione di mercato delle società acquisite è calata, e molte hanno adottato frazionamenti azionari inversi per stabilizzare le loro quotazioni. Nonostante ciò, la maggior parte delle aziende ha registrato un aumento dei ricavi e sta implementando misure per ridurre i costi e migliorare la redditività, continuando a lavorare sulla validazione delle proprie tecnologie.In questo scenario, le imprese che ottengono contratti governativi riescono ad attrarre più facilmente capitali privati, grazie alla maggiore stabilità e affidabilità che tali accordi garantiscono, elementi essenziali per competere con successo nel settore spaziale.Gabriele Capomasi, Partner Aerospace & Defense PwC Italia spiega: "Il mercato azionario continua a premiare le aziende spaziali tradizionali, mentre le aziende NewSpace stanno lavorando per mantenere la loro capitalizzazione di mercato".Le società legacy incluse nell’analisi di PwC hanno registrato una crescita media dei prezzi delle azioni del 28% nel periodo ottobre 2022 - febbraio 2024. Queste società sono generalmente coinvolte nel settore della difesa e raccolgono significativi appalti governativi.Cesare Battaglia, Aerospace & Defense Country Lead PwC Italia commenta: "Lo spazio è un settore complesso guidato da dinamiche a livello macro che vanno oltre le semplici forze di mercato. È caratterizzato da un contesto normativo e politico in continua evoluzione, che può influenzare significativamente le evoluzioni del settore. Lo spazio ha notevoli impatti strategici, sociali ed economici, giustificando la significativa spesa pubblica nel settore. La trasformazione del settore offre anche nuove opportunità e sfide sia ai nuovi investitori che a quelli consolidati. Cogliere queste opportunità e affrontare le sfide derivanti da un campo di gioco in così rapida evoluzione è indispensabile per rimanere competitivi".

  • Legal

Apertura sportello – Bando riconversione dei cicli produttivi della plastica monouso

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con i Decreti n. 86/24 e 166/24, ha stabilito criteri e procedure per attuare misure di sostegno alle imprese che producono prodotti in plastica monouso (come bicchieri o contenitori per alimenti). L’obiettivo è favorire la modifica dei processi produttivi e la riprogettazione verso la produzione di articoli riutilizzabili o alternativi, in linea con le normative europee e nazionali sulla riduzione della plastica.Il bando intende incentivare la transizione ecologica delle aziende attraverso:La riconversione dei processi produttivi per l’uso di materiali sostenibili (biodegradabili o riciclabili).L’innovazione tecnologica con l'adozione di tecnologie a basso impatto ambientale.La promozione dell’economia circolare mediante la riduzione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali.Il contributo a fondo perduto, con un limite di 300.000 euro per impresa nell’arco di tre anni, sarà concesso nelle seguenti modalità:40% delle spese per la progettazione delle modifiche ai cicli produttivi.80% delle spese per l'acquisto di macchinari, attrezzature e software.Le domande potranno essere presentate tramite PEC dal 21 ottobre 2024 al 20 dicembre 2024, con risorse complessive di 10 milioni di euro.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Other

Partecipa alla 28° Global CEO Survey di PwC

PwC sta svolgendo la 28° Global CEO Survey, i cui risultati saranno presentati, in forma aggregata, in occasione del World Economic Forum di Davos a gennaio 2025. Invitiamo tutti i CEO di società Italiane a partecipare per poter contribuire all'analisi di PwC di come anche i CEO italiani stanno affrontando i rapidi e complessi cambiamenti determinati dai principali megatrend e stanno gestendo le crescenti aspettative degli stakeholders. Chiudiamo le interviste l'8 novembre, se sei interessato/a a partecipare clicca qui

  • Legal

Green claims: concluso l’intervento di moral suasion nei confronti di produttori di auto elettriche

