Moda e Parità: Piano d'Azione per ridurre il Gender Pay Gap in Italia ed Europa
La moda si mobilita per ridurre il gender pay gap nella filiera italiana ed europea, presentando un piano d'azione condiviso tra Gfa, CNMI e PwC, mirando a promuovere equità salariale e leadership femminile
La moda si unisce per ridurre il gender pay gap nella filiera italiana ed europea attraverso un progetto presentato a Milano da GFA-Global Fashion Agenda, CNMI-Camera Nazionale della Moda Italiana e PwC Business Services Srl. Questo progetto coinvolge un gruppo di marchi e aziende del settore, con l'obiettivo di ridurre il divario retributivo tra uomini e donne nelle manifatture. Si tratta di un piano d'azione che mira a dimostrare il ruolo dei marchi e dei loro partner produttivi nell'assicurare pratiche di acquisto responsabili, diritti dei lavoratori ed equità salariale.
L'iniziativa inizia in Italia con la raccolta di dati sulla filiera e sui terzisti che lavorano con i brand, che verranno presentati al fashion summit a Copenaghen. L'obiettivo è creare programmi e una metodologia comune per affrontare il divario di genere, e fare pressione sui legislatori per incentivare lo sviluppo delle carriere femminili attraverso training, assunzioni e promozioni.
Secondo il rapporto Women in Work 2023 di PwC, in Europa serviranno 50 anni per colmare il divario retributivo di genere. Attualmente, un terzo delle donne europee sono manager nel settore moda. In Italia, le donne che lavorano per i principali marchi di moda guadagnano in media il 5,5% in meno degli uomini. Tuttavia, PwC ha notato che molte donne sono impiegate nelle PMI che costituiscono una grande parte della catena di approvvigionamento dei marchi del lusso, e che la riorganizzazione post-Covid ha reso la filiera più compatta, trasparente e sicura.
Nel 2023, nel settore del lusso italiano, il numero di donne in ruoli di leadership è aumentato, con il 30,9% delle donne impiegate in ruoli dirigenziali e il 27% nei consigli di amministrazione. Questi dati indicano un progresso verso l'equità di genere nel settore della moda italiana.
«La percentuale di crescita ci indica un trend positivo», ha aggiunto a MFF Erika Andreetta, Emea fashion & luxury leader e partner PwC Italia. «La moda è sulla buona strada rispetto altri settori. Tante pratiche sono nate dai brand del lusso soprattutto negli ultimi 2-3 anni, mi aspetto che questo lavoro si possa amplificare per espandersi lungo la filiera». Sempre per la società di consulenza, le donne rappresentano il 59,5% nel tessile-abbigliamento in Italia (-0,3% nel 2021 sul 2020), una quota doppia rispetto al 28,6% che occupano nell’intera manifattura. «Uno dei dati positivi è il tema dell’artigianalità di prodotto. La creazione di valore passa attraverso le mani delle donne nella moda, dalle sarte, alle artigiane, alle prototipiste. C’è ancora necessità di manualità e di saper fare femminile».
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