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Italia 2025: Persone, Lavoro, Impresa

Innovazione e tecnologia: potenzialità e opportunità per l'ecosistema delle imprese di domaniMartedì 8 aprile alle ore 11:00 si è svolto l'ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Italia 2025: Persone, Lavoro, Impresa ”, la piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell’impresa, promossa da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale GEDI, dal titolo " Innovazione e tecnologia: potenzialità e opportunità per l'ecosistema delle imprese di domani". L’evento, è stato trasmetto dalla sede del Cineca di Bologna, ha approfondito le potenzialità che può esprimere a supporto delle imprese una delle principali AI Factory europee, PMI e startup grazie alle capacità di calcolo senza precedenti combinate all'AI. Una testimonianza pratica sugli scenari inediti che si stanno prospettando per la trasformazione tecnologica e la crescita sostenibile.Sono intervenuti:Michela Milano, Direttrice del Centro Digis di Fondazione Bruno Kessler;Francesco Ubertini, Presidente Cineca;Antonio Zoccoli, Presidente Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN);Eugenio Monteleone, SVP of Operations iGenius;Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia;Alessandro Grandinetti, Partner - Clients & Markets Leader di PwC Italia;Roberto Sollevanti, Partner - Responsabile dell’Ufficio di Bologna e Area Centrale PwC Italia.Ha Condotto Alessandro De Angelis - La Stampa.Per riguardare la diretta clicca qui

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PwC Italia e PizzAut: una piattaforma digitale inclusiva per l’autismo e l’innovazione sociale

PwC ha realizzato per PizzAut una piattaforma digitale inclusiva, progettata per gestire ordini e forniture nei punti vendita della Onlus in modo accessibile alle persone autistiche.Il nuovo progetto è stato ideato per migliorare l’efficienza operativa dei ristoranti e food truck di PizzAut e per offrire un ambiente di lavoro più accessibile ai giovani autistici impiegati nell’iniziativa. Frutto della collaborazione tra PwC e PizzAut, la piattaforma adotta un approccio Autism-friendly per garantire un’esperienza d’uso intuitiva e inclusiva.Lo sviluppo del progetto si è basato su un’analisi approfondita dei requisiti funzionali e su un design dell’esperienza utente (UX) studiato per semplificare l’interazione. Grazie all’utilizzo di tecnologie no-code, il sistema risulta altamente flessibile e adattabile alle esigenze specifiche degli utenti.Un team di esperti in accessibilità e comunicazione ha curato ogni dettaglio della UX, assicurandosi che l’interfaccia rispondesse ai principi dell’inclusione. La grafica è stata pensata per ridurre il sovraccarico sensoriale: colori tenui, font sans-serif per una lettura più agevole e percorsi guidati dettagliati per ogni operazione. Per evitare distrazioni, sono stati limitati al massimo elementi animati come banner e pop-up.Infine, la piattaforma è stata condivisa con PizzAut per ottimizzarne ulteriormente l’usabilità, garantendo un’esperienza digitale che risponda al meglio alle necessità delle persone autistiche e del team della Onlus.Luca Chiodaroli, Partner Digital Innovation PwC Italia, commenta: “La piattaforma rappresenta un primo esempio concreto di come la tecnologia, con il giusto approccio inclusivo, possa trasformare l’ambiente di lavoro, non solo semplificando i processi ma anche aprendo nuove strade per l’inclusione sociale. Alla luce dell’esperienza svolta per PizzAut, PwC è pronta a sviluppare nuove soluzioni, offrendo piattaforme personalizzate in contesti e settori diversi”.Nico Acampora, Fondatore di PizzAut, aggiunge “Grazie alla collaborazione con PwC Italia e del loro impegno in favore dell’inclusione sociale, abbiamo a disposizione uno strumento in più per coinvolgere i dipendenti autistici di PizzAut in tutte le fasi della gestione della pizzeria e dei PizzAutobus. Per noi di PizzAut questi sono passi avanti che ci convincono sempre di più che un futuro più inclusivo si può costruire e lo si fa insieme”.Lo sviluppo della nuova piattaforma di procurement si inserisce in un più ampio percorso di collaborazione tra PwC e PizzAut. Il progetto PizzAutoBus di PizzAut, nato nel 2024 e supportato da PwC, punta a inserire oltre 500 ragazzi autistici nel mondo del lavoro attraverso una flotta di 100 food truck entro il 2034. L’iniziativa promuove l’inclusione sociale, contribuendo anche a ridurre significativamente i costi che lo Stato sosterrebbe per la gestione dei ragazzi autistici se non fossero inseriti nel mondo del lavoro.Il piano d’impresa del progetto PizzAutoBus è stato curato da PwC Italia con il supporto di un team di PwC Strategy&. Le attività professionali hanno riguardato le analisi di benchmarking e dei principali players del mercato, il supporto legale per il set-up del network dei truck e la stima di costi e ricavi.