Il 9 ottobre 2023, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha concluso positivamente un'azione di moral suasion nei confronti di due aziende produttrici di veicoli elettrici. Queste aziende erano state richiamate a causa di affermazioni di sostenibilità ("green claims") potenzialmente ingannevoli per i consumatori. I "green claims" sono dichiarazioni che le aziende rilasciano sui propri prodotti o servizi per comunicarne l’impatto ambientale sostenibile. Se tali affermazioni sono accurate e verificabili, rientrano nella sfera del "green marketing", ossia la promozione trasparente di prodotti ecologici. Tuttavia, quando queste dichiarazioni risultano generiche, non verificabili o fuorvianti, si sfocia nel "greenwashing", una pratica in cui le aziende promuovono un’immagine sostenibile senza reali prove o impegni concreti.Secondo il Codice del Consumo, il greenwashing può costituire una pratica commerciale scorretta, in quanto inganna i consumatori con informazioni non veritiere o non supportate. Anche se a livello nazionale non esiste una norma specifica per i green claims, l'AGCM ha spesso considerato tali affermazioni abusive come pratiche scorrette, come accaduto in questo caso. A livello europeo, il tema è attualmente regolamentato dalla Direttiva UE 2024/825, che mira a responsabilizzare i consumatori durante la transizione verde, migliorando la loro protezione contro pratiche sleali. Questa direttiva, in vigore dal marzo 2024, dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il marzo 2026. Inoltre, è in discussione la Direttiva Green Claims, che richiederà maggiore trasparenza e veridicità nelle dichiarazioni ambientali delle aziende.Nel caso specifico, l'AGCM ha rilevato che sui siti web delle due aziende erano presenti affermazioni generiche come "100% sostenibile", "Zero emissioni" o "Impatto zero sull’ambiente". Queste dichiarazioni non specificavano chiaramente a quale fase del ciclo di vita del prodotto si riferissero (produzione, distribuzione, uso o smaltimento), né erano supportate da dati verificabili. L’Autorità ha sottolineato l’importanza di considerare anche le emissioni associate alla produzione delle batterie e all'uso dell’energia elettrica per la ricarica dei veicoli, che possono influire significativamente sull'impatto ambientale complessivo.Le due società, a seguito dell'intervento dell'AGCM, hanno rimosso le dichiarazioni ritenute non conformi agli standard di trasparenza e veridicità richiesti dalla normativa. Questo adeguamento sarà ancora più stringente quando entreranno in vigore le nuove disposizioni europee, che imporranno regole più severe per validare e verificare i green claims aziendali.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Information Technology

PwC Italia firma l'AI Pact: impegno verso un'Intelligenza Artificiale responsabile e conforme

L’impegno è di portare avanti le proprie best practice in tema di AI literacy, AI governance e di mappatura degli Use cases aziendaliIl 26 settembre, PwC Italia ha aderito all'AI Pact, un'iniziativa promossa dalla Commissione Europea per favorire l'adozione delle migliori pratiche in ambito di intelligenza artificiale e aiutare le organizzazioni a prepararsi alla conformità con l'AI Act. Le aziende partecipanti all'AI Pact si sono ufficialmente impegnate a creare le condizioni necessarie per rispettare la futura normativa europea sull'AI, comunicando le azioni intraprese per adeguarsi ai requisiti previsti.PwC Italia ha deciso di aderire a questa iniziativa, confermando il proprio impegno nell'implementazione delle best practice in materia di alfabetizzazione sull'AI, governance e mappatura dei casi d'uso aziendali. Questo sottolinea il ruolo di PwC Italia come pioniere nell'adozione di un Framework di Responsible AI.Alessandro Caridi, Partner PwC Italia e PwC Digital Innovation Leader, spiega: “Con l'adesione all'AI Pact, rafforziamo il nostro impegno e lavoro nel campo dell'innovazione digitale. Siamo profondamente convinti che l'intelligenza artificiale sia una tecnologia trasformativa con numerosi effetti benefici e siamo desiderosi di intraprendere questo percorso per migliorare le nostre competenze e la nostra struttura digitale, ma anche per supportare i nostri clienti nella stessa direzione".

