Concessioni idroelettriche: primi tentativi di apertura al mercato, tra spinte europeiste e tutela degli asset strategici
L'apertura al mercato delle concessioni idroelettriche solleva preoccupazioni per gli operatori energetici regionali, con controversie legali che ritardano le procedure. Questo scenario evidenzia la necessità di una riforma normativa per garantire uno sviluppo sostenibile, bilanciando interessi nazionali, europei e settoriali.
La prossima apertura al mercato delle concessioni idroelettriche nazionali ha generato preoccupazioni nel settore energetico. Le regioni sono chiamate a riesaminare le concessioni, seguendo la Legge sulla concorrenza del 2022. Tuttavia, la Regione Abruzzo ha avviato una procedura per assegnare in concessione tre grandi derivazioni idroelettriche, suscitando contestazioni da importanti società del settore.
Queste contestazioni riguardano la conformità della procedura regionale alla normativa nazionale sulle concessioni idroelettriche e i criteri di valutazione delle offerte, specialmente il vantaggio dato agli autoproduttori. Le pressioni hanno portato alla sospensione della procedura, evidenziando le incertezze normative che minacciano lo sviluppo economico ed energetico del paese.
Il settore idroelettrico italiano è in evoluzione con frequenti modifiche normative per bilanciare la concorrenza di mercato con la tutela degli interessi nazionali. Recentemente, è stato incluso nella "golden power" il controllo delle grandi derivazioni idroelettriche per prevenire l'acquisizione da parte di investitori stranieri.
Alcune proposte di riforma, come l'estensione delle concessioni scadenti e la proroga delle gare di assegnazione, sono state discusse ma non ancora approvate. Queste proposte tengono conto delle preoccupazioni sul controllo delle risorse energetiche nazionali e della necessità di bilanciare gli obblighi europei con la sicurezza energetica nazionale.
Il COPASIR ha sottolineato l'importanza strategica dell'idroelettrico per la sicurezza energetica nazionale e ha evidenziato la mancanza di omogeneità normativa tra gli Stati membri dell'UE. Questo porta a considerazioni sulla protezione dei player nazionali e sulla compatibilità con le normative europee sulla concorrenza.
L'idroelettrico rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico ed energetico dell'Italia e ha un ruolo significativo nelle politiche di decarbonizzazione e nella progressiva autonomia energetica del paese. È essenziale definire chiaramente il quadro normativo per favorire gli investimenti e lo sviluppo di politiche energetiche sostenibili.
L’auspicio è quello di un intervento riformista che assicuri una regolazione uniforme degli aspetti della materia, ponendo al contempo attenzione ad alcuni aspetti fondamentali per lo sviluppo del settore, quali:
- lo studio di misure e azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica e decarbonizzazione;
- l’adozione di strategie per lo sviluppo economico ed industriale dei territori, unitamente alla salvaguardia dell’ambiente;
- la valorizzazione della concorrenzialità del mercato come incentivo agli investimenti privati per l’ammodernamento, il potenziamento e l’estensione degli impianti;
- la generazione di effetti positivi diretti e indiretti in favore della filiera delle imprese, dell’occupazione e dei consumatori;
- l’assunzione di misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico quale strumento per l’attuazione della progressiva autonomia energetica dello Stato.
Resta inteso che il raggiungimento di questi obiettivi non potrà prescindere dall’instaurazione di un confronto collaborativo tra gli organi di governo nazionale e territoriale, i partner, gli stakeholders e le istituzioni europee, quali attori del medesimo processo decisionale.
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