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Il prezzo del protezionismo: l’impatto delle nuove tariffe sul potenziale di crescita italiano

Trump impone dazi su importazioni globali, scatenando tensioni commerciali e contromisure UE. Rischi per l’economia italiana e globale.Nei primi mesi del 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha adottato una politica commerciale protezionistica introducendo dazi del 25% su importazioni da Messico e Canada e del 10% su quelle dalla Cina. Dopo negoziati, la loro applicazione è stata temporaneamente sospesa per un mese, ma il 3 marzo sono entrati in vigore, suscitando preoccupazioni globali. Successivamente, il 12 marzo, sono stati imposti dazi del 25% su acciaio e alluminio dall’Unione Europea, seguiti il 26 marzo da un aumento del 25% sulle importazioni del settore automotive, con l'obiettivo di incassare tra i 600 e i 1000 miliardi di dollari in due anni.L’Unione Europea ha risposto annunciando misure compensative per €26 miliardi, inclusa la reintroduzione di dazi precedentemente sospesi e nuovi interventi su un’ampia gamma di prodotti americani. L'inasprimento dei rapporti commerciali con gli USA rappresenta una sfida per l'Italia, che nel 2024 vantava un surplus commerciale di €64,7 miliardi con gli Stati Uniti. Le nuove tariffe potrebbero ridurre significativamente le esportazioni italiane, con impatti negativi su vari settori industriali.Inoltre, il protezionismo americano potrebbe avere effetti controproducenti anche per gli USA: l’aumento dei costi delle importazioni rischia di penalizzare le imprese che dipendono da componenti esteri e di incidere negativamente sui consumatori. La Federal Reserve Bank of Atlanta prevede un rallentamento del PIL statunitense del –2,8% nel primo trimestre del 2025, segnalando già un possibile impatto negativo sull’economia.L'Italia, pur avendo una dipendenza relativamente bassa dalle importazioni USA (4,8% del totale), risulta esposta in alcuni settori strategici, tra cui macchinari, alimentare ed energia. Le imprese che dipendono da questi beni potrebbero vedere compromessa la loro catena del valore, con conseguenze su competitività e margini di profitto. Inoltre, le regioni italiane risentiranno dell’impatto in modo differenziato, con la Toscana particolarmente esposta (19,8% delle importazioni dagli USA).Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e resto del mondo rischiano di innescare una spirale di inefficienza e stagnazione, con conseguenze negative che potrebbero estendersi ben oltre i confini dell’economia americana e influenzare la crescita globale nei prossimi mesi.Per saperne di più visita la pagina dedicata

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Private Equity e Venture Capital in Italia: nel 2024 investimenti e raccolta in forte crescita

Crescita record per il private equity e venture capital in Italia: raccolta +77% e investimenti +83%, con forte interesse degli operatori esteri.Nel 2024, il mercato italiano del private equity e venture capital ha registrato una crescita significativa, secondo l’analisi condotta da AIFI in collaborazione con PwC Italy. La raccolta di capitali ha raggiunto i 6.673 milioni di euro, segnando un incremento del 77% rispetto ai 3.772 milioni dell’anno precedente. Di questi, 5.906 milioni sono stati raccolti sul mercato, con una prevalenza di investitori domestici (66%) rispetto a quelli esteri (34%). Le principali fonti di capitale sono stati i fondi pensione e le casse di previdenza (17% della raccolta), il settore pubblico (16%) e i fondi di fondi privati (10%).Gli investimenti complessivi nel 2024 hanno raggiunto i 14.903 milioni di euro, in crescita dell’83% rispetto al 2023, grazie alla presenza di numerosi investimenti di grande entità, specialmente nei settori delle infrastrutture e dei buy out. Nel corso dell’anno si sono registrati 10 large deal e 6 mega deal, che insieme hanno rappresentato il 59% del totale investito (8.833 milioni di euro), rispetto al 36% dell’anno precedente.Il numero complessivo delle operazioni è stato leggermente inferiore rispetto al 2023 (732 contro 750, -2%), ma con un record negli investimenti in small e medium deal (6.070 milioni di euro). Il segmento del venture capital ha mantenuto un ruolo chiave, con 437 operazioni nell’early stage (-5%) e un aumento del 22% nell’ammontare investito (da 762 a 927 milioni di euro). I buy out si sono confermati come la categoria principale, con 6.530 milioni di euro investiti (+19%) e 185 operazioni (+9%).Gli investimenti in infrastrutture, pur con un calo nel numero di operazioni (39 rispetto alle 44 del 2023), hanno raggiunto 6.162 milioni di euro, rispetto ai 937 milioni dell’anno precedente, grazie ad alcune operazioni di grande entità. Il segmento dell’expansion ha visto una contrazione del 26%, con investimenti per 695 milioni di euro rispetto ai 941 milioni del 2023.L’interesse degli investitori esteri per il mercato italiano è rimasto elevato: il 71% dell’ammontare complessivo investito (10.645 milioni di euro) è stato apportato da operatori internazionali, confermando l’attrattività dell’Italia nel panorama globale del private equity e venture capital."Il 2024 è stato caratterizzato dal ritorno degli investimenti di grandi dimensioni sia in ambito infrastrutture che nel segmento buy out dichiara Francesco Giordano, partner di PwC Italy e Private Equity Leader. Oltre al ritorno dei large e mega deals va sottolineata la notevole crescita dei disinvestimenti (sia a valore che in numero) e la crescita della raccolta, che sempre di più viene effettuata a livello domestico, dimostrando che anche i grandi investitori istituzionali italiani hanno compreso le potenzialità dell'asset class private equity".A livello settoriale, il 2024 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto Ict, con il 30% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 17%, e dal medicale, 11%.A livello geografico la regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 44% del numero degli investimenti in Italia, seguita da Lazio e Veneto (entrambe 8%).Disinvestimenti – Nel 2024 l'ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 5.727 milioni di euro, più che triplicato rispetto ai 1.730 milioni dell'anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 157, +59% rispetto alle 99 del 2023. Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stato la vendita ad un soggetto industriale, sia in termini di numero con 62 exit (39% del totale), sia in termini di ammontare (2.513 milioni di euro), con un'incidenza del 44%.

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A New Defense Paradigm: Toward the Creation of a Common European Defense, lo studio PwC Strategy&

PwC Strategy& ha presentato lo studio “A New Defense Paradigm: Toward the Creation of a Common European Defense”, che analizza la situazione macroeconomica attuale e i principali fattori che rendono necessaria una difesa europea comune. Il Report si concentra sugli attacchi informatici, esplora opportunità e benefici di un piano di difesa comune e ne valuta le implicazioni per la catena del valore, evidenziando casi pratici che mostrano le esternalità positive sulla difesa.Cesare Battaglia, partner PwC Italia, Aerospace Defense & Security leader, commenta: “L’attuale scenario geopolitico segna un punto di svolta per la sicurezza dell’Europa, con i teatri operativi che si sono spostati ai confini dell’Unione e il mutamento delle geometrie delle alleanze internazionali, mettendo di fatto fine all’era del ‘Peace Dividend’. Oggi questa dinamica non è più sostenibile. Il quadro globale è in rapida evoluzione: le alleanze si stanno ridefinendo e gli Stati Uniti non hanno più lo stesso interesse strategico a garantire la sicurezza dell’Europa con investimenti e sovvenzioni come in passato”.“Di fronte a queste nuove sfide , aggiunge, l’Europa deve ripensare in modo strategico la propria spesa per la difesa, adottando misure straordinarie che abbiano un impatto immediato e promuovano un incremento degli investimenti da parte dei singoli Stati membri e delle istituzioni europee. Ma non basta aumentare i budget: è fondamentale adottare un approccio più integrato e innovativo nell’utilizzo delle risorse, superando inefficienze e frammentazioni che oggi indeboliscono la capacità di risposta comune”.La spesa militare europea, che nel 1960 rappresentava il 4% del PIL, è scesa all’1,5% nel 2020. Questa riduzione, unita alla dipendenza da fornitori esterni, in particolare dagli Stati Uniti, ha evidenziato l’impreparazione dell’industria della difesa europea.Per rispondere alle nuove minacce, diversi governi europei hanno aumentato gli investimenti: la Germania ha stanziato un fondo straordinario da 100 miliardi di euro per il riarmo e la Francia prevede un incremento del 40% del budget militare tra il 2024 e il 2030. Complessivamente, la spesa per la difesa nei Paesi NATO in Europa è destinata a crescere tra il 53% e il 65% nei prossimi anni. Tuttavia, l’UE rimane dipendente dagli Stati Uniti, che coprono oggi il 70% della spesa totale della NATO, lasciando il continente in una posizione di vulnerabilità strategica.Gli Stati Uniti chiedono ora ai Paesi europei di assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza, con l’obiettivo di creare “un quadro di difesa europeo coeso e capace, che consenta agli stati membri dell’Ue di affrontare collettivamente sfide di sicurezza, migliorare la loro prontezza operativa e garantire l’autonomia strategica dell’Europa, con l’obiettivo finale di rafforzare il ruolo dell’Ue all’interno della NATO, sviluppando al contempo la capacità di agire in modo indipendente quando necessario”.Un passo significativo in questa direzione è il programma “Rearm Europe”, con un investimento di 650 miliardi di euro, mirato a rafforzare l’autonomia strategica del continente attraverso cooperazione industriale, innovazione tecnologica e incentivazione della produzione interna.Oltre alle minacce convenzionali, cresce il pericolo delle guerre ibride, con attacchi informatici alle infrastrutture critiche, disinformazione e propaganda per manipolare l’opinione pubblica. Episodi come “il cyberattacco del 2022 ai satelliti Viasat, i sabotaggi ai gasdotti nel Mar Baltico e l’aumento delle minacce informatiche” dimostrano l’urgenza di una risposta coordinata.

  • Legal

Obbligo di PEC per gli amministratori delle società

Dal 1° gennaio 2025 è entrata in vigore la Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024), che introduce nuovi obblighi per gli amministratori di società, tra cui la necessità di dotarsi di un domicilio digitale (PEC). L'obbligo riguarda sia gli amministratori di imprese individuali che si iscrivono per la prima volta al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, sia gli amministratori di società di persone e di capitali.Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con una comunicazione del 12 marzo 2025, ha chiarito alcuni aspetti interpretativi. Ha confermato che l’obbligo si estende anche agli amministratori di società già costituite prima dell’entrata in vigore della legge, concedendo loro tempo fino al 30 giugno 2025 per adeguarsi. Inoltre, ha specificato che la PEC dell’amministratore deve essere personale e non può coincidere con quella della società, in quanto la norma mira a garantire maggiore trasparenza e a rendere disponibile un canale di comunicazione diretto con ciascun amministratore.Qualora un amministratore abbia già comunicato la PEC della società, dovrà provvedere a correggere l’informazione entro la scadenza prevista. Tuttavia, nel caso in cui un soggetto ricopra il ruolo di amministratore in più società, potrà utilizzare lo stesso indirizzo PEC per tutte o scegliere di avere un domicilio digitale distinto per ogni incarico.Infine, il Ministero ha precisato che la mancata comunicazione della PEC personale comporta la sospensione di pratiche amministrative, come l’iscrizione di una società alla Camera di Commercio o la nomina e il rinnovo degli amministratori. In tal caso, sarà concesso un termine massimo di 30 giorni per regolarizzare la posizione, pena il rigetto della domanda. Le Camere di Commercio sono state sollecitate a seguire queste direttive e a monitorarne l’applicazione su tutto il territorio nazionale.Per saperne di più visita la pagina dedicata

