Dal green al digitale: ottimismo sul Paese. Leggi l'approfondimento di Giovanni Andrea Toselli
Ci sono più 191 miliardi di euro da impiegare entro il 2026 "Aziende consapevoli delle opportunità offerte dal Pnrr"
Fonte La Repubblica.
«L’importanza del Pnrr risiede nell’impatto significativo che avrà sull’intera collettività e sulla crescita economica dell'Italia. Sono ottimista perché il Paese sta reagendo più che bene». Dal suo osservatorio, costituito da imprese di ogni tipo e settore. Giovanni Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia, prova a guardare il bicchiere mezzo pieno per il futuro del maxipiano di investimento e riforme che può cambiare la prospettiva economica dell'Italia nei prossimi anni. Ci sono più 191 miliardi di euro sul piatto, tra prestiti e risorse a fondo perduto, da impiegare entro il 2026. E sei missioni da portare a termine, dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, che si articolano in centinaia di progetti su tutto il territorio, da Nord a Sud.
Nel 2021-22 sono state erogate due tranche di finanziamenti pari a 66,9 miliardi di euro. Il governo italiano è ora in attesa della valutazione della Commissione europea in merito alla richiesta per il pagamento della terza rata da 21 miliardi di euro. Risorse che si andranno ad aggiungere a quelle già incassate negli scorsi mesi e che serviranno a finanziare la costruzione di ferrovie, piste ciclabili, asili nido, ma anche per diffondere la tecnologia 5G e per avviare opere infrastrutturali che sono cruciali per il Paese.
«I fondi del Pnrr vedono un'applicazione importante a progetti che fanno leva sull'ammodernamento delle infrastrutture e altri immobili, oltre che sull'energia e sulla digitalizzazione. Sono tutti aspetti che hanno indubbiamente grande rilevanza per il bene comune. Inoltre, vedo una forte consapevolezza da parte delle imprese e sono convinto che molti progetti possono ancora prendere vita», assicura Toselli che sul tema si è già pronunciato due settimane fa durante il secondo appuntamento dell'anno, dedicato al Pnrr, di “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa": la piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell'impresa promossa da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi.
Il punto di vista di Toselli è quello del mercato. E lui sa bene che il Pnrr rappresenta una "straordinaria occasione" di rilancio del nostro tessuto imprenditoriale, impegnato oggi a ripensare i propri modelli di business in chiave sostenibile. «Dall'analisi delle risposte della nostra PwC Ceo Survey 2023, circa il 65% degli intervistati ritiene che il proprio modello di business sarà oggetto di revisioni sostanziali per essere sostenibile nei prossimi 10 anni -conferma Toselli - Se è vero che la determinazione di un investimento si basa anzitutto sui ritorni ipotizzati nel momento in cui si esegue, allora, vivendo in un mondo mutevole, è impossibile definire progetti oggi che richiederanno investimenti nel lungo periodo senza prevedere revisioni periodiche dell'approccio».
Insieme alla sostenibilità, l'altra grande sfida del Pnrr è proprio la digitalizzazione (Missione I). L'obiettivo di questo intervento è promuovere la transizione digitale della PA e del settore privato, favorendo la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. La dotazione è di circa 41 miliardi di euro, di cui circa 10 miliardi per la PA (migrazione al cloud dell'infrastruttura pubblica, estensione del servizi digitali ai cittadini, rafforzamento delle difese di cybersecurity): 24 miliardi per le imprese (digitalizzazione del sistema produttivo, investimenti in tecnologie 4.0, riforma della proprietà industriale, innovazione digitale, internazionalizzazione delle Pmi e realizzazione di una infrastruttura nazionale di connettività in banda ultralarga): 7 miliardi per il turismo e cultura 4.0.
«Innanzitutto, senza una copertura di rete adeguata, la digitalizzazione vera non può esistere», premette Toselli. Che ammette: «C'è ancora molto da fare perché, senza una connettività idonea, non saremo nelle condizioni di utilizzare tecnologie evolute ed innovative, come ad esempio il Metaverso, che offrono opportunità dal punto di vista relazionale e della produttività. Grazie ad una rete sempre più performante otterremo grandi processi di efficientamento. Il dialogo è oggi soprattutto incentrato su smart working e laureati Stem, ma la vera sfida è trovare il modo di spiegare cosa significa vivere e pensare digitale».
A proposito di digitalizzazione, Toselli conclude con una «riflessione imprescindibile sulla cybersecurity»: «In Italia abbiamo aziende strategicamente preparate, ma c'è ancora molto da fare. Sono convinto che, con l'implementazione del processi produttivi digitali, le imprese saranno sempre più esposte a questi rischi che dovranno essere attentamente gestiti». - v.dc.
Contenuto riservato agli iscritti
Iscriviti per fruire gratuitamente di tutti i contenuti presenti nel sito