  • Corporate Social Responsibility

eReadiness 2024

Le vendite di auto elettriche in Europa sono crollate, con una diffusione inferiore del 35% rispetto alle stime. Francesco Papi: "l'adozione è inferiore del 50% rispetto alle previsioni", mettendo a rischio gli obiettivi UE sulle emissioni.Il calo delle vendite di auto elettriche in Europa è legato a diversi fattori, tra cui i prezzi elevati, la scarsa diffusione di colonnine di ricarica e la fine degli incentivi nei principali mercati. Questo ha portato a una diffusione delle auto elettriche inferiore del 35% rispetto alle stime di tre anni fa e addirittura del 50% in Italia. Nei primi otto mesi del 2024, la quota di mercato delle auto elettriche nell'Unione Europea è scesa dal 21,4% al 19,2%, mentre nel solo mese di agosto le vendite di auto elettriche sono crollate del 44%, con una riduzione della quota di mercato di un terzo, portandola al 14%."L'adozione delle vetture elettriche in Europa è inferiore del 50% rispetto alle stime fatte solo tre anni fa, e questo oggi rende irraggiungibili gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’Ue", ha dichiarato Francesco Papi, Partner di Strategy& e Automotive leader di PwC Italia, che ha curato la 5ª edizione dello studio eReadiness.Questo calo delle vendite ha messo in luce le diverse velocità con cui i paesi europei stanno affrontando la transizione all'elettrico. I paesi nordici, come Norvegia, Svezia e Olanda, si confermano leader nell’e-mobility, con una quota di immatricolazioni elettriche compresa tra il 45% e il 90%. Francia e Germania, invece, pur registrando una penetrazione dell’elettrico tra il 18% e il 25%, hanno visto un rallentamento, con la Germania che ha subito un calo delle vendite di auto elettriche pure del 32%, parzialmente compensato dalla crescita delle ibride plug-in del 9,1%. L'Italia resta indietro, confermandosi fanalino di coda con una quota di mercato del 7,2% per le vetture elettriche ad agosto, in calo rispetto all'8,6% dello stesso periodo dell’anno precedente."La diffusione delle auto elettriche nei paesi nordici, con l’esempio virtuoso della Norvegia dove siamo sopra all’80%, indica che l’e-mobility può essere una scelta di massa e una tecnologia di larga scala. Ma l’Ue è in ritardo di almeno 8 anni rispetto alla Norvegia. Serve un cambio di velocità", ha aggiunto Papi.I tempi stringono e gli obiettivi dell’Ue di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035, con il conseguente stop alla produzione di motori termici, rappresentano una sfida sempre più difficile per l’industria automotive europea. L'Acea ha persino chiesto all’Ue di rivedere i target di emissione. Papi ha inoltre affermato: "Se tutti i paesi europei adottassero la stessa velocità di adozione della Norvegia, gli obiettivi slitterebbero di un paio di anni, mentre alla velocità di oggi le zero emissioni non sarebbero ipotizzabili prima del 2040".L'indagine ha suddiviso i consumatori in tre gruppi: proprietari, interessati all'acquisto nei prossimi cinque anni (prospects) e scettici. Il profilo dei proprietari italiani mostra che "oltre il 90% si dichiara soddisfatto dell’acquisto", in particolare per i minori costi operativi e l'esperienza di guida, anche se il 70% ricarica l’auto a casa o in ufficio, con costi più bassi rispetto alle colonnine pubbliche. Tuttavia, per la prima volta, la percentuale di interessati all'acquisto è scesa dal 69% al 61%, mentre gli scettici sono aumentati dal 28% al 35%, segno di "maggiore incertezza dei consumatori e di un rallentamento dell’interesse verso l’elettrico".Infine, Papi ha sottolineato che "il segmento D, quello dei veicoli di grandi dimensioni, è l’unico in cui l’elettrico costa meno del termico", mentre i segmenti più compatti rischiano di essere dominati dai marchi cinesi. "La battaglia con la Cina si combatte sull’innovazione", ha concluso Papi.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Finance

Private Equity e Venture Capital in Italia: Crescita sostenuta nel primo semestre 2024

I dati dell'analisi condotta da AIFI in collaborazione con PwC ItaliaNel primo semestre del 2024, il mercato italiano del private equity e venture capital ha mostrato una notevole dinamicità. La raccolta di capitali ha raggiunto 2,8 miliardi di euro, con un incremento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli investimenti complessivi hanno toccato 4,5 miliardi di euro, registrando un aumento del 40% nonostante un calo del 14% nel numero di operazioni, scese a 299 rispetto alle 346 dell'anno precedente. Tuttavia, si sono registrate 7 operazioni di grande portata, superiori a 150 milioni di euro, contro le 3 del primo semestre 2023.La raccolta è stata trainata da fondi pensione e casse di previdenza (24%), settore pubblico e fondi di fondi istituzionali (15%) e fondi sovrani (13%). Il 66% dei capitali raccolti proviene da investitori italiani. In termini di destinazione degli investimenti, il 43% dei capitali è stato destinato a operazioni di expansion e il 35% a buyout.Nel campo degli investimenti, il venture capital ha visto un calo del 17% nel numero di operazioni (193), ma con un aumento del 21% nel valore investito, che ha raggiunto i 494 milioni di euro, evidenziando operazioni di dimensioni maggiori. Il buyout ha visto una crescita del 14% in valore, toccando 2,5 miliardi di euro, ma il numero di operazioni è sceso dell'8%. L'expansion ha mostrato una forte crescita, con un aumento del 76% nel valore investito (370 milioni) e del 28% nel numero di operazioni (23). Anche gli investimenti in infrastrutture sono cresciuti significativamente (+146%), pur con un numero di operazioni dimezzato rispetto all'anno precedente.Dal punto di vista delle dimensioni delle aziende coinvolte, il 79% degli investimenti è stato destinato a imprese con fatturato inferiore ai 50 milioni di euro. Settorialmente, il comparto ICT ha rappresentato il 31% del totale delle operazioni, seguito dal settore medicale (17%) e dai beni e servizi industriali (16%).Geograficamente, il Nord Italia ha concentrato il 75% delle operazioni, con la Lombardia in testa (45% del totale), seguita da Friuli-Venezia Giulia e Lazio. Il Centro ha realizzato il 18% degli investimenti, mentre il Sud e le Isole hanno rappresentato solo il 7%.I disinvestimenti sono cresciuti del 30%, raggiungendo 70 operazioni per un valore di 2,36 miliardi di euro (+137% rispetto al 2023). La maggior parte dei disinvestimenti è stata realizzata tramite vendite a soggetti industriali, che hanno rappresentato il 47% delle operazioni e il 41% del valore disinvestito."Nel primo semestre 2024 si registra un rimbalzo dell'ammontare investito rispetto allo stesso periodo del 2023, con una riduzione del numero degli investimenti più che controbilanciata dall'incremento del ticket medio - ha commentato Francesco Giordano, Private Equity Leader di PwC Italia - Un segnale positivo è la crescita degli investimenti inziali, mentre i follow-on restano più o meno stabili in valore. Interessante è l'aumento dei disinvestimenti (+137% in termini di ammontare e +30% in numero) sicuramente un buon segnale per la salute del nostro mercato".

  • Legal

Regime IVA delle agenzie di viaggio per la rivendita dei soli biglietti aerei

La Corte UE include la rivendita di biglietti aerei nel regime IVA TOMS, ma la normativa italiana lo limita ai pacchetti turisticiLa Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha recentemente chiarito che la rivendita di biglietti aerei da parte delle agenzie di viaggio rientra nel regime IVA speciale per le agenzie di viaggio, noto come "TOMS" (Tour Operators' Margin Scheme), anche se questa rivendita non è accompagnata da servizi aggiuntivi diversi da quelli di informazione o consulenza offerti dall'agenzia (causa C-763/23). Il TOMS è regolato a livello europeo dalla direttiva 2006/112/CE e in Italia dall'art. 74-ter del d.P.R. n. 633/1972. Questo regime consente alle agenzie di viaggio di calcolare l'IVA solo sulla differenza tra i costi sostenuti e il corrispettivo ricevuto (il cosiddetto metodo "base da base"), senza possibilità di detrarre l'IVA sugli acquisti.Il caso esaminato riguardava un'agenzia di viaggio romena che acquistava biglietti per voli interni all'Unione Europea da compagnie aeree e li rivendeva a consumatori finali con un sovrapprezzo. Le autorità fiscali rumene avevano contestato l'applicazione del TOMS su queste operazioni, ma la Corte di Giustizia ha stabilito che la semplice messa a disposizione di biglietti aerei, anche senza ulteriori servizi accessori, rientra nel regime speciale. La Corte ha affermato che non è necessario che l'agenzia fornisca servizi aggiuntivi, purché offra anche servizi di informazione e consulenza.Questa decisione si inserisce in una serie di pronunce precedenti della Corte di Giustizia, che aveva già ampliato l'applicazione del TOMS a singoli servizi turistici, come nei casi Alpenchalets Resorts (C-553/17) e Van Ginkel Waddinxveen (C-163/91). In questi casi, era stato riconosciuto che il TOMS poteva essere applicato anche quando le agenzie fornivano solo alcuni servizi, senza che fosse necessaria una combinazione di essi.Tuttavia, in Italia la normativa nazionale è più restrittiva rispetto a quella europea. Il legislatore italiano ha limitato l'applicabilità del TOMS ai soli "pacchetti turistici", che devono includere almeno due tra i seguenti servizi: trasporto, alloggio e servizi turistici non accessori. Inoltre, la durata del pacchetto deve superare le 24 ore o comprendere almeno una notte. Questa impostazione è stata ribadita dall'Amministrazione Finanziaria nella Circolare n. 328/E/1997 e dalla Corte di Cassazione, che ha escluso l'applicazione del TOMS nel caso di prestazioni singole non combinate.Pertanto, le agenzie di viaggio italiane devono prestare particolare attenzione nell'applicare il regime TOMS ai servizi offerti, considerando le differenze tra il quadro giuridico dell'Unione Europea e quello nazionale. Nonostante l'ordinamento italiano non preveda esplicitamente l'applicabilità del TOMS a singoli servizi, il comma 5-bis dell’art. 74-ter d.P.R. n. 633/1972 estende l'applicazione del regime a singoli servizi turistici, a patto che siano stati acquisiti in precedenza dall'agenzia, come nel caso di contratti di allotment.Per saperne di più visita la pagina dedicata

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