Simone Ercolino di Banca Mediolanum

Head of Market Strategy - Banca Mediolanum

Simone Ercolino 39 anni, sposato, due figli, un master presso la Harvard Business School. Come sei arrivato in PwC?


Durante la prima telefonata che ricevetti dal recruiter, mentre mi descriveva i tratti del team per cui era aperta l’opportunità, la sorpresa ha lasciato subito spazio alla curiosità: arrivando già dal mondo della consulenza conoscevo la realtà di PwC ma onestamente non avevo informazioni di dettaglio sul mondo Consulting e Strategy&.

Nel corso dei colloqui iniziali ho avuto modo, dal primo istante, di apprezzare non solo l’aspetto professionale ma anche l’aspetto umano: due elementi centrali – e mai scontati – per creare un mix di successo nel mondo della Consulenza Strategica.

In Strategy& il primo obiettivo del mio ruolo sarebbe stato di contribuire alla costruzione e alla crescita di un team che si stava rafforzando – la practice Financial Services – ed è sembrata da subito una sfida in linea con le mie ambizioni.

Dopo il master, infatti, ero ancora più motivato nel trovare sfide importanti, in un’azienda appassionante in cui poter lasciare un solco di valore.

L’opportunità postami era quella giusta, l’alchimia si creò e decisi quindi di iniziare la nuova avventura professionale in Strategy&.


Gli anni trascorsi in Strategy& come ti hanno cambiato? Qual è la sfida più interessante che hai affrontato?


Tanti progetti, in Italia e all’estero, tantissimi colleghi, professionisti e clienti. Ogni attimo vissuto fino in fondo, ogni momento unico nel suo genere, tanti tasselli che hanno costruito negli anni un bagaglio di esperienza umana e professionale speciale.

Sono state numerose le sfide con il quale mi sono confrontato e con cui sono cresciuto. È difficile trovarne una più interessante, però forse proprio questo ha reso straordinari gli anni trascorsi in Strategy&: reinventarsi ad ogni progetto, creare il massimo valore possibile per il cliente adattandosi ai nuovi assetti di team, alle geometrie variabili delle risorse con cui lavori, al contesto ogni volta diverso.

Esperienze di questo tipo sono la linfa vitale della consulenza, ciò che rende la sfida interessante. Capisci che stai avendo un’esperienza esponenzialmente migliore di altre, e le soddisfazioni che ottieni rendono onore al sacrificio delle trasferte, lontano dalla famiglia e dagli amici, dei viaggi e delle lunghe giornate dai clienti.

Sono tantissimi i ricordi, uno su tutti: al termine di un’operazione di fusione tra due banche, per la quale il mio team aveva supportato la definizione del piano strategico, il Direttore Generale della banca mi stringe la mano e mi dice: “Grazie di cuore, senza di voi non ce l’avremmo mai fatta”. Beh, queste sono soddisfazioni che ti riempiono il cuore e che lasciano un segno indelebile nella tua carriera.


Dopo 15 anni in consulenza, da poco più di un anno ricopri la carica di Head of Market Strategy in Banca Mediolanum. Un ruolo molto importante e delicato, soprattutto nel contesto attuale. Quale ruolo gioca la finanza nel contesto economico attuale?


Nel corso dei secoli gli istituti bancari hanno sempre ricoperto un ruolo centrale nel contesto economico e sociale del Paese, agendo da “collante” e facilitatore economico tra il mondo delle imprese e quello dei privati.

Negli ultimi decenni però le banche cosiddette “tradizionali” sono state spesso accusate di non supportare adeguatamente le famiglie italiane e di non trasmettere sufficiente valore aggiunto.

Gli istituti si trovano ora davanti ad un bivio: riconquistare un ruolo importante nella relazione con le famiglie (e le imprese) oppure perseguire un modello puramente “low cost”, sottoposto ad un forte rischio di disintermediazione. Negli ultimi 10 anni sono stati chiusi oltre 11 mila sportelli bancari, significa una media di 3 al giorno per 10 anni festivi inclusi: solo questo dato ci fa comprendere come il modello di banca “tradizionale” sia in difficoltà e non adeguato alle esigenze dei clienti. Altro dato eloquente: oltre 1.800 miliardi di euro di liquidità sono al momento “parcheggiati” sui conti correnti, un patrimonio enorme destinato ad essere eroso giorno dopo giorno se le banche non intervengono nel consigliare al meglio i propri clienti sui loro risparmi.