  • Other

Tirocini in calo in Italia: trend, opportunità e il modello PwC

Il numero di tirocini extracurriculari in Italia è in calo dopo il boom di Garanzia Giovani, con una riduzione del 10% nel 2023. Negli ultimi anni, il numero di tirocini extracurriculari in Italia ha registrato un calo dopo il boom legato a Garanzia Giovani. Dal 2014 le attivazioni erano cresciute stabilmente fino a raggiungere circa 350.000 all’anno, ma la pandemia ha segnato un’inversione di tendenza: nel 2020 i tirocini sono scesi a 226.001, nel 2022 sono risaliti a 314.230, ma nel 2023 si sono fermati a 283.985, segnando una diminuzione del 10% rispetto all’anno precedente. Questo calo è attribuito a fattori come l’inverno demografico e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, oltre alla concorrenza con forme di inserimento più stabili. Inoltre, i giovani con un alto livello di istruzione e residenti in aree con un mercato del lavoro dinamico tendono a rifiutare stage poco qualificanti e privi di valori in cui riconoscersi.Le regioni che hanno registrato il maggior numero di tirocini nel 2023 sono la Lombardia (59.500), il Lazio (30.462) e il Piemonte (26.742), seguite dal Veneto (25.932), l’Emilia-Romagna (23.339) e la Campania (23.400). In alcuni settori, come la consulenza, il tirocinio resta una via privilegiata per l’ingresso nel mondo del lavoro.Un caso significativo è quello di PwC, che ha strutturato un percorso ben definito per gli stagisti. Ogni anno, circa il 90% degli stagisti che desidera continuare il percorso nella società viene assunto con un contratto stabile. L’inserimento dei giovani avviene con l’obiettivo di formare nuove risorse e trasformarle in professionisti altamente qualificati. Nel 2023, PwC ha attivato 1.216 stage, di cui il 53% extracurriculari. Negli ultimi tre anni, il numero complessivo di stagisti ha raggiunto 3.748, mantenendo un bilanciamento tra stage curriculari ed extracurriculari.Uno degli aspetti distintivi di PwC è che tutti gli stage sono retribuiti, con un compenso standard di 800 euro al mese, a cui si aggiungono buoni pasto. Gli stagisti vengono coinvolti in un programma di onboarding chiamato "Welcome on board", seguito da un percorso di formazione strutturato. Questo include sia contenuti tecnici, sia soft skill mirate a migliorare la capacità di interazione e gestione della complessità aziendale.Dopo lo stage, il percorso di inserimento prevede spesso il passaggio a un contratto di apprendistato, seguito da un contratto a tempo indeterminato. PwC cerca profili multidisciplinari, selezionati in base alle esigenze del mercato e ai trend emergenti, per affrontare le sfide dei clienti. Il 70% degli stagisti proviene da percorsi economici, il 20% da discipline STEM, il 2% da giurisprudenza e il restante da altri ambiti. Negli ultimi anni, PwC ha dato sempre più importanza alle competenze umanistiche, ritenute essenziali per navigare la complessità del mondo del lavoro moderno. Quelle che una volta venivano definite soft skill, oggi in PwC sono chiamate life skill, a sottolinearne il valore strategico.La durata dei tirocini varia: il 6,3% dura meno di un mese, il 17,5% tra uno e tre mesi, mentre la maggior parte (73%) si estende tra i tre e i dodici mesi. Solo il 3,2% supera l’anno. In termini di esiti, il 48,6% dei tirocini porta all’attivazione di un contratto di lavoro entro un mese, mentre il 5,9% si conclude con un nuovo tirocinio.Le possibilità di assunzione variano in base al titolo di studio e all’età: il 58% dei tirocinanti con un titolo terziario ottiene un contratto, contro il 33,7% di chi ha solo la terza media. Anche l’età incide: il 52,1% degli under 29 viene assunto, mentre la percentuale scende al 19,1% per gli over 50, che più spesso (20,2% dei casi) ripetono un altro tirocinio.Dal punto di vista demografico, la maggioranza degli stagisti nel 2023 è rappresentata da donne (147.029), con una forte presenza nella fascia 25-34 anni (54.873). Tra gli uomini, la fascia più rappresentata è quella degli under 25 (74.678). Secondo Eleonora Voltolina, esperta del settore, in Italia il tirocinio è spesso utilizzato anche per adulti e mansioni ripetitive, un uso non sempre virtuoso. Inoltre, l’evoluzione del mercato del lavoro porta sempre più attenzione alle competenze umanistiche, considerate essenziali per gestire la complessità.

  • Information Technology

Dall'IA alla cybersecurity, i servizi del Tech Innovation Center, guarda l'intervento di Mario Cristina

Nel corso della puntata Innovazione e tecnologia: lo stato dell’arte delle imprese in Italia, parte del ciclo di incontri Italia 2025 in collaborazione con GEDI, Mario Cristina, Partner PwC Italia ha illustrato il ruolo del Tech Innovation Center di Trento. Il nostro hub tecnologico è stato concepito per supportare e accelerare la crescita delle imprese, favorendo lo sviluppo dell’innovazione attraverso un approccio multidisciplinare. Grazie all'integrazione di competenze avanzate in Intelligenza Artificiale, Generative AI, Automazione dei Processi e Data & Analytics, il centro rappresenta un punto di riferimento per l’evoluzione del panorama tecnologico e imprenditoriale in Italia. Per guardare l'intervento clicca qui

  • Corporate Social Responsibility

Geotermia italiana: stato dell’arte e prospettive future

L’Europa continua a dipendere in larga misura dalle importazioni energetiche e, purtroppo, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di dipendenza dall’estero (74,8%), ben al di sopra della Francia (44,8%), che può contare sull’energia nucleare. Per rafforzare la sicurezza energetica e ridurre la vulnerabilità alle politiche internazionali, diventa quindi fondamentale diversificare il mix energetico, sia per quanto riguarda le materie prime sia per le fonti di produzione di elettricità.Nel 2024, la produzione elettrica italiana ha raggiunto 264 TWh, rimanendo stabile rispetto all’anno precedente, ma con un incremento significativo delle fonti rinnovabili (+13,4%). Il fotovoltaico ha mostrato la crescita più rapida, seguito da eolico e bioenergie, mentre l’idroelettrico continua a dipendere dalle precipitazioni. La geotermia, nonostante il suo grande potenziale, gioca ancora un ruolo marginale, con impianti concentrati in Toscana e un contributo alla produzione elettrica nazionale di appena il 2%.A livello europeo, cresce l’interesse per la geotermia come risorsa per la decarbonizzazione, ma in Italia lo sviluppo è ostacolato da iter burocratici complessi e incentivi meno competitivi rispetto ad altri Paesi. Il Piano Nazionale prevede di aggiungere 1 GW di capacità geotermica entro il 2030, ma i meccanismi di sostegno economico risultano limitati e poco attrattivi per gli investitori.Dal punto di vista economico, la geotermia è ancora più costosa rispetto ad altre rinnovabili, come fotovoltaico ed eolico, a causa degli elevati costi iniziali e della difficoltà nel processo autorizzativo. Per incentivare il settore, alcuni Paesi europei hanno introdotto fondi di garanzia e misure di de-risking, strumenti che potrebbero essere replicati anche in Italia.Le prospettive future, però, restano promettenti. Le innovazioni tecnologiche e le sinergie con l’industria petrolifera potrebbero abbattere i costi nei prossimi anni, rendendo la geotermia una fonte sempre più competitiva. Inoltre, il suo utilizzo potrebbe rivelarsi strategico per la transizione digitale, fornendo energia pulita ai data center. Tuttavia, per cogliere queste opportunità, sarà necessario snellire le procedure burocratiche, introdurre incentivi adeguati e creare condizioni più favorevoli per gli investimenti.Per saperne di più visita la pagina dedicata

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