Le banche “reti” di consulenti, come Banca Mediolanum, hanno invece dimostrato negli ultimi anni di avere un modello più vicino alle esigenze finanziarie degli italiani.

Ennio Doris raccontava spesso una storia che rende un’idea concreta della sua intuizione, che lo spinse a far nascere un modello bancario unico e innovativo.

Una sera Ennio si reca da un falegname che gli stacca un assegno da 10 milioni di lire. E gli dice: “Signor Doris, sa cosa le ho dato?” Sì, risponde Ennio, 10 milioni. E il falegname: “Lei non ha capito: io le ho dato questi”. E fa vedere la mano con dei calli mostruosi. “Si ricordi”, dice ancora, “che io sono una persona che non può permettersi di ammalarsi, altrimenti la mia famiglia non vive. Quindi se lei gestirà bene i 10 milioni tra 15 anni potrò avere una somma che mi consentirà di ammalarmi”.

Il ruolo quindi delle banche, e dei consulenti finanziari in particolare, deve essere quello di impegnarsi nell’offrire prodotti e servizi identificando i reali bisogni dei clienti, attraverso soluzioni flessibili e innovative in grado di rispondere alle diverse esigenze finanziarie: servizi bancari, finanziamenti, previdenza, protezione, investimento e risparmio gestito.

Per farlo dovranno ridefinire il proprio modello di servizio alla clientela, da tradizionale e generalizzato ad un modello di specializzazione, utilizzando il digitale come leva abilitante.

Il tutto finalizzato al supportare i clienti e i loro bisogni, concentrandosi sulla costruzione del loro benessere finanziario e nella protezione dagli imprevisti della vita.


Il mondo finanziario ha anche un compito molto importante nell’indirizzare le aziende del nostro paese verso una transizione sostenibile. Qual è il tuo punto di vista?


Oggi si parla tanto, forse troppo, di “ESG” e sostenibilità. Il percorso verso una transizione sostenibile è in atto da tempo, ora però bisogna fare attenzione perché il rischio di “bolle verdi” è alto.

Dall’enfasi comunicativa bisogna passare ai fatti.

A titolo di esempio, se pensiamo che per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi concordati nel Paris Agreement gli investimenti necessari nella sola Unione Europea ammontano a quasi 200 miliardi di euro all’anno, è evidente come le risorse del settore pubblico non saranno sufficienti.

Sarà necessaria la mobilitazione dei capitali istituzionali e privati. In questo le Banche e le istituzioni finanziare giocheranno ancora una volta un compito fondamentale: gli investimenti dovranno essere riorientati verso tecnologie e imprese in grado di garantire una crescita sostenibile in futuro.

La crisi tra Russia e Ucraina, inoltre, dovrebbe essere un ulteriore elemento di sensibilizzazione in grado di accelerare la transizione energetica verso orizzonti più sostenibili.

Ricadrà quindi sui consulenti finanziari l’onere e l’onore di dover indicare ai propri clienti la strada più virtuosa verso gli investimenti “ESG”.

È in gioco non solo la garanzia di un ritorno sul patrimonio del cliente ma soprattutto l’opportunità di trasmettere un mondo migliore alle generazioni future.


Cosa ti aspetti dalla Community e quale valore aggiunto pensi possa darti?


Mi aspetto tutto il meglio che gli anni in Strategy& mi hanno dato: la possibilità di confrontarmi su temi di interesse con un network di esperti, mantenendo e sviluppando contatti con professionisti preparati e con una caratura umana superiore alla media.

E, perché no, riuscire a rivedere periodicamente qualche collega!


Cosa senti di poter dare alla stessa? Un pensiero che vuoi condividere con i lettori.


Mi piacerebbe in primo luogo poter fornire il mio punto di vista sull’industria bancaria e sulla consulenza finanziaria, per alimentare confronti e approfondimenti ad ogni livello.

Vorrei anche poter supportare, per quanto possibile, i profili più giovani consigliandoli e supportandoli nei loro percorsi, per aiutarli a raggiungere i loro obiettivi.

A loro va il mio pensiero, ricordandogli una consapevolezza che ho acquisito negli anni, anche grazie a Strategy&: qualunque sia il vostro futuro o il vostro percorso, siate sempre umili, ma ambiziosi